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Caltanissetta. Leandro Ianni (Italia Nostra) sul bosco nel quartiere di San Luca: “La città non è “altro” da noi”.

Redazione 1

Caltanissetta. Leandro Ianni (Italia Nostra) sul bosco nel quartiere di San Luca: “La città non è “altro” da noi”.

Sab, 06/02/2021 - 14:28

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Riceviamo e pubblichiamo riflessione del prof. Leandro Ianni (nella foto), presidente di Italia Nostra Sicilia, in merito alla segnalazione-denuncia, da parte di Legambiente Caltanissetta, della cancellazione di un prezioso frammento di bosco nel quartiere San Luca, per far posto all’ennesimo palazzone.

“Indubbiamente c’è tanta strada da percorrere, ancora, affinché si inverta definitivamente la tendenza che, dagli anni Cinquanta ad oggi, ha fatto del nostro territorio, della nostra città un bene disponibile per nefaste speculazioni e facili arricchimenti privati e si riaffermi una coscienza del “bene comune”.

Ma, noi siamo convinti che questo cambiamento è possibile in quanto fortemente sperato, voluto da un numero sempre crescente di cittadini. Cittadini che si organizzano in gruppi, comitati, associazioni. Cittadini capaci di sognare, immaginare. Di progettare un diverso futuro.

In sintesi: “la città quale bene in comune”. Un insieme di spazi, edifici e risorse condivise, a vantaggio di tutti. Un sistema urbano che risponda ai bisogni abitativi primari e alle diverse esigenze sociali, economiche, culturali ed estetiche di chi lo abita. Una “civitas” capace di generare qualità della vita, felicità di appartenenza ad una specifica comunità. Intelligenza collettiva.

La qualità di una città è certamente la qualità degli spazi domestici, ma anche la qualità di strade, di marciapiedi, di piazze, di giardini, di parchi, di palazzi pubblici, di alberi, di aiuole, di statue, dell’acqua che arriva ai rubinetti, dell’aria che si respira. Di tutto ciò che costituisce il fondamento dello stare insieme.

Vivere, appartenere ad una collettività non può prescindere dall’attenzione e dalla cura nei confronti di ciò che è patrimonio, valore condiviso. Occorre pertanto che tutti se ne prendano carico, cittadini e amministratori, con la stessa attenzione con cui ci si dedica alle proprietà personali. Cioè tenendo pulito e in buon ordine, mantenendo, restaurando, ristrutturando, adeguando, modificando e innovando; gestendo bene le risorse a disposizione, rendendo produttivo ciò che ci appartiene, ciò che lasceremo ad altri; non consumando più un solo metro quadro di suolo.

Per realizzare questo cambiamento occorre sviluppare e applicare “modelli nuovi”. Una città quale bene comune richiede una visione nuova, quella che gran parte del pensiero contemporaneo – ecologico, sistemico, organicistico, olistico – auspica, promuove.

Viviamo in una tale stretta interdipendenza tra persone, cose, spazi, risorse, ambienti, che risulta inconcepibile qualsiasi idea di separazione tra i sistemi a cui apparteniamo, non ultimo la città. Il nostro benessere personale, la nostra sopravvivenza è fortemente legata al benessere del territorio in cui abitiamo. In definitiva, la città nel suo complesso, non è “altro” da noi. Per questo sono necessarie responsabilità e azione, partecipazione collettiva, regole da rispettare e da far rispettare, competenza, progettualità”.

Termini quali “unitarietà”, “organicità”, “relazione”, “parte-tutto”, “diversità”, “comunità”, “rete”, “partecipazione”, “responsabilità”, sono gli stessi su cui si fondano le più interessanti ricerche sullo spazio urbano contemporaneo del nuovo organicismo, dell’urbanistica integrale, dell’architettura sostenibile, ecc.. Insomma, affinché avvenga una efficace, autentica trasformazione sociale e urbanistica, è necessario questo cambiamento: certamente etico ma dalle fortissime implicazioni sul nuovo disegno della città.

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