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Rassegna stampa. Astrazeneca: sei Procure siciliane indagano sui casi sospetti. L’ultimo nell’Agrigentino

Alle cinque inchieste in corso in Sicilia sulle conseguenze (in alcuni casi mortali) verificatesi dopo l’inoculazione del vaccino anticovid dell’AstraZeneca, che vedono impegnate le Procure di Trapani, Gela, Siracusa, Catania e Messina, se ne aggiunge un’altra che coinvolge Agrigento e che riguarda la morte sospetta di un operatore sanitario di 52 anni di Licata. All’uomo, che lavorava in una casa di riposo di Palma di Montechiaro, era stata iniettata alcuni giorni prima, insieme a tutto il personale della struttura, la prima dose del vaccino. Inizialmente senza apparenti problemi e indicato dai familiari e dai conoscenti come in buona salute, si era poi sentito male qualche giorno dopo, accusando un malore nella casa di famiglia dove viveva con i genitori (era celibe).

Trasportato all’ospedale di Licata era poi stato trasferito in eliambulanza e in gravi condizioni al Policlinico di Palermo, dove è però deceduto per emorragia cerebrale. I familiari avrebbero chiesto di verificare le cause del decesso e per questo sarebbe stata sporta denuncia. E altre tre inchieste nell’Isola sono incentrate sulle morti di altrettante persone alle quali è stato somministrato l’ormai famosa dose del vaccino AstraZeneca del lotto con codice Abv2856 (poi ritirato in via precauzionale in tutta Italia) somministrata a un militare della Marina di Misterbianco di stanza ad Augusta, Gaetano Paternò, 44 anni da compiere, sposato e padre di due figli, deceduto nella notte tra l’8 e il 9 marzo nella sua casa, dopo una quindicina di ore dal vaccino (indaga Siracusa); un’altra riguarda un poliziotto di Catania, Davide Villa, 50 anni, morto il 7 marzo, dodici giorni dopo avere ricevuto analoga dose.

Villa aveva iniziato a stare male il giorno successivo all’inoculazione e le sue condizioni peggiorarono fino al decesso per emorragia cerebrale causata, secondo il referto ospedaliero, da una trombosi (indaga Messina). La terza inchiesta ancora per una dose “incriminata” iniettata al maresciallo dei carabinieri Giuseppe Maniscalco, 54 anni, vice comandante della sezione di pg presso la Procura di Trapani, deceduto 48 ore dopo il vaccino per infarto (indaga Trapani). C’è poi un’inchiesta aperta a Gela che riguarda una insegnante di 37 anni ricoverata a Caltanissetta in gravissime condizioni per un’emorragia cerebrale. La donna aveva ricevuto il vaccino il primo marzo (dose però di un lotto diverso da quello ritirato dall’Aifa). Si è avuta notizia di un’altra indagine in corso a Catania (diffusa da Repubblica) su eventuali controindicazioni del vaccino AstraZeneca, su soggetti trombofilici.

L’inchiesta, che sarebbe a carico di ignoti, ipotizza il reato previsto dall’articolo 443 del codice penale, sul “commercio o somministrazione di medicinali guasti o imperfetti”. Sempre Catania starebbe indagando su un altro caso che, fortunatamente, non ha però provocato la morte della persona vaccinata. Le famiglie del militare della Marina e del maresciallo dei carabinieri hanno presentato un esposto per chiarire le cause della morte. Non lo hanno fatto invece i congiunti del poliziotto di Catania. E a proposito del sottufficiale della Marina l’esame autoptico si è svolto nel tardo pomeriggio di sabato scorso all’ospedale catanese Cannizzaro. A eseguirlo i periti incaricati dalla Procura di Siracusa (indagano il procuratore Sabrina Gambino e il sostituto Gaetano De Bono) dottori Ragazzi, Barbera, Iacobello e Marletta. Presenti anche i periti (dottori Guerrera, Di Mauro, Indelicato, Oristanio e Condorelli) nominati dai legali della famiglia della vittima.

Effettuati tutti i prelievi necessari, occorre adesso attendere l’esito dei vari esami prima di trarre le conclusioni. Intanto ieri sono giunti a Siracusa gli ispettori inviati dal ministero della Sanità che oggi saranno ricevuti in Procura dopo avere incontrato i vertici dell’Asp di Siracusa e delle strutture sanitarie coinvolte. La serie di tragici eventi, sui quali sarà però bene evitare inopportune speculazioni, ha comunque avuto l’effetto di creare un notevole allarme tra la gente che in molti casi ha rifiutato la somministrazione del vaccino AstraZeneca. A Caltanissetta, per esempio, sabato su 600 prenotati per la prima dose di questo vaccino se ne sono presentati appena 190.

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