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Vallelunga Pratameno, “le fiureddre” (di Alessandro Barcellona)

Carmelo Barba

Vallelunga Pratameno, “le fiureddre” (di Alessandro Barcellona)

Dom, 22/12/2019 - 16:04

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VALLELUNGA PRATAMEBO – Passeggiando per Vallelunga: le “Fiureddre” .
Passeggiando quà e là ci accorgiamo tutti che il nostro centro urbano è cosparso di edicole votive (“fiureddre”): si tratta di forme di arte popolare, espressione di una religiosità antica, radicata e diffusa che continua nel tempo; testimonianze sbiadite di una fede viva che ha segnato intere generazioni nei secoli.
Bisogna andare molto indietro nel tempo per capirne l’importanza, nel mondo Ellenistico e in quello Romano (culto dei Lares), pagani certo ma religiosi comunque! Poi, con il Cristianesimo conosce nuovo slancio. Le immagini sacre o icone custodite nelle aediculae o piccoli santuari, ovvero tempietti, comunicavano attraverso la composizione, le espressioni, il vestiario, il colore un messaggio importante: protezione religiosa della casa stessa, della famiglia che vi abitava e dei suoi ospiti, del quartiere, del viandante che vi transitava davanti.
Le edicole urbane di Vallelunga si presentano oggi quasi tutte sotto forma di nicchie sui muri esterni delle abitazioni, altre staccate dal muro ma addossate ad esso; quasi tutte custodiscono al loro interno vari oggetti, come raffigurazioni sacre, rosari, fiori, ceri, lumini (un paio sono tristemente vuote!). Vi sono anche edicole extraurbane, e sono inserite come punto di riferimento nella toponomastica locale (contrada “San Vicìanzu”, per esempio), dando spesso il nome alla località o ai siti dove sorgono. Sorgono ai crocicchi delle antiche vie rurali, lungo le vie maestre e i percorsi delle processioni per volontà di privati che chiedevano l’intercessione e la protezione dei santi o come ex-voto per grazia ricevuta, per invocare la protezione di angoli e luoghi in cambio di preghiere e mazzetti di fiori: molte di queste hanno una bellissima o commovente storia da raccontare!
Rappresentano un segno della nostra storia e del nostro popolo, formano un vero e proprio reticolato religioso, una sorta di “segnaletica”. In paese, però, noto che sono spesso sporche e abbandonate all’incuria. Ecco perché le edicole votive, seppur consunte dal trascorrere dei secoli, devono restare vive nella memoria dei devoti, ma soprattutto meritano l’attenzione di chi, aldilà del culto, non può rimanere indifferente alla bellezza dell’arte e al rispetto della nostra storia. La conoscenza di questo inestimabile patrimonio culturale è fondamentale, innanzitutto, per mantenere in vita le radici di un popolo e salvaguardare quel prezioso passato di cui spesso non ci si cura, per disattenzione o mera incoscienza.(A cura di Alessandro Barcellona)

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