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Sicilia, corruzione: cricca dell’acquedotto Taormina,5 misure cautelari

Redazione

Sicilia, corruzione: cricca dell’acquedotto Taormina,5 misure cautelari

Mer, 03/11/2021 - 09:23

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Corruzione a Taormina. Al centro di quello che viende definito “un sistema illegale” ci sarebbero un funzionario pubblico del settore acquedotto, che sarebbe la figura centrale, e quattro imprenditori. Guardia di finanza e polizia di Stato hanno eseguito cinque misure cautelari interdittive per peculato, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e violazione della normativa in materia di subappalto. A dare avvio alle indagini, coordinate dalla procura di Messina, sono state segnalazioni su anomalie nell’affidamento e nella gestione dei servizi e delle attivita’ del settore acquedotto dell’Azienda servizi municipalizzati di Taormina. 

Riscontrati una eccessiva frammentazione dei lavori e un frequente ricorso alla trattativa privata o all’affidamento diretto a favore di un limitatissimo numero di ditte, in diritto degli obblighi di evidenza pubblica e del principio di scadenza previsto per gli appalti sottosoglia che utilizzano la procedurata. I successivi approfondimenti, anche tramite intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno consentito di fare luce, secondo ipotesi d’accusa, su un “sistema radicato nell’ente”, “connotato dalla cattiva gestione dei poteri e delle prerogative” agli affidamenti di lavori e forniture connessi da parte dell’Asm – Settore Acquedotto, “piegato” alla realizzazione di “interessi di tipo personale piuttosto che rispondente ai principi di correttezza, trasparenza ed imparzialita’ che dovrebbero presiedere all’azione amministrativa”.

Figura centrale un funzionario dell’ente, responsabile del servizio acquedotto, il quale avrebbe operato, con “spregiudicatezza e gestendo in maniera personalistica l’articolazione da lui diretta, tanto da fare mercimonio della funzione ricoperta, per ottenere vantaggi personali”. In svariate circostanze il funzionario, per eseguire lavori di scavo per perdite della rete idrica comunale e ripristinare la sede stradale, ha provveduto all’affidamento diretto a incaricare ditte, “i cui titolari erano compiacenti”, senza la previa consultazione di altre imprese e, quindi , in normativa in materia di appalti pubblici. 

Inoltre, come emergente dall’indagine svolta dalle Fiamme gialle e dalla polizia di Stato, il funzionario si sarebbe appropriato, avendone la disponibilita’, di materiale idraulico di proprieta’ dell’Asm del valore di circa mille euro e di alcuni contatori in ottone dismessi, vendendoli a terzi per oltre duemila euro e acquistando, con il ricavato, una caldaia e dei radiatori da incluso nella propria abitazione. Contestato al funzionario anche l’avere richiesto a un imprenditore, che ha accettato, di assumere un tempo cambio suo figlio, offrendogli in informazioni sulle offerte presentato da altre ditte concorrenti nelle gare per l’aggiudicazione dei lavori e annullando procedura gia’ concluse per favorirlo. 

Il tribunale di una caldaia e dei radiatori da avere nella propria abitazione. Contestato al funzionario anche l’avere richiesto a un imprenditore, che ha accettato, di assumere un tempo cambio suo figlio, offrendogli in informazioni sulle offerte presentato da altre ditte concorrenti nelle gare per l’aggiudicazione dei lavori e annullando procedura gia’ concluse per favorirlo. Il tribunale di una caldaia e dei radiatori da avere nella propria abitazione. 

Contestato al funzionario anche l’avere richiesto a un imprenditore, che ha accettato, di assumere un tempo cambio suo figlio, offrendogli in informazioni sulle offerte presentato da altre ditte concorrenti nelle gare per l’aggiudicazione dei lavori e annullando procedura gia’ concluse per favorirlo. Il tribunale di Messina ha disposto nei confronti del funzionario indagato la misura cautelare della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio per la durata di un anno, con interdizione, per lo stesso periodo, dello svolgimento di tutte le attivita’ inerenti al pubblico ufficio o servizio da lui ricoperto; le altre quattro misure cautelari del divieto temporaneo di contratto con la pubblica amministrazione concernente altrettanti imprenditori, nella misura variabile da sei mesi a 10 mesi.

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