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Caltanissetta. “No” del Comitato di quartiere Santa Croce al progetto per trasformare il Convento delle Benedettine in centro di accoglienza

Redazione 1

Caltanissetta. “No” del Comitato di quartiere Santa Croce al progetto per trasformare il Convento delle Benedettine in centro di accoglienza

Mar, 19/03/2024 - 10:37

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CALTANISSETTA. Riceviamo e pubblichiamo nota del Comitato di Quartiere Santa Croce e cittadini del quartiere storico di Santa Venera in merito alla questione legata alla decisione di trasformare il Convento delle Benedettine, adiacente la Chiesa di Santa Croce, in un centro di accoglienza per indigenti senza tetto e soggetti sottoposti a misure alternative alla detenzione. La nota è stata inviata anche al Prefetto di Caltanissetta, al sindaco, al presidente del consiglio.

“In qualità di cittadini consapevoli del quartiere storico di S. Venera, nonché come membri del Comitato di Quartiere Santa Croce, desideriamo esprimere le nostre preoccupazioni circa il futuro della nostra città e del suo patrimonio culturale. Rivolgiamo questo nostro appello al fine di manifestare gravi inquietudini in merito alla decisione di trasformare il Convento delle Benedettine, adiacente la chiesa di Santa Croce, in un centro di accoglienza per indigenti senza tetto e per individui sottoposti a misure alternative alla detenzione.

Questo progetto, promosso dal Giunta Comunale, mira a ottenere finanziamenti dal Fondo di Sviluppo Regionale (FESR) e dal Fondo Sociale Europeo (FSE), rientrando nel programma nazionale “Metro Plus Città Medie Sud 2021-2027”, finanziamenti pari ad un importo di 4,3 milioni di €. destinati al settore abitativo. Progetto che deve essere presentato entro il mese di marzo. Queste informazioni sono state riportate dal quotidiano “La Sicilia”, sezione cronaca di Caltanissetta, datata 28.02.2024.

Rammentiamo che, in passato, tale struttura era adibita al centro culturale “Regalpetra”, Parco Letterario Leonardo Sciascia, progetto vincitore di un concorso promosso dal Comune di Caltanissetta, dal Comune di Racalmuto e dalla Fondazione Leonardo Sciascia. Tale parco letterario rappresentava e rappresenta un’importante risorsa per studenti universitari e non, Pro Loco oltre che uno spazio per le attività della Banda musicale cittadina.

Con profondo rammarico e sorpresa, apprendiamo solo adesso di questa decisione, e siamo vivamente preoccupati vista l’importanza che il centro culturale ha avuto e potrebbe ancora avere nel tessuto sociale e artistico della nostra comunità. Questo aspetto risulta ancor più significativo in vista del 2025, anno in cui Agrigento sarà designata Città della Cultura; pertanto, diventa fondamentale preservare e promuovere le nostre radici culturali e storiche in preparazione degli eventi che dovranno necessariamente promuovere l’immagine culturale della nostra città. L’edificio storico in questione rappresenta un elemento cruciale di questo patrimonio, e la sua trasformazione in un centro di accoglienza per senza tetto rischia di compromettere irrimediabilmente parte della nostra identità storica e culturale.

La decisione di destinare un edificio storico ad un centro di accoglienza per senza tetto, e non solo, comporta numerose problematiche che non possono essere ignorate. Innanzitutto, ci preoccupa il possibile aumento del degrado nel quartiere e dell’intero centro storico di Caltanissetta, già gravemente colpito da fenomeni di abbandono e degrado. Inoltre, la nuova destinazione d’uso potrebbe ulteriormente ridurre il valore percepito della zona nel contesto urbano, che già soffre di una reputazione negativa dovuta alla presenza di individui non nativi, spesso ubriachi o coinvolti in attività poco consoni al rispetto delle leggi.

