Salute

Covid: Coldiretti, riaperti in 72 mila tra bar e ristoranti

Redazione

Covid: Coldiretti, riaperti in 72 mila tra bar e ristoranti

Dom, 06/12/2020 - 09:52

Condividi su:

Non solo shopping, con il ritorno di cinque nuove regioni tra le zone gialle hanno riaperto oltre 72 mila tra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi costretti per settimane alla chiusura o alla sola attivita’ di asporto o consegna a domicilio.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti dell’entrata in vigore della nuova ordinanza del Ministro della Salute, Roberto Speranza che prevede il passaggio del Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria da area arancione ad area gialla dove gia’ si trovavano Sicilia, Liguria, Lazio, Molise, Sardegna, Veneto e Provincia di Trento.

Nonostante i cambi di colore, in Italia – sottolinea la Coldiretti – restano chiusi quasi la meta’ (47%) dei bar, ristoranti, delle pizzerie e agriturismi per un totale di quasi 170mila locali situati nelle regioni rosse e arancioni dove e’ proibita qualsiasi attivita’ al tavolo, con un drammatico impatto su economia ed occupazione. Le ultime riaperture per la ristorazione – precisa la Coldiretti – riguardano strutture presenti in Emilia Romagna (quasi 27mila), Friuli Venezia Giulia (quasi 8mila), Marche (quasi 10mila), Umbria (oltre 6mila) e Puglia (oltre 21mila) dove peraltro e’ in corso una vivace discussione.

Nelle zone gialle comunque – evidenzia la Coldiretti – le attivita’ di ristorazione sono consentite solo dalle ore 5,00 alle 18,00 con la possibilita’ sempre della consegna a domicilio, nonche’ fino alle ore 22 della ristorazione con asporto. Nelle zone critiche (arancioni e rosse) – ricorda la Coldiretti – e’ invece consentita la sola consegna a domicilio, nonche’ fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali.

Nonostante la prospettiva di un passaggio a breve in giallo di tutte le regioni italiane, la situazione e’ drammatica – sottolinea la Coldiretti – anche per il permanere dei limiti anche nei giorni piu’ caldi delle feste di fine anno come Natale, Santo Stefano e Capodanno con l’obbligo di chiusura alle 18 per tutte le attivita’ di ristorazione, anche nelle regioni piu’ sicure. Ma a pesare e’ anche la decisione di blindare gli italiani in questi giorni nel proprio comune che mette ko soprattutto le oltre 24mila strutture agrituristiche nazionali che sono principalmente situate in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi citta’ e dai paesi limitrofi.

Un vero paradosso – sostiene la Coldiretti – se si considera che gli agriturismi spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, che sono secondo www.campagnamica.it i luoghi piu’ sicuri perche’ e’ piu’ facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Il taglio delle spese di fine anno a tavola rischia di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 scendono al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per la ristorazione che dimezza il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro, secondo le stime Coldiretti su dati Ismea.

Gli effetti della chiusura delle attivita’ di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualita’ che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attivita’ di impresa – conclude la Coldiretti – devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione con un piano strategico nazionale per salvare le imprese e garantire la sovranita’ alimentare del paese. 

Pubblicità Elettorale