Salute

Battaglia tra Arci-Arcigay e Arcilesbica su identità di genere

Redazione

Battaglia tra Arci-Arcigay e Arcilesbica su identità di genere

Ven, 03/03/2023 - 19:52

Condividi su:

Due giorni fa la premier Meloni aveva criticato l’ideologia gender ritenendo che “tutto questo andrà a discapito delle donne e le danneggerà” ed era riuscita a spaccare il fronte femminista. Ma a 48 ore di tempo la lacerazione è sempre più profonda, e vede consumarsi una battaglia “interna” con Arci e Arcigay contrapposte ad Arcilesbica, poichè la sua presidente, Cristina Gramolini, si era detta d’accordo con la posizione della Meloni. Provocando soprattutto sui social molte reazioni contrarie e sbigottite.

Con una nota firmata dal presidente nazionale di Arcigay Natascia Maesi e il presidente nazionale dell’Arci Walter Massa viene chiesto ad Arcilesbica un confronto “per verificare se esiste ancora un minimo comune denominatore per camminare assieme”. A ciò Gramolini replica: “ben venga dibattito ma rispondo di quello che ho detto, non di quanto mi si attribuisce”.

In quell’occasione Gramolini aveva testualmente affermato: “Sono d’accordo con la Meloni sul fatto che dare la possibilita’ ad un uomo di dichiararsi donna, al di la’ di qualsiasi percorso chirurgico, farmacologico e amministrativo, danneggi le donne. Concordo con il fatto che non si può saltare il corpo sessuato, cioè non si è donna essendo di sesso maschile per la sola autodichiarazione, questo nuocerebbe alla realtà e alle donne, ad esempio negli sport femminili o nelle politiche di pari opportunità”.

Frasi che Arci e Arcigay giudicano “gravissime” visto che Cristina Gramolini “è a capo e parla a nome di un’associazione nata e cresciuta assieme a noi” aggiungendo che “non è nuova all’uso di un linguaggio violento che sistematicamente colpisce le persone gay (accusate di ‘comprare figli’ e ‘affittare uteri’ attraverso la gestazione per altr*) e le persone trans*, adesso però la misura è colma. Se Gramolini non riesce a sostenere una discussione pacata, civile e rispettosa su un tema delicato come la depatologizzazione dei percorsi di transizione, se non riesce a contenere la violenza delle sue espressioni, allora le chiediamo di aprire una riflessione sul senso della sua permanenza nella rete Arci, dove invece ogni violenza è respinta e rispetto e ascolto sono premesse ineludibili, anche quando a confrontarsi sono due posizioni molto distanti”.

Senza mezze misura anche la replica della presidente di Arcilesbica: ‘Sono una donna della sinistra anticapitalista e lotto contro la messa al lavoro riproduttivo delle donne povere su commissione di aspiranti genitori bianchi etero e gay del primo mondo. Accetto volentieri una discussione pubblica su questo tema e sulla pretesa di cambiare legalmente sesso con la sola autocertificazione, argomenti sui quali Arcigay ha sempre preferito sottrarsi al dibattito e calunniare, come fa ora contro di me, chi argomenta in modo dissidente dalla sua piattaforma’.

“Dicono che sono cresciuta con loro – aggiunge -, intendono che sono una loro creazione? Si sbagliano e sbagliano a tacitare il dibattito urlando alla violenza dove non c’è, minacciando di espulsione Donne che difendono i loro spazi, sport, pari opportunità dall’onnipotenza maschile. In tutto il mondo le donne devono difendersi dallo pseudoprogressismo di chi dice addirittura che esistono lesbiche con il pene, ebbene non esistono. Respingo il fatto di aver usato parole violente – conclude Gramolini – rispondo di quello che ho detto, non di quanto mi attribuisce Arcigay per deformare le opinioni sgradite”

Pubblicità Elettorale