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Rassegna stampa. Sicilia, società partecipate: nomine entro il 10, ecco la nuova mappa del potere

Mario Barresi - lasicilia.it

Rassegna stampa. Sicilia, società partecipate: nomine entro il 10, ecco la nuova mappa del potere

Ven, 06/01/2023 - 09:51

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L?accordo c’è. O quasi. Anche perché Renato Schifani, stavolta, non ha voluto sentire ragioni: a gestire l’incastro delle società partecipate e degli enti controllati di “Mamma Regione” «dev’essere il presidente in prima persona». E così è stato. Colloqui diretti con i vertici regionali dei partiti, assessori frenati dentro i loro ambiti di competenza e facoltà di dirimere in prima persona le contese su singole caselle.

E così, negli ultimi tre giorni (oggi sarà quello decisivo) è stata partorita la nuova mappa del potere. In ossequio a una delibera in cui la giunta, contrariamente a quella precedente, ha deciso di avvalersi della facoltà di spoil system, entro i 90 giorni che decorrono dalla proclamazione del governatore, per «designazioni, nomine o incarichi di natura fiduciaria, per i quali non è richiesta una selezione sulla base di specifiche competenze tecniche relative ad organi di vertice e a componenti dei consigli di amministrazione o degli organi equiparati di enti, aziende, consorzi, agenzie, soggetti, comunque denominati, di diritto pubblico o privato sottoposti a tutela, controllo o vigilanza da parte della Regione, in società controllate o partecipate dalla Regione».

In tutto circa una cinquantina i posti teoricamente in palio nella scelta che un assessore definisce «un signorile azzeramento di quanto fatto da Musumeci».

L’“infornata” più importante riguarda le partecipate. In teoria oltre una decina, che si riducono a 6-7 considerando le società in liquidazione o quelle “decotte” dal futuro incerto. Ed su questo versante che le scelte del governo saranno più nette: entro il 10 tutti i consigli d’amministrazione convocati per l’insediamento dei nuovi vertici. E su questo c’è, al netto di qualche turbolenza ancora in corso, un accordo di massima. A partire dalle richieste del socio “forte” dell’alleanza: Fratelli d’Italia.

I coordinatori regionali Salvo Pogliese e Giampiero Cannella hanno chiesto la Sis (Società interporti siciliani) e la Seus che gestisce il 118 con oltre 3mila dipendenti in pancia. Dovrebbero incassarle entrambe. A Forza Italia, con piena soddisfazione dell’assessore Marco Falcone, andrà Sicilia e-Servizi, al netto delle altre due scelte che il governatore ha avocato a sé.

La prima è l’Irfis, “cassaforte” dei finanziamenti alle imprese, ritenuta «strategica» da Palazzo d’Orléans per tutte «le risposte concrete da dare all’economia siciliana». La seconda è Airgest, la società che gestisce l’aeroporto di Trapani bacchettata dalla Corte dei conti (8,5 milioni di perdite nel biennio 2020-21, la Regione ricapitalizza da otto anni consecutivi). Il governatore spinge sulla privatizzazione di tutti gli scali siciliani e Trapani dovrebbe fare sistema con Palermo e Lampedusa. In questo contesto si pensa a un «nome di altissimo profilo, al di fuori della logica dei partiti».

L’identikit, secondo alcune fonti di governo, corrisponde a Vito Riggio, a lungo presidente di Enac. A proposito di trasporti: Raffaele Lombardo punta a tenersi stretto il suo storico fortino di Ast. E, molto probabilmente, nei prossimi giorni sarà confermata la presidenza di Santo Castiglione. Ma «per una società con 90 milioni di debiti, che potrebbe essere messa in liquidazione o comunque rientrare in un pesante piano di risanamento», ragiona chi ha letto il dossier arrivato 24 ore fa sul tavolo presidenziale, non è dato sapere quale futuro si prospetta.

E così, con Resais “fuori concorso” perché già in liquidazione, l’ex governatore pressa per confermare l’altra partecipata in quota Autonomisti: il Maas (Mercati agro alimentari Sicilia) di Catania, dove potrebbe restare il fedelissimo Emanuele Zappia. Infine, c’è in corso un contenzioso fra la Lega e la Nuova Dc di Totò Cuffaro, entrambe interessate ad accaparrarsi la Servizi Ausiliari Sicilia, che, con i suoi 1.800 lavoratori è seconda soltanto a Seus come potenziale bacino elettorale. Chi non avrà Sas dovrà accontentarsi di SiciliAcque, magari con la compensazione aggiuntiva nel cda del Parco scientifico e tecnologico della Sicilia.

Nota a margine: s’è deciso di lasciare fuori dallo spoil system due enti ritenuti «assimilabili alle nomine dei manager della sanità»: manterranno dunque i loro posti al vertice Roberto Sanfilippo (Cefpas) e Giovanni Albano (Fondazione Giglio), comunque «apprezzati trasversalmente» per il loro lavoro. Una linea diversa, su input di Schifani, sarà tenuta sulle società controllate e sugli enti vigilati dalla Regione: anche qui azzeramento degli attuali vertici, ma con un «regime transitorio» affidato a dei commissari nominati oggi dalla giunta per restare in carica «qualche mese».

In attesa delle scelte definitive della politica, anche per evitare un picco di conflittualità nella coalizione prime del delicato test di bilancio e finanziaria all’Ars. E saranno tutti burocrati “interni” nominati dagli assessori di rispettiva competenza, d’intesa con Schifani. Così, per fare qualche esempio, Alessandro Aricò indicherà un suo dirigente al Cas (nonostante il collega Edy Tamajo spinga l’“esterno” Beppe Picciolo) e Iacp; Luca Sammartino designerà i commissari di Esa, Istituto zootecnico e Istituto Vino e Olio; lo stesso Tamajo darà il nome per l’Irca; Elena Pagana deciderà i vertici dei Parchi e Mimmo Turano quelli degli Ersu.

Quella di oggi sarà una delicata prova per il “nominificio” del centrodestra. In attesa delle prossime: il turn over dei dirigenti regionali: la prossima settimana delibera di revoca per tutti, congelati però fino al 14 febbraio, data delle scelte finali. E poi i manager della sanità. Ma quella sarà davvero un’altra partita.