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PalaMilan, parquet “sporco” di spumante. D’Arma: “Colpa della Pro Nissa” che si scusa e provvede alla pulizia

Redazione

PalaMilan, parquet “sporco” di spumante. D’Arma: “Colpa della Pro Nissa” che si scusa e provvede alla pulizia

Dom, 07/04/2019 - 19:09

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CALTANISSETTA – E’ divampata violenta la polemica sui social, quando domenica mattina (7 aprile) il parquet del PalaMilan si è presentato sporco ed imbrattato di spumante, rendendo la pratica dell’attività sportiva difficoltosa. La “miccia” è stata accesa da Marco D’Arma, viceallenatore e dirigente della squadra femminile di futsal Nissafive, che in un post su facebook ha scritto “Grazie alla ProNissa per aver lasciato un PalaMilan pieno di immondizia e il parquet pieno di spumante incurante delle attività domenicali…”. 

Lo stato del fondo del PalaMilan è, infatti, da addebitare alla Pro Nissa che sabato 6 aprile, al termine dell’ultimo impegno agonistico casalingo (vittoria sul Marsala per 4 a 3) ha festeggiato la promozione in B: giocatori e dirigenti hanno stappato le classiche bottiglie di spumante “dimenticando”, oltre che di pulire, anche che il liquido può arrecare danni alla superficie legnosa.  Il post di D’Arma sui social ha determinato una serie di commenti poco lusinghieri ed uno scambio di opinioni al vetriolo tra quest’ultimo ed alcuni dirigenti della Pro Nissa.

Nel pomeriggio, di domenica 7 aprile intorno alle ore 14, la Pro Nissa, ha emanato una nota stampa tramite la sua pagina social per scusarsi, dopo aver pulito il parquet ma, sottolineando anche però: “La società rende noto che, dopo i festeggiamenti di ieri ha provveduto già in mattinata a ripulire gli spazi comuni. Ci scusiamo dell’accaduto facendo però notare che da inizio stagione la Pro Nissa si è prodigata nella pulizia del parquet e degli spogliatoi, senza dimenticare che abbiamo anche cambiato, tutto a nostre spese, le lampade di illuminazione, gli scaldabagni ed anche riparato le porte di accesso agli spogliatoi. Ci dispiace far notare che, né l’Amministrazione né le altre società, che usufruiscono dell’impianto, hanno mai fatto lo stesso prendendosi cura della struttura come sino ad ora abbiamo fatto noi”.

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