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Emergenza siccità in Sicilia. Lettera di Gianluca Infuso e Giampiero Modaffari alla Regione per chiedere l’attivazione della Diga Gibbesi

Redazione 1

Emergenza siccità in Sicilia. Lettera di Gianluca Infuso e Giampiero Modaffari alla Regione per chiedere l’attivazione della Diga Gibbesi

Mar, 19/03/2024 - 07:39

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“Da semplici cittadini attivi non possiamo rimanere inermi di fronte alla certa situazione di disagio idrico che si profila per la prossima estate stante la persistente siccità”.

Così Gianluca Infuso e Giampiero Modaffari a proposito dell’emergenza siccità e della possibilità di utilizzare la Diga Gibbesi per cercare di arginarla. Infuso e Modaffari, invogliati in questo da numerosissimi cittadini del nisseno ed agrigentino, nel farsi portavoce degli stessi che già da molto tempo hanno avuto a cuore le sorti della diga “Gibbesi”, quale possibile volano dell’economia locale nonchè quale eventuale fonte di approvvigionamento ad uso potabile, si sono fatti promotori di un’accorata richiesta rivolta al Presidente della regione Sicilia, a tutti i gruppi parlamentari del parlamento regionale, al Consorzio Gela 5 (che gestisce la diga Gibbesi) e per conoscenza a S.E. il Prefetto di Caltanissetta.

Nel ricordare che la diga “Gibbesi” ha una capienza di circa 11 milioni di metri cubi, Infuso e Modaffari hanno fatto rilevare che la diga può essere utilizzata per scopi irrighi ed anche civili, ed interessa i comuni di Sommatino, Licata, Ravanusa, Campobello di Licata e Palma di Montechiaro, ricadendo integralmente nel territorio di Sommatino. Si tratta di un invaso che potrebbe garantire un cospicuo approvvigionamento irriguo agli agricoltori della zona ma, vista l’attuale situazione di estrema crisi idrica, anche per usi potabili a seguito di eventuale riconversione, ultimata nel 1992 non ha mai invasato acqua stante l’assenza del collaudo e delle opere di adduzione/canalizzazione

Modaffari e Infuso, pertanto, “allo scopo di evitare che la pioggia di miliardi di lire e milioni di euro che sono stati spesi e messi a disposizione dallo Stato e dalla Regione, vengano del tutto persi”, hanno chiesto al Presidente della Regione Sicilia di conoscere “se in atto vi sono delle attività progettuali ovvero sono in cantiere affidamenti di lavori per rendere da una parte la diga Gibbesi sicura anche da un punto di vista strutturale e dall’altro per la realizzazione delle necessarie opere di canalizzazione/adduzione”.

Ai vari gruppi parlamentari della regione siciliana, “se sono al corrente della situazione sinteticamente illustrata con la presente richiesta e contestualmente quali azioni intendono intraprendere per porre rimedio ad oltre 30 anni di inerzia che ad oggi non ha permesso, nonostante ingentissime risorse economiche spese, di potere fruire del prezioso liquido che la diga potrebbe fornire alle soleggiate campagne del nisseno ed agrigentino”. I due cittadini attivi hanno poi chiesto al Consorzio 5 di Gela di essere relazionati sullo stato dell’arte, eventuali ostacoli burocratici e iniziative in itinere.  

“Abbiamo altresì rappresentato che qualora vi fossero dei riscontri positivi in merito ad imminenti o pianificate iniziative miranti a garantire la stabilità strutturale della diga e la realizzazione della condotta di canalizzazione/adduzione, ci saremmo resi da subito disponibili ad un eventuale incontro per ricevere le rassicurazioni ed impegni che si intendono assumere.

La nota è stata inoltrata il 13 marzo scorso e il 18 marzo è avvenuto il riscontro da parte dell’ufficio di Gabinetto della Presidenza della Regione Siciliana, con la quale viene trasmessa la nota sia all’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità – Dipartimento dell’acqua e dei rifiuti – nonché all’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia, al fine di riscontrare in merito alla nostra richiesta.

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