La presenza di un centro di accoglienza per senza tetto e per individui senza residenza sottoposti a misure alternative alla detenzione in questa zona porterà ad un ulteriore degrado percepito dell’ambiente urbano, compromettendo ulteriormente la già scarsa sicurezza e la qualità della vita dei residenti e dei visitatori. È importante sottolineare anche il numero degli interventi di Polizia registrati nell’ultimi anni nel Convento, cosa che ha comportato una minore frequentazione della parrocchia e della chiesa da parte dei fedeli residenti.

Ancora questa decisione potrebbe anche influenzare negativamente il valore economico degli immobili residenziali e commerciali, come si evidenzia facilmente dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate (OMI). Inoltre, ancora, questa decisione vanifica gli sforzi compiuti per valorizzare il tessuto sociale cittadino e il nostro patrimonio culturale, ostacolando il potenziale sviluppo turistico della città. A tal proposito non va sottaciuto il fatto che il Comitato di Quartiere ha nel tempo speso con successo iniziative che hanno rafforzato l’identità storica e culturale della città in riferimento al Convento della Benedettine; tra queste iniziative ci piace ricordare il ruolo di promotore turistico, oltre che identitario, della Spina Santa e della Crocetta di Caltanissetta, dolci che promuovono l’immagine della città, da non dimenticare che furono anche fucina di formazione e di ispirazione di Leonardo Sciascia.

Contestiamo fermamente questa decisione sia nella forma che nella sostanza, soprattutto perché non sono stati coinvolti in alcun modo i residenti. La decisione è stata “calata” dall’alto senza tenere conto delle opinioni di chi vive il quartiere. Questi abitanti oggi si troveranno così a subire un ulteriore degrado del proprio ambiente urbano. Contestiamo tale scelta anche perché siamo consapevoli che l’unico motivo che sottende questa decisione è la volontà di ottenere ingenti finanziamenti, ignorando del tutto i conseguenti impatti sociali ed economici per i residenti del quartiere e dell’intero centro storico cittadino.

Chiediamo pertanto alle autorità competenti di riconsiderare questa decisione e di intravedere nell’ambito del patrimonio immobiliare Comunale altre alternative disponibili, che consentirebbero di conciliare le esigenze sociali con la tutela del nostro patrimonio storico e culturale. Siamo convinti che esistano soluzioni creative e sostenibili che possano garantire un’accoglienza dignitosa per le persone senza tetto, senza con questo compromettere ulteriormente il futuro del nostro centro storico e il suo valore socio-culturale ed economico.

Riteniamo, visto l’impatto sociale di questa scelta, che le prossime future amministrazioni comunali dovranno gestire le negative e pesanti conseguenze di questa decisione. Pensiamo quindi, così come si è fatto per la scalinata Silvio Pellico che è stata riconvertita nei lavori che riguarderanno la Scalinata A. Manzoni, altrettanto si può pensare di fare per questa decisione. Tutto ciò mantenendo il finanziamento in essere senza compromettere gli aspetti economici e i risvolti sociali che questa decisione comporta.

Siamo pronti a collaborare attivamente, come abbiamo sempre fatto, con le istituzioni locali, le organizzazioni della società civile e i cittadini per trovare soluzioni condivise che rispettino gli interessi di tutti e gli obiettivi che si vogliono raggiungere per la nostra città. È un dato di fatto che da anni ci troviamo nelle ultime posizioni della graduatoria del Sole 24 Ore, ciò per la mancanza di una visione strategica dell’identità e carattere della nostra città.

La filosofia ispiratrice di queste decisioni è quella di privilegiare l’esecuzione del progetto che movimenta somme provenienti dall’Europa o dallo Stato; senza minimamente considerare gli impatti sociali e la visione di sviluppo cittadino che invece dovrebbe guidare la scelta e l’esecuzione dei progetti. Siamo consapevoli che, uniti, possiamo costruire un futuro migliore per Caltanissetta, basato sulla solidarietà, il rispetto e la valorizzazione della nostra identità culturale. In mancanza di una risposta concreta che condivida la nostra legittima richiesta, saremo costretti ad intraprendere le azioni consentite dalle leggi”.

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