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Dolci di natale: la Sicilia e la ricetta del suo tradizionale buccellato

Sergio Cirlinci

Dolci di natale: la Sicilia e la ricetta del suo tradizionale buccellato

Mer, 22/12/2021 - 11:12

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Pandoro e Panettone, farcito con crema, canditi, frutta secca o al naturale. Ormai nelle tavole imbandite per le festività natalizie ce n’è di tutti i gusti. Non tutti, però, ricordano che la tradizione siciliana dolciaria prevedeva la preparazione del “Buccellato”.

E il ricordo di questa preparazione e del significato che aveva nelle tavole dei siciliani è stato affidato a Davide Miracolini, pasticcere di seconda generazione che, con la famiglia, porta avanti con onore le profumate e colorate tradizioni della nostra terra.

“Il mio ricordo del periodo Natalizio – ha raccontato – si accende con i colori variopinti della diavolina che era un immancabile tocco finale alle svariate forme di Buccellati che nel laboratorio realizzava mio Papà Attilio”.

Quelli che vengono usati sono stati definiti “ingredienti magici” perché capaci di rendere questo dolce unico, speciale, rievocativo.

Tutto inizia dai fichi che prima di essere sbollentati vengono privati del loro peduncolo. Pazienza e precisione devono caratterizzare questa procedura in modo che, in bocca di chi degusterà il buccellato, non finisca nessun “Zicchuni”, come in gergo dialettale veniva definito.

La preparazione prosegue sgusciando con la stessa cura noci, mandorle e pistacchi.

Per la preparazione di una corona di 24 cm bisogna preparare pasta frolla e il ripieno.

Per la frolla: 300 gr di farina di grano duro, 300 gr di farina 00, 180 gr di zucchero, 150 di strutto, 12 gr di ammoniaca, latte quanto basta.

Per il ripieno: 500 gr di fichi, 50 gr di nocciole, 50 gr di mandorle tostate, 50 gr di noci, 30 gr di cioccolato fondente, 50 gr di uva passa, 50 gr di marmellata di albicocca, una spolverata a piacere di cannella e arancia, 20 ml di Marsala.

Per la decorazione: frutta candita a piacere

Dopo aver creato la corona il dolce va messo in forno e servito ai propri ospiti dopo che si sarà raffreddato.

Per il buccellato non si tratta soltanto di una ricetta di cucina. Tutto diventa quasi un rito che diventa parte integrante del fascino di questo dolce siciliano che intreccia sapori, colori, profumi. Un amore che, anno dopo anno, dalle sapienti mani di chi lo tramanda di generazioni in generazioni arriva nelle tavole di tutti noi Siciliani.

Non sempre è corretto accettare la “novità” e la “moda” come una naturale evoluzione della società contemporanea e sovrapporla, a discapito, alle nostre tradizioni. La cucina, in Sicilia, è amore, cultura, famiglia, memoria. E’ il ricordo della tavola con le immancabili tovaglie bianche ricamate a uncinetto che le nostre nonne uscivano dalle credenze per le grandi occasioni e che avevano ancora l’odore della naftalina.

Far tornare di “moda” la tradizione, questo è il vero messaggio anticonformista che andrebbe promosso e riabituare i palati ai sapori dell’arte dolciaria della Sicilia senza doverla necessariamente sovrapporre a quella di altre regioni o Paesi stranieri.

Perché la Sicilia è così. E’ sempre stata così. Un’isola con un popolo inclusivo, accogliente e generoso. Ma, al contempo, un popolo che non deve mai perdere le sue radici. Dalla storia alla cucina, ai suoi colori e profumi. E il Buccellato di Natale racchiude tutto questo.

Nella foto di copertina: una corona di Buccellato.

Nella foto in basso: la famiglia Miracolini

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