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Processo Saguto, rinviata la sentenza della Cassazione: sarà comunicata nei prossimi giorni

Redazione 3

Processo Saguto, rinviata la sentenza della Cassazione: sarà comunicata nei prossimi giorni

Mar, 10/10/2023 - 21:34

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E’ stata rinviata la sentenza della Cassazione per Silvana Saguto, l’ex presidente della Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo radiata dall’ordine giudiziario, e altri undici imputati. Dopo una lunga udienza i giudici della sesta sezione penale hanno informato le parti che la data della sentenza verrà comunicata nei prossimi giorni.

Questa mattina il sostituto procuratore generale della Cassazione Simone Perelli ha chiesto di confermare la condanna per Saguto in relazione alle accuse di corruzione e concussione mentre ha sollecitato l’assoluzione con la formula ”perchè il fatto non sussiste” solo in relazione ai tre capi di imputazione relativi alla rivelazione del segreto d’ufficio. Nel corso della requisitoria davanti ai supremi giudici della Sesta Sezione Penale, presieduta da Giorgio Fidelbo, il pg Perelli ha sottolineato come ”siamo in presenza di più patti dove si inseriscono le varie nomine e provvedimenti adottati da Silvana Saguto.

Le indagini hanno fotografato come Saguto abbia piegato la sua funzione. C’era un rapporto collaudato di do ut des, un asservimento della funzione pubblica verso un privato”. Anche per gli imputati il sostituto procuratore generale della Cassazione ha chiesto alla Corte sostanzialmente la conferma delle condanne. Saguto in Appello con la sentenza emessa il 20 luglio del 2022 dalla Corte d’Appello di Caltanissetta era stata condannata a 8 anni e 10 mesi, quattro mesi in più del primo grado. Secondo l’accusa, l’ex presidente della Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, avrebbe gestito in “modo clientelare e illegale i beni sequestrati e confiscati alla mafia gestendo illecitamente le nomine degli amministratori giudiziari, scegliendo solo professionisti a lei fedelissimi”.

In cambio avrebbe ricevuto da loro favori e regali. Nelle oltre 1200 pagine delle motivazioni i giudici di appello ripercorrendo tutta la vicenda giudiziaria avevano sottolineato l”’uso distorto” del potere della ex Presidente della sezione misure di prevenzione “spinta da uno spasmodico desiderio di assicurare un tenore di vita elevato a lei e alla sua famiglia”.

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