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Caltanissetta, Padre Vincenzo Scrudato celebra 50 anni di sacerdozio: una vita al servizio di Dio

Marcella Sardo

Caltanissetta, Padre Vincenzo Scrudato celebra 50 anni di sacerdozio: una vita al servizio di Dio

Dom, 18/09/2022 - 08:19

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Nella chiesa San Michele di Caltanissetta si celebra il 50esimo anniversario di sacerdozio di Padre Vincenzo Scrudato

Nella chiesa San Michele di Caltanissetta questa sera, domenica 18 settembre alle ore 19, è stata organizzata una grande festa per celebrare il 50esimo anniversario di sacerdozio di Padre Vincenzo Scrudato.

Un pomeriggio gioioso che inizierà alle ore 19 con la celebrazione eucaristica presieduta direttamente dal Vescovo della Diocesi di Caltanissetta Mons. Mario Russotto e si concluderà nel cortile della chiesa con un piccolo buffet e il taglio della torta.

Il cappuccino dell’ordine dei frati minori ha già festeggiato questo evento a Salemi lo scorso 13 agosto. nella parrocchia Maria Santissima della Confusione nella quale attualmente è stato assegnato, e a settembre a San Giovanni Gemini, suo Comune di origine, ma ha ugualmente accettato di rinnovare questo momento a Caltanissetta nella parrocchia nella quale ha vissuto circa un quarto di secolo di vita.

Quasi 25 anni nei quali, in veste di parroco, ha supportato i fedeli nel loro percorso di fede e contribuito alla nascita di tante realtà spirituali e crescita di nuovi progetti, tra i quali spicca il cammino neocatecumenale –  itinerario di formazione cattolica che era già presente nella parrocchia Santa Flavia e che, oggi, è attivo anche nella parrocchia San Paolo – e l’ampliamento dell’antica struttura del convento con la costruzione della chiesa grande in quello che, al momento del suo arrivo, era soltanto un magazzino di raccolta.

“Abbracciare la strada che Dio ha scelto per ciascuno di noi accettando anche i cambiamenti di percorso nei programmi e obiettivi che ci eravamo prefissati” è un suggerimento che padre Vincenzo Scrudato ha sempre dato ai parrocchiani e ai fedeli che andavano a chiedergli aiuto. Una lezione che lui stesso, per primo, ha imparato a seguire così come più volte ha raccontato.

Entrato nel noviziato nel 1963, Vincenzo aveva chiaro il suo futuro e il modo in cui avrebbe potuto servire il Signore ma ha subito capito che, come uomo, anche lui aveva “limiti, incoerenze, peccati, e, non ultima, la fatica del suo credere”.

Padre Vincenzo si è buttato immediatamente sugli studi in ambito biblico per proseguire un percorso nella ricerca e nell’insegnamento anche grazie al percorso intrapreso frequentando il Pontificio Istituto Biblico di Roma. Furono anni complessi quelli che attraversarono le rivoluzioni del ’68 e che spinsero molti suoi confratelli a lasciare l’ordine e il sacerdozio.

Passato indenne questo periodo e ordinato sacerdote nel 1972, Padre Vincenzo ha proseguito il suo percorso spirtuale e nel 1987 fu inviato in Grecia dove, per 4 anni, ha imparato a conoscere meglio ciò che di “diverso” esisteva attorno a lui e come poterne fare tesoro. Partito per un progetto che prevedeva la creazione di un centro studi poi mai andato in porto, il parroco è rimasto in una terra straniera dove predominava il mondo dell’ortodossia con pochissimi cattolici e tantissimi turisti che frequentavano la messa domenicale.

Le celebrazioni erano multilingue e al momento dei canti, a una melodia ben nota a tutti, riecheggiavano le voci e le parole proclamate da ciascuno nel paese di origine. Momenti indimenticabili che sottolineano come la fede era capace di unire persone apparentemente molto diverse tra loro.

