Salute

Raddoppio Ss 640, cantiere fermo da settimane e imprenditori senza le risorse per continuare: “La ripartenza è molto difficile”

Giuseppe Scibetta - La Sicilia

Raddoppio Ss 640, cantiere fermo da settimane e imprenditori senza le risorse per continuare: “La ripartenza è molto difficile”

Ven, 24/04/2020 - 16:34

Condividi su:

Riprendereilavori per il completamento della 640? Ci speriamo tanto ma non è sicuro. Anzi, va dettoche è abbastanza improbabile, perché non tutte le imprese (un centinaio, n.d.r.) che sino ad ora hanno dato il loro apporto per la realizzazione del raddoppio del tratto conclusivo della Agrigento-Caltanissetta-autostrada Palermo/Catania adesso si trovano le risorse economiche per continuare. Diciamolo in siciliano con più chiarezza: quasi tutti “siamo in mezzo alla me…a”…». Salvatore Giglio è uno degli imprenditori caratterialmente più moderati tra quelli che al momento della stipula del “Contratto Ponte”– sottoscritto il 22 dicembre scorso tra il ministero alleInfrastrutture, l’Anas e la Cmc di Ravenna –si sono impegnati a completare quella che dieci anni fa è stata definita una delle più importanti opere di collegamento della Sicilia e che adesso rischia di rimanere una insopportabile incompiuta.

«Quasi nessuno di noi –spiega Giglio, non nascondendo le sue preoccupazioni e quelle dei colleghi –ha più soldi, perché alla disarmante situazione in cui eravamo venuti a trovarci a causa del fallimento della “Cmc”, adesso si è aggiunta la devastazione procurata alle imprese dal fermo imposto dal coronavirus, inconseguenza del quale tre settimane fa abbiamo dovuto interrompere i lavori anche perché erano finite le mascherine e gli altri dispositivi diprotezione individuale e non eravamo certi di potere assicurarela distanza di sicurezzaoltre che a noi anche agli operai. L’unico vantaggio che stiamo avendo da questa crisi è che stiamo in famiglia un poco di più, ma per il restoè davvero un disastro…».

«A gennaio avevamo fatto uno sforzo economicamente incredibile per riprendere i lavori, dopo che la “Cmc” è stata costretta a interrompere l’attività lasciando nei nostri confronti una somma consistente da saldare che si aggira sui 70 milioni di euro –spiega ancora Salvatore Giglio –e così, anche per l’incoraggiamento che ci ha dato il viceministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, si è creato un certo fervore lavorativ oche, in pochi mesi, ci ha consentito, con l’impiego di una ottantina di operai e di numerosi mezzi, di completare buonaparte delle opere cosiddette intermedie, in particolare quelle riguardanti l’apertura del tratto trale contrade “Grottaros sa”,“Favarella”e“Bigini”per cui adesso gli automobilisti dall’altezza di Scaringi possono raggiungere Agrigento senza più interruzioni in entrambi i sensi di marcia.

Inoltre abbiamo finito il collegamento tra il bivio per Delia e lazona industriale del capoluogo nisseno, nonché la rotatoria che all’altezza del bivio La Spia arriva a Santa Caterina.Ultimamente stavamo lavorando al completamento della rotatoria che porta sulla Capodarso-Enna e avevamo messo mano a quella prevista dove c’è l’uscita per l’autostrada Palermo-Catania. Insomma, tutto stava andando per il meglio, ma questa “botta”dovuta al coronavirus non ci voleva proprio…». «Adesso siamo, ancor di più di quanto lo eravamo prima, in grandi difficoltà economica –spiega ancora –anche perché rischiamo di subire un’altra beffa perché non sappiamo ancora se potremo percepire i soldi che la “Cmc”ci deve dare dopo che l’impresa ravennate ha ottenuto qualche settimana fa una consistente somma di denaro con il decreto “Salva Opere”; e ciò accade perché deve pagare prioritariamente altri creditori.

Poi c’è anche il problema che alcune delle nostre imprese, proprio a causa delle difficoltà economiche in cui sono venute a trovarsi, non sono in grado di esibire il Durc avendo nel frattempo inevitabilmente maturato qualche ritardo nei pagamenti dei fornitori o di qualche dipendente». «La ripartenza è molto difficile, moltodi più di quanto non si creda– conclude Giglio –i miei colleghi continuano a chiamarmi al telefonino per avere notizie e per raccontarmi le difficoltà in cui sono venuti a trovarsi, per cui l’unico modo per sbloccare questa situazione è quella dell’intervento immediato del Governo che, al di là di qualsiasi intoppo burocratico, ci deve dare un aiuto concreto superando tutti gli ostacoli imposti dalla burocrazia: detto senza tanti fronzoli, per ripartire ci devono dare dei soldi, e subito, non certo dei prestiti ma del danaro a fondo perduto, cominciando dal reintegro delle somme che ci sono dovute e non sono state pagate sino ad ora eche noi siamo staticostretti ad anticipare di tasca pur di portare avanti i lavori. Senza un intervento economico straordinario potremmo fermarci, anche perché i soldi nessuno di noi vuole andarli a chiedere alle organizzazioni mafiose…».

Pubblicità Elettorale