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Altri due foreign fighter italiani morti in Ucraina: uno è palermitano

Redazione 1

Altri due foreign fighter italiani morti in Ucraina: uno è palermitano

Mer, 21/05/2025 - 23:57

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I combattimenti in Ucraina, messi in ombra dai tentativi per avviare negoziati di pace, continuano e mietere vittime: tra loro ci sono anche due foreign fighter italiani, entrambi schierati con le forze di Kiev, rimasti uccisi in circostanze non confermate ufficialmente dalle autorità ucraine.

Si tratta di Antonio Omar Dridi (nella foto), palermitano trentacinquenne, e Manuel Mameli, 25 anni di Cagliari: sale così a sette il bilancio degli italiani morti nel corso del conflitto. “Onore, gloria e gratitudine al nostro fratello”, si legge nel messaggio social di Memorial, l’associazione dei volontari internazionali per l’Ucraina, che correda la foto di Dridi e l’annuncio della sua uccisione. Non si precisa né il luogo né come sia morto. In questi giorni le offensive al fronte sono intensificate in vista dell’arrivo dell’estate. Gli ucraini tentano nuovi blitz nella regione russa del Kursk, senza tuttavia guadagnare terreno.

I russi, apparentemente, hanno l’obiettivo prioritario di concludere la “liberazione” – come recita la propaganda di Mosca – del Donetsk e del Luhansk, ma più a nord continuano a martellare l’area di Kharkiv e soprattutto quella di Sumy, dove avanzano in quello che sembra il tentativo di aumentare la gittata della propria artiglieria. Noah, la sorella di Dridi, in un’intervista rilasciata una settimana fa al Tg1, aveva spiegato che il fratello, nato nel 1991 a Palermo, viveva all’estero e in passato era stato in Germania e Austria, dove aveva lavorato come cuoco. “Era uno spirito libero, non ha mai voluto rimanere fermo in un posto”, raccontava Noah quando il fratello risultava ancora disperso.

A metà marzo la famiglia aveva lanciato un appello sui social spiegando che non riusciva a mettersi in contatto con lui. Dopo qualche settimana un commilitone li aveva avvertiti che il bunker in cui si trovava Dridi era stato bombardato. Di Manuel Mameli si sa ancora meno: il giovane cagliaritano è dato per morto anche se ancora considerato ‘missing in action’ perché il suo cadavere sarebbe al momento irrecuperabile, trovandosi in territorio sotto controllo russo nella zona di Pokrovsk, nel Donetsk, dove da mesi infuria la battaglia. Sarebbe rimasto ucciso dall’attacco di un drone russo assieme al altre cinque persone.

Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, la legge italiana che punisce chi partecipa a conflitti armati all’estero non ha impedito a qualche decina di connazionali di imbracciare le armi con l’una o l’altra parte. La prima vittima nell’aprile del 2022: a un mese dall’inizio della guerra resta ucciso Edy Ongaro, 46 anni, originario di Portogruaro (Venezia). Con il nome da battaglia ‘Bozambo’, venne colpito da una bomba a mano nel Donbass. A settembre dello stesso anno è la volta di Benjamin Giorgio Galli, un 27enne originario di Varese, morto dopo essere rimasto ferito in battaglia combattendo contro i russi.

Passa un mese e rimane ucciso nel Donetsk Elia Putzolu, 27 anni, nato a Roma e cresciuto in Toscana, dove era schierato con i filorussi. Nel novembre del 2024 viene data la notizia della morte di Angelo Costanza, 42 anni, di Favara ma residente in Belgio, che si era arruolato nell’esercito ucraino: a tutt’oggi sulla sua sorte rimane il giallo perché secondo alcune fonti sarebbe stato catturato.

Lo stesso mese muore Massimiliano Galletti, 59 anni, il soccorritore rimasto ferito settimane prima dalle schegge di un colpo di ‘Rpg’: non era un foreign fighter, ma svolgeva servizio volontario di assistenza ai combattenti al fronte in una località non distante da Kiev. (ANSA).