Salute

Caltanissetta, violenza sulle donne: i volontari della Croce Rossa in prima linea contro gli abusi

Marcella Sardo

Caltanissetta, violenza sulle donne: i volontari della Croce Rossa in prima linea contro gli abusi

Sab, 10/04/2021 - 16:48

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Una donna che subisce un abuso sessuale o una violenza vive un evento traumatico, soprattutto se il maltrattante è qualcuno che conosce, di cui si fida o con il quale ha una relazione familiare o affettiva.

A Caltanissetta esiste una rete capillare e organizzata che, attraverso il centro antiviolenza, supporta e sostiene le vittime in tutte le loro necessità, bisogni fisici, psicologici o sociali.

In questa ultima settimana a intervenire sono stati i volontari del Comitato della Croce Rossa Italiana e l’avvocato Federica Laverde che, insieme al centro Galatea, ha attivato il protocollo di protezione e tutela della donna.

“Cerchiamo di fornire tutta l’assistenza necessaria nella speranza che la vittima possa intraprendere un percorso di rinascita lontano dal suo maltrattante – ha commentato la volontaria della Croce Rossa di Caltanissetta e avvocata Federica Laverde -. Il supporto dei volontari della Croce Rossa spesso è fondamentale per avere un primo contatto con la vittima che, sentendosi accolta e non giudicata, può trovare il coraggio di confidarsi e ammettere il dramma che sta vivendo”.

L’avvocata ha spiegato come una delle priorità dello Sportello di ascolto per soggetti fragili, istituito dalla Croce Rossa nella sede che si trova all’istituto Testasecca in viale della Regione n. 1 a Caltanissetta, sia quello di creare un rapporto di fiducia con l’utente ed essere a disposizione per qualsiasi esigenza. Una caratteristica valida soprattutto in caso di donne vittime di violenza.

La prima grande difficoltà, manifestata da tutte le associazioni e istituzioni che si occupano di violenza femminile, è quella di riuscire a parlare con la donna senza essere alla presenza del suo carnefice. Gli uomini maltrattanti, infatti, isolano la propria vittima allontanandola da tutti gli affetti e azzerano qualsiasi occasione di lavoro. Un muro insormontabile che, però, con la determinazione e il desiderio di riscatto, può presentare qualche crepa.

Ogni occasione diventa proficua per sensibilizzare sulla tematica, una raccolta viveri davanti al supermercato, un evento pubblico, una raccolta fondi in occasione della festa della Donna, una conferenza aperta al pubblico. Nel caso in cui nel nucleo familiare vi sia una difficoltà o un disagio economico la Croce Rossa si trasforma in un ottimo canale per poter creare uno spiraglio di uscita.

Tutti i volontari della Croce Rossa che si confrontano con l’utenza sanno di dover adottare un approccio empatico: comprendere la situazione dell’utente che hanno di fronte, non giudicarlo e provare a supportarlo in tutte le sue necessità. Quello del volontario CRI non è mai un compito da assumere con leggerezza. Tutti i servizi svolti possono essere fondamentali per essere di aiuto a chi ha bisogno, compresi quelli che, dall’esterno, potrebbero essere considerati i più banali, come la gestione del magazzino per i pacchi viveri o la consegna del vestiario.

“Capita, talvolta, che uno dei volontari segnali, agli operatori dedicati allo Sportello di supporto, alcune specifiche problematiche che ha notato – ha proseguito l’avvocata Laverde -. Un occhio nero, un momento di particolare sconforto, un velato messaggio di aiuto, una frase che non doveva sfuggire. Noi, con molta discrezione, proviamo a ricontattare la donna e poterla aiutare a uscire dal suo personale incubo”.

Superato il primo ostacolo, quello dell’ammissione del problema, inizia un altro lungo percorso ugualmente complicato ma che porta verso l’autonomia economica e logistica.

“Non basta dire alla donna di allontanarsi dal maltrattante e non tornare più nella casa comune, serve fornirle con tempestività gli strumenti necessari per potersi distaccare. La burocrazia spesso è lunga e articolata e non coincide con i bisogni delle vittime. La Croce Rossa si attiva immediatamente, prima che la situazione diventi irreparabile, fornendo buoni pasto, vestiario e altri servizi di supporto psicologico e sociale” ha proseguito l’avvocata che, prima di tutto, si sente una volontaria CRI .

Primi passi indispensabili per consentire il distaccamento dall’uomo maltrattante e la rinascita della donna dalla sua condizione di vittima.

“Ci siamo trovati ad affrontare situazioni critiche, talvolta anche accompagnando la donna nel proprio tetto domestico per recuperare alcuni effetti personali, dandole coraggio e supporto nella sua decisione. Non ci siamo mai tirati indietro perché questo è ciò che viene richiesto a chi con spirito di solidarietà, sceglie di dedicare il proprio tempo e capacità al bene del prossimo. La pandemia ha ulteriormente danneggiato le donne cristallizzandole nelle loro condizioni economiche e sociali e, complice la crisi economica, il lockdown, il rientro forzato nelle proprie abitazioni entro determinati orari, tutto è diventato ancora più complesso”.

L’avvocata Federica Laverde, però, ha invitato le donne o i suoi amici e familiari a non abbattersi ma, al contrario denunciare attingendo a tutta la rete di sostegno fatta di personale socio sanitario, centri antiviolenza, forze dell’ordine e Croce Rossa.

Tanto è stato fatto ma molto altro deve ancora essere realizzato per poter consentire di distruggere alla base questo sistema di violenza e abuso concentrato soprattutto sulle donne. Il primo passo deve essere quello della richiesta di aiuto della vittima o di chi è a conoscenza di un abuso. I passi successivi saranno compiuti a braccetto delle istituzioni e organizzazioni preposte.

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