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Si sta separando e stupra la moglie con un gruppo di amici: arrestato. Botte anche al figlio piccolo

Redazione

Si sta separando e stupra la moglie con un gruppo di amici: arrestato. Botte anche al figlio piccolo

Ven, 22/11/2019 - 11:37

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Violenze verbali, fisiche e psicologiche. Abusata dal marito, che la costringeva ad avere rapporti sessuali anche con altri uomini a cui lui stesso partecipava. Stupri di gruppo che la vedevano vittima indifesa. Picchiata, annichilita, piegata al volere di un uomo che ogni volta le prometteva che sarebbe cambiato. Convinta a restare con lui per l’amore verso i figli, per tenere in piedi un matrimonio fatto di botte e abusi. Incapace di ribellarsi. Fino a quando non ha trovato la forza di denunciare l’orrore. Una storia raccapricciante su cui gli inquirenti stanno cercando di far luce.

Una famiglia normale agli occhi di tutti. Lui un tecnico, incensurato, insospettabile, con un lavoro che lo portava a trascorrere lunghi periodi all’estero. Conosciuto e stimato nel paese dell’Alto Lario, nel Lecchese, dove si sarebbero consumate le violenze. Lei una giovane straniera. Bellissima, corpo da modella, madre di tre bambini. L’uomo, 40 anni, è stato arrestato per violenza sessuale di gruppo e maltrattamenti in famiglia. I carabinieri, a conclusione di una mirata attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Milano, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari.

I due coniugi si stavano separando e solo dopo anni di percosse la donna avrebbe avuto il coraggio di denunciare quanto subito. I racconti dettagliati della vittima e gli accertamenti degli inquirenti hanno fatto scattare le manette. Numerosi gli episodi contestati, con date e luoghi precisi. Tra novembre 2016 e gennaio 2017 il quarantenne avrebbe costretto la moglie a subire stupri di gruppo a cui lui stesso prendeva parte. Quasi tutte le violenze, diverse precisano i militari in una nota, si sarebbero consumate nel capoluogo lombardo dove l’uomo trascinava la moglie costringendola ad assecondare le sue deviazioni sessuali, ad avere rapporti con più persone contemporaneamente. Le indagini proseguono nel più stretto riserbo per individuare gli altri responsabili degli stupri di gruppo. Non è chiaro se fossero coinvolti amici o forse più probabilmente sconosciuti compiacenti. Ma, secondo le accuse, le violenze sessuali sarebbe state solo la punta dell’iceberg di una violenza fisica, verbale e psicologica perpetrata nel tempo, fin dall’inizio del matrimonio. Botte e vessazioni, dal 2007 al 2019, dodici anni. A subire non solo la moglie, ma anche una delle figlie.

L’uomo non l’avrebbe mai picchiata, ma avrebbe esercitato su di lei violenze psicologiche tali da far scattare anche la denuncia per maltrattamenti nei confronti della minorenne. Il 40enne al momento si trova in carcere a San Vittore a Milano, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Non è dato sapere cosa abbia detto ai militari quando lo hanno arrestato, come abbia provato a difendersi, se abbia negato, parlando solo di una separazione complicata o di rapporti consenzienti. Ma le prove raccolte dagli investigatori sarebbero tali da aver fatto scattare la misura restrittiva. Sotto choc il piccolo paese dove la notizia è rimbalzata tra gli abitanti. «Parliamo di una famiglia conosciuta — spiega il sindaco —. Quando me lo hanno detto non ci volevo credere. Ho chiesto informazioni anche ai servizi sociali per capire se qualcuno avesse mai colto segnali di malessere da parte dei figli. Niente, nessuno ha mai sospettato nulla. Naturalmente aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso». Aggiunge il primo cittadino: «Non siamo noi a dover giudicare o condannare, ma la mia solidarietà, se le indagini accerteranno la veridicità delle accuse, in questo momento va alla presunta vittima di questa storia di orrore, che alla fine ha trovato la forza di denunciare. Non è mai troppo tardi. L’appello che mi sento di rivolgere a tutte le donne». (di Barbara Gerosa, fonte milano.corriere.it)

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