Sul piano delle strutture e del personale l’amministrazione della Giustizia a fronte della riforma del processo civile si sta muovendo “col massimo degli sforzi e degli investimenti possibili, per un obiettivo che è ambizioso ma che non può essere mancato pur a fronte delle criticità”. Ad affermarlo in una intervista al Sole 24 Ore il nuovo capo di gabinetto del ministero della Giustizia Alberto Rizzo. Priorità è “far fronte alla grave carenza di personale amministrativo, la cui scopertura media nazionale si attesta intorno al 26%.
Nel 2023 è prevista l’assunzione di circa 5.000 unita di personale amministrativo e la stabilizzazione per 1.000 operatori, senza contare le future assunzioni Pnrr. Sull’edilizia giudiziaria, 326 sono i cantieri aperti in tutt’Italia per un investimento di oltre 50 milioni di euro. Episodi come il crollo di un controsoffitto a Catania o casi analoghi sono inaccettabili. Quanto alle scoperture nella pianta organica dei magistrati, il ministero prevede per quest’anno tre concorsi, due dei quali verranno effettuati con modalità digitale.
E ciò consentirà di accelerare i tempi di correzione delle prove, per immettere prima i nuovi vincitori negli uffici”. Rispetto all’agenda dei prossimi mesi “spetta al ministro Nordio illustrare il cronoprogramma. L’obiettivo principale è arrivare a un funzionamento efficace del servizio giustizia, importante per l’impatto economico, ma ancor prima per rispondere ai bisogni dei cittadini. Stiamo lavorando secondo tre direttrici: la completa digitalizzazione, più efficienza e la piena attuazione del principio costituzionale della ragionevole durata dei processi”