Salute

Montante, legale scrive a ministro Bonafede: “Timore per la sua incolumità in carcere”

Redazione

Montante, legale scrive a ministro Bonafede: “Timore per la sua incolumità in carcere”

Mer, 23/01/2019 - 20:20

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Nuova richiesta di intervento al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede da parte dell’avvocato Carlo Taormina, legale dell’ex presidente degli industriali siciliani, Antonello Montante, in carcere dallo scorso maggio per corruzione. Se la volta scorsa il difensore ha chiesto una ispezione al Tribunale di CALTANISSETTA, oggi Taormina si rivolge al Guardasigilli per denunciare le “gravissime condizioni di salute” dell’ex Presidente di Sicindustria, trasferito da pochi giorni da CALTANISSETTA ad Agrigento. Chiede quindi di lasciare il carcere di Agrigento “prima che possa verificarsi l’irreparabile”, avverte Taormina che difende Montante con il collega Giuseppe Panepinto. “Il dottor Montante è stato sottoposto ad accertamenti medici che hanno confermato quanto già fatto presente – dice Taormina – è affetto da una gravissima malattia”, scrivendo anche qual è la malattia a cui si riferisce. Ed è inoltre “affetto da grave stato patologico di tipo psichiatrico, conseguente alla restrizione carceraria. Per tutto ciò è stata ritenuta la incompatibilità con il regime carcerario con perizia disposta non dalla parte interessata ma da parte del giudice procedente”. “Nonostante ciò- lamenta Taormina – il Tribunale di CALTANISSETTA, sul quale pende istanza di rimessione ritenuta ‘prima facie’ ammissibile dalla Corte Suprema di Cassazione, non si è dato per convinto e ha disposto altra perizia in corso di esecuzione”. Nei giorni scorsi, Montante è stato trasferito dal carcere di CALTANISSETTA al carcere di Agrigento. “Il trasferimento in altro carcere – dice Taormina – è avvenuto con tutte le implicazioni facilmente immaginabili per una persona nelle condizioni patologiche descritte”. E ricorda che il carcere di Agrigento, come spiegato dallo stesso Montante all’avvocato Panepinto, “non ha riscaldamento”, l”l’assegnazione della cella con un altro detenuto, priva di doccia, bidet e acqua calda, indispensabile per la malattia da cui è affetto”. Non solo. “Il bidet è sostituito da un catino e da un boccale utilizzabile con la sola acqua fredda di cui dispone”. Inoltre, “non esiste struttura per trattamenti psichiatrici e psicologici, