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Elezioni amministrative nissene. Leandro Janni: Più Città? Limitati da incertezze ed insicurezze politiche

Redazione

Elezioni amministrative nissene. Leandro Janni: Più Città? Limitati da incertezze ed insicurezze politiche

Lun, 03/06/2019 - 09:51

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CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Italo Calvino ho scritto di sé: «Ne prendo atto: per quanto io mi possa  impegnare, nel campo politico sono e sarò sempre incerto, insicuro.  Debole». Mi sono venute in mente queste parole di Calvino, a proposito  degli amici nisseni di “più Città” (Piero Cavaleri, Marina Castiglione e  gli altri) con i quali ho condiviso una peculiare esperienza culturale e  politica. Un’esperienza conclusa pochi giorni fa. Almeno per quanto mi  riguarda. Moltissimo si potrebbe dire su ciò che è successo in questi  ultimi mesi: mesi assai concitati, controversi. Mesi caratterizzati da  una sorta di “febbre collettiva” determinata dalle ormai archiviate  elezioni amministrative nissene 2019.
In fondo dovrei essere soddisfatto: sono stato tra i primi, se non il  primo, all’interno del gruppo di “Più Città”, a puntare decisamente  verso un’alleanza con i 5Stelle, escludendo invece, altrettanto  decisamente, un eventuale accordo con la coalizione capitanata  dall’ostinato Michele Giarratana. Ma, diciamolo: questa scelta, questa soluzione è stata inevitabilmente determinata dell’incapacità del gruppo  di “più Città” di individuare, nei tempi e nei modi opportuni,  necessari, un candidato sindaco (intero) e quindi una lista (intera) di  candidati al Consiglio Comunale di Caltanissetta. Ma, come sappiamo,  tale alleanza con i 5Stelle è stata inesorabilmente indebolita, se non  rimossa, dalle complicate alchimie interne del movimento politico  fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Ma è inutile piangere  sul latte versato. Di latte, comunque, ancora ce n’è.
La verità, probabilmente, è che sono disincantato. Assai disincantato. E  per di più “incontentabile” – come direbbe la mia amica Fiorella Falci. 
E di certo a me non bastano dei buoni contenuti, un buon programma, per  credere nella qualità e nella bellezza di un progetto politico: lavoro,  igiene e decoro, collegamenti, sicurezza pubblica, piano regolatore  della città, recupero e rigenerazione del centro storico e delle  periferie, cura e incremento del verde, sostegno alle attività  commerciali, tutela e valorizzazione delle tradizioni e del patrimonio  storico, artistico e ambientale, sostegno alle fragilità, sanità  efficiente, svago, formazione e istruzione. Ecco: tutto giusto,  sacrosanto. Persino scontato, direi. Ma sono anni che, in un modo o  nell’altro, parliamo di queste cose e poco, pochissimo è stato fatto  realmente. Questo, perché nessuno ha saputo e/o voluto dispiegare, porre  in essere – coerentemente, sincronicamente – il processo, i contenuti e 
le regole del proprio programma politico e amministrativo. Magari  immaginando una città consapevole, solidale, operosa e positiva. Magari,  anche, immaginando una città strutturata e ristrutturata, recuperata e  rigenerata.
Ciò che vorremmo, ciò andrebbe posto in essere è certamente  un’amministrazione della cosa pubblica connotata da “ordinaria”  efficacia ed efficienza. Connotata da assoluta trasparenza. Connotata da  autentici processi di partecipazione. Ma, insieme a tutto questo, che  non è poco, il vero impegno di governo per una città, per un territorio  agonizzante – impegno che spetta prioritariamente alla nuova  Amministrazione Comunale, ma al quale nessun cittadino dovrebbe  sottrarsi – è lo sviluppo di un comune orizzonte programmatico 
finalizzato a valorizzare la centralità territoriale di Caltanissetta.  Come sappiamo, questo intendimento è stato sintetizzato nella formula  «Caltanissetta capitale del centro Sicilia». Giancarlo Cancelleri, leder  dei 5Stelle in Sicilia, si è spinto persino oltre, con l’iperbolica 
espressione «Caltanissetta al centro del Mediterraneo!» Ma, si sa:  quando Giancarlo è emozionato esagera.
Ma torniamo alle parole di Italo Calvino: «Ne prendo atto: per quanto io  mi possa impegnare, nel campo politico sono e sarò sempre incerto,  insicuro. Debole». Il limite fondamentale degli amici di “più Città” a  me è parso proprio questo: notevoli conoscenze e competenze in ambito  culturale, notevoli incertezze e insicurezze in ambito politico. Che 
altro dire? Agli amici colti e incerti (politicamente) di “più Città”  dedico queste altre parole di Italo Calvino, tratte dal suo memorabile saggio-romanzo “Le città invisibili”: «È inutile stabilire se Zenobia  sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in 
queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due:  quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro  forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la  città o ne sono cancellati». La strada da percorrere è ancora lunga. Ma  noi, malgrado tutto, ci siamo.

Leandro Janni

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