Tornando in Sicilia, nel 1992, un nuovo cambiamento ha toccato la vita di Padre Vincenzo Scudato con l’assegnazione come parroco nella chiesa di San Michele a Caltanissetta. Una tappa che doveva durare pochi mesi ma che si è prolungata per 24 anni rappresentando l’esperienza più lunga e significativa della sua vita sacerdotale.

L’attività accademica, che doveva essere il fulcro della sua vita, è diventata alla fine un’attività marginale rimasta viva con i corsi di Greco biblico e di Ebraico che il parroco svolge con passione senza alcuna aspirazione di gloria ma, piuttosto, come servizio alla Chiesa “cercando di fare innamorare gli studenti di queste lingue, strumenti indispensabili per navigare nel mare della parola di Dio, per trovare in essa l’alimento per la propria vita personale e per quella del popolo di Dio”.

È intenso il ricordo dell’esperienza vissuta a Caltanissetta fino al 2016, anno in cui è stato trasferito e ha dovuto lasciare la chiesa di San Michele anche per curare al meglio la malattia che lo aveva colpito alle corde vocali e fatto perdere quasi del tutto la voce.

“Non avevo grandi miei programmi da realizzare come parroco.
La realtà di una società sempre più secolarizzata, l’urgenza di una nuova evangelizzazione, mi ha portato a dare un taglio kerygmatico a tutta la nostra pastorale, centrata, cioè, sull’annunzio dell’amore di Dio per ogni uomo. La scelta del Cammino neocatecumenale ne è stata la conseguenza, necessaria per dare la possibilità a chi fosse interpellato dal Kerygma di sperimentarne la verità attraverso un cammino di riscoperta del battesimo a livello esistenziale.
È stata una grazia di Dio anche questa. Non ho rimpianti.

Ho toccato con mano come la Parola di Dio, se accolta, ha il potere enorme di fare nuove tutte le cose. Dietro queste parole, che possono sembrare uno slogan, c’è la concretezza di tanti volti, di tante storie, di tante situazioni disperate, di tante vite distrutte, di tanti matrimoni senza speranza, che Dio ha ricostruito.

Dio è stato generosissimo. Ci ha permesso di ricostruire e far rivivere la comunità cristiana e nello stesso tempo di affrontare i tanti lavori, a partire dalla chiesa nuova, necessari per accogliere dignitosamente la realtà di una comunità parrocchiale continuamente in crescita.

Il Signore ci è venuto incontro in un modo impressionante. Abbiamo sperimentato continuamente la sua provvidenza. Abbiamo perso il conto di quanto si è speso. Nessun aiuto dall’esterno. Il Signore si è servito della generosità dei fedeli. In questi anni Dio ci ha donato tre Presbiteri”.

Quasi in coincidenza con l’arrivo della pandemia Padre Vincenzo Scrudato è tornato a svolgere il servizio di parroco nella chiesa di Salemi dove ancora oggi si trova e continua a lottare contro il processo di scristianizzazione che sta colpendo sempre più la società contemporanea.

Oggi, guardandosi indietro e scorrendo indietro gli ultimi 50 anni, Padre Vincenzo Scudato avverte “un sentimento profondo di gratitudine verso il Signore, per la misericordia e la benevolenza manifestata in tutti questi anni. La vocazione al sacerdozio – ha concluso – non è una scelta ma una chiamata. E ciascuno di noi deve capire qual è la propria. Tutti, in quanto battezzati, viviamo una vita donata nella gioia, perché frutto di una pienezza di vita. Solo comprendendo questo importante passaggio, l’incontro con l’amore, possiamo far scaturire la nostra personale vocazione. Una chiamata a declinare questo amore nei vari ambiti e modalità dell’esistenza, nel matrimonio, nel sacerdozio, nella vita consacrata. E non dobbiamo avere timore o incertezze nel rispondere a questa chiamata”.

Un messaggio di gioia e un incoraggiamento che questa sera tutti i fedeli potranno condividere durante la celebrazione eucaristica nella chiesa di San Michele e nella festa che vi seguirà.

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