Salute

Ispra in azione tra Augusta e Siracusa, ispezionati 60mila metri quadrati di fondale e recuperate 30 reti fantasma

Redazione 3

Ispra in azione tra Augusta e Siracusa, ispezionati 60mila metri quadrati di fondale e recuperate 30 reti fantasma

Lun, 20/01/2025 - 15:30

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Sessantamila metri quadrati di fondale marino ispezionati, oltre 30 reti fantasma lunghe fino a 260 metri (pari all’incirca a un grattacielo di 100 piani) recuperate a una profondità di 40-60 metri e centinaia i metri quadrati di fondale finalmente liberati: è il risultato dell’operazione ‘Ghostnets’ condotta da Ispra lungo la costa siciliana, tra Augusta e Siracusa. L’intervento, parte del progetto Mer (Marine ecosystem restoration) finanziato dal Pnrr, è stato realizzato con il supporto della Rtc Ghostnets (Castalia, Conisma e Marevivo) e ha permesso di recuperare varie tipologie di reti: a strascico, da posta, grovigli di cime, lenze e nasse e di liberare specie protette rimaste intrappolate. “Con questa operazione, centinaia di metri quadrati di habitat pregiati potranno gradualmente tornare a ‘respirare’ e favorire la ricolonizzazione da parte delle specie marine circostanti – spiegano i ricercatori Ispra -. Questa campagna di recupero è un grande passo avanti per la tutela dei nostri mari ma rimane fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza tra gli operatori del settore e continuare a investire in tecnologie e politiche di prevenzione”. Tutto questo è stato reso possibile dalla legge 60 del 2022 ‘Salva Mare’ che ha qualificato le reti abbandonate e recuperate come rifiuti urbani da riciclare o smaltire. La diffusione di reti da pesca abbandonate è cresciuta negli ultimi decenni a causa dell’intensificarsi dell’attività di pesca e dell’impiego di materiali sintetici, più economici e resistenti ma anche più dannosi per l’ambiente rispetto alle fibre vegetali utilizzate per reti tradizionali, come la canapa. Queste reti continuano a esercitare la cosiddetta ‘pesca fantasma’, pur non essendo più sottoposte al controllo umano, restano attive e continuano a catturare flora e fauna marina. Dopo una fase preliminare di ricognizione, che ha permesso di mappare e caratterizzare i fondali con strumentazione specializzata, sono stati ispezionati circa 60.000 metri quadrati di fondale. L’intervento in acqua è stato eseguito da Ots (Operatori tecnici subacquei), supportati da due imbarcazioni per il recupero e lo stoccaggio delle reti. Una volta portate le reti a bordo, si è proceduto a un setaccio meticoloso per consentire la fuoriuscita di ulteriori esemplari di ricci matita, stelle marine, piccoli scorfani, ricci di prateria e svariati crostacei, salvaguardando così il maggior numero possibile di organismi marini. Le reti recuperate verranno ora trasportate per lo smaltimento e, dove possibile, avviate al riciclo.

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