Salute

Caltanissetta, l’assistente sociale Maria Pia Giammusso va in pensione: una vita al servizio dei più fragili

Marcella Sardo

Caltanissetta, l’assistente sociale Maria Pia Giammusso va in pensione: una vita al servizio dei più fragili

Gio, 25/02/2021 - 07:00

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Dopo 24 anni al servizio del Comune di Caltanissetta l’assistente sociale Maria Pia Giammusso va in pensione.

Il saluto, di tutta l’amministrazione pubblica e i colleghi, arriverà oggi anche se il suo rapporto di lavoro, ufficialmente, si concluderà il 1 aprile. La professionista, che ha sempre visto la sua mansione come una vocazione al servizio degli altri, non si è mai sottratta alle sue incombenze al punto che aveva accumulato diverse settimane di ferie che, adesso, dovrà necessariamente prendersi.

Chiuderà, dunque, un arco temporale della sua vita durato, se si considera solo quello nella nostra città, quasi un quarto di secolo e, per una pura coincidenza, rappresenterà il passaggio dall’inverno alla primavera. Maria Pia, 63 anni, adesso potrà dedicarsi a tempo pieno ai suoi figli Piero (39 anni) e Gaia (36) e ai suoi 4 nipoti Elisa, Gabriele, Giulia e Silvia. Dopo deciderà in quali attività dedicare le sue inesauribili energie.

Essere al servizio degli altri, dedicarsi alle necessità di ciò che ci circonda, del resto, è un insegnamento ereditato dalla sua famiglia di origine.

Il padre, Michele Aldo Giammusso, è stato Presidente della Pro Loco di Caltanissetta, appassionato della città e sempre pronto a trovare iniziative che potessero attrarre visitatori e promuovere il territorio.

Il fratello, Emilio Giammusso, è stato Presidente del Consorzio Universitario Nisseno avviando proposte e collaborazioni utili a sostenere la permanenza dei giovani a Caltanissetta.

Maria Pia, invece, ha scelto la strada più difficile, quella dei Servizi Sociali, quella che portava verso i più fragili, i disagiati, scegliendo di dedicare una particolare attenzione ai minori senza mai portare l’occhio all’orologio o al cartellino da timbrare. La sua giornata si concludeva solo quando finiva ciò che aveva iniziato non fermandosi mai, nemmeno durante il lockdown imposto per contenere la pandemia da Covid-19.

Nell’arco della sua carriera pur avendo già il suo “posto” ben definito nelle stanze del palazzo comunale, per poter acquisire sempre più competenze da spendere nella sua attività quotidiana Maria Pia Giammusso ha scelto di seguire il corso di laurea in Servizi Sociali a Trieste, realtà che all’inizio del 2000 era già considerata un’eccellenza nel settore.

“Quello che per anni ha svolto nostra madre non è stato un lavoro ma una missione al servizio dei più deboli – hanno raccontato i figli -. Ci ha insegnato il valore dell’altruismo soprattutto nei confronti di chi è in difficoltà, a rispettare sempre la dignità di chi ci circonda e la speranza di un futuro che può sempre migliorare, purché si abbia il coraggio di agire secondo giustizia”.

“In questo lavoro servono spalle larghe per ascoltare” ha sempre raccontato Maria Pia Giammusso e ha ragione perché, allo sportello dei Servizi Sociali del Comune, arrivano persone con vissuti dolorosi, racconti spesso appesantiti da un disagio economico o di maltrattamenti.

Per i minori l’assistente sociale si è sempre battuta con grinta e determinazione occupando ruoli di responsabilità o collaborando con la polizia municipale e il tribunale dei minori anche come giudice popolare. A lei, in tutti questi anni di servizio, è sempre stata chiesta, soprattutto, una valutazione oggettiva di una realtà che doveva essere prima filtrata da tutte le emozioni soggettive di cui era stata intrisa durante il racconto. Il benessere dell’individuo, però, dovevano essere sempre collocati al primo posto.

E sono questi valori e questo bagaglio culturale ed emotivo che Maria Pia Giammusso porterà dentro di sé nel secondo capitolo della sua vita.

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