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Lavoro, Cgia: entro il 2025 Italia vicina ai 24 milioni di occupati. Dal pre-Covid balzo del 3,5% dei lavoratori nel Mezzogiorno

Redazione

Lavoro, Cgia: entro il 2025 Italia vicina ai 24 milioni di occupati. Dal pre-Covid balzo del 3,5% dei lavoratori nel Mezzogiorno

Sab, 27/04/2024 - 09:25

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Entro il 2025 l’Italia potrebbe sfiorare i 24 milioni di occupati. Lo rileva l’ufficio studi della Cgia che ha analizzato il mercato del lavoro interno, con una proiezione sull’inizio del prossimo anno. “Le previsioni – si legge – ci dicono che lo stock complessivo degli occupati è destinato a crescere ulteriormente, sfiorando i 24 milioni di addetti entro il 2025”. A fine 2023, ricorda la Cgia, la platea degli occupati in Italia ha toccato i 23,6 milioni di unità, 471 mila in più rispetto al periodo pre-Covid, di cui 213 mila hanno interessato il Mezzogiorno che è stata la ripartizione geografica che ha registrato l’incremento percentuale più elevato del Paese (+3,5 per cento).

Sempre l’anno scorso si è registrata una incidenza dell’84 per cento di coloro che hanno un contratto di lavoro a tempo in determinato (15,57 milioni su 18,54 milioni) sul totale dei lavoratori dipendenti. Se si confronta il numero di lavoratori dipendenti del 2023 con il posto fisso sempre con lo stesso dato del periodo pre-pandemico, l’aumento è stato di 742 mila unità (+5 per cento). La Cgia evidenzia “delle criticità che fatichiamo a superare. La principale rimane il basso tasso di occupazione; tra i 20 Paesi dell’Area dell’Euro, l’Italia è fanalino di coda con un “misero” 61,5 per cento, contro una media dell’Eurozona del 70,1 per cento.

Non va trascurato nemmeno il trend registrato dai lavoratori autonomi; rispetto al 2019 sono scesi di 223 mila unità (-4,2 per cento), nonostante nell’ultimo anno ci sia stato un leggero segnale di ripresa pari +62 mila unità (+1,3 per cento)”.

La Cgic chiosa ricordando gli storici livelli retributivi italiani che sono “mediamente più bassi degli altri Paesi dell’UE, a causa di un livello di produttività del lavoro molto basso, di un tasso dei Neet elevatissimo e di un tasso occupazionale relativo alle donne più contenuto di tutta Europa”.

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