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Rubano reperti ma poi li rispediscono: “portano sfiga”

Redazione 2

Rubano reperti ma poi li rispediscono: “portano sfiga”

Sab, 10/10/2020 - 15:45

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Un pacco con dei reperti archeologici rubati accompagnati da una lettera anonima dal Canada: “Portano sfiga, riprendeteveli”. Se li è ritrovati sulla scrivania il titolare di un’agenzia di viaggio di Pompei che, dopo un primo momento di stupore, li ha consegnati ai carabinieri del posto fisso del parco archeologico.
confessione di qualcuno dall’altra parte dell’oceano che raccontava di aver rubato dei reperti durante una visita agli scavi. Aveva poco piu’ di venti anni, Nicole, quando dal Canada arrivo’ al Parco Archeologico di Pompei. Voleva avere un pezzo di storia “che nessuno poteva avere”. E cosi’ rubo’ dei reperti. Ma da allora la sua vita e’ cambiata. Due tumori al seno, difficolta’ economiche per la sua famiglia. Una “maledizione”, penso’, si era abbattuta su di lei. E diede la colpa proprio a quei reperti, a quel pezzo di storia che aveva rubato e che in se’ “aveva tanta energia negativa”. Tasselli “legati a quella terra di distruzione”. Da qui la decisione di restituire tutto. La storia di Nicole ma anche di Alastain e Kimberly parte dal Canada e arriva sulla scrivania del titolare di un’agenzia di viaggio di Pompei. Storie racchiuse in un pacco che conteneva le due lettere di ‘confessione’ e anche i reperti rubati: vale a dire due tessere di mosaico, due pezzi di anfora ed un pezzo di ceramica. L’agente consegna tutto ai carabinieri del posto fisso di Pompei e da li’, traducendo le lettere, viene fuori una storia di maledizione e di pentimento. Nicola si racconta in quelle righe. Ammette di “aver imparato la lezione” e dice di voler chiedere “il perdono degli Dei”. “Ora ho 36 anni e ho avuto il cancro al seno due volte, l’ultima volta finito in una doppia mastectomia. Io e la mia famiglia abbiamo anche avuto problemi finanziari. Siamo brave persone e non voglio passare questa maledizione alla mia famiglia o ai miei bambini. Per questo perdonatemi per il gesto fatto anni fa, ho imparato la lezione – scrive Nicole – sto chiedendo il perdono degli Dei. Voglio solo scrollarmi di dosso la maledizione ricaduta su di me e la mia famiglia. Per piacere accettate questi reperti cosi’ da fare la cosa giusta per l’errore che ho fatto. Mi dispiace tanto, un giorno tornero’ nel vostro bellissimo paese per scusarmi di persona”. Accanto alla lettera di Nicolea c’e’ anche quella di altri due cittadini canadesi. Sono marito e moglie e anche loro, dagli Scavi di Pompei, portarono via anni fa dei reperti. “Vi restituisco queste pietre che io e mia moglie abbiamo preso mentre visitavamo Pompei e il monte Vesuvio nel 2005 – scrivono – Le abbiamo prese senza pensare al dolore e alla sofferenza che queste povere anime hanno provato durante l’eruzione del Vesuvio e la morte terribile che hanno avuto”. Poi, le scuse: “Siamo dispiaciuti e per piacere perdonateci per aver fatto questa terribile scelta! Possano le loro anime riposare in pace”.
   

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