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Salute: quando si sta per morire cervello espande la sua attivita’

Redazione

Salute: quando si sta per morire cervello espande la sua attivita’

Mar, 02/05/2023 - 19:27

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Per la prima volta sono state documentate evidenze di attivita’ neuronale simili alla coscienza nel cervello umano in punto di morte. Descritto sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, questo curioso risultato e’ stato ottenuto dagli scienziati del Dipartimento di Fisiologia Molecolare e Integrativa e il Dipartimento di Neurologia del Michigan Center for Consciousness Science.

 Il gruppo di ricerca, guidato da Jimo Borjigin e George Mashour, ha monitorato quattro pazienti deceduti in ospedale per arresto cardiaco e sottoposti a elettroencefalogramma (EEG). I resoconti di esperienze pre-morte, che descrivono una luce bianca e il coinvolgimento dei sensi a vari livelli, con odori, colori e suoni familiari, sono profondamente radicati nel nostro panorama culturale. La presenza di elementi comuni e ricorrenti ha sollevato spesso numerosi interrogativi sulla possibilita’ di persistenza di barlumi di coscienza che potrebbero resistere nonostante l’arresto del battito cardiaco.

 “Il modo in cui un’esperienza vivida puo’ emergere da un cervello disfunzionale durante il processo di morte – osserva Borjigin – e’ un paradosso neuroscientifico. Il nostro lavoro potrebbe far luce sui meccanismi neurofisiologici alla base di queste dinamiche”. I ricercatori hanno considerato quattro pazienti in coma, le cui famiglie avevano dato il permesso di rimuovere il supporto vitale. Al momento dell’eutanasia, due dei soggetti hanno mostrato un aumento della frequenza cardiaca e un incremento dell’attivita’ delle onde gamma, associare alla coscienza. Allo stesso tempo, i medici hanno rilevato un barlume di attivita’ nella regione cerebrale correlata alla coscienza, ai sogni, alle allucinazioni visive e agli stati alterati.

 “I due pazienti in questione – riporta Nusha Mihaylova, altra firma dell’articolo – avevano una storia clinica di episodi di convulsioni, ma non erano stati segnalati eventi rilevanti nell’ora precedente al decesso. Nelle altre due persone non abbiamo osservato un aumento di frequenza cardiaca ne’ di attivita’ cerebrale durante la rimozione del supporto vitale”. A causa delle ridotte dimensioni del campione, gli autori sottolineano che i risultati non possono essere estesi a livello piu’ ampio.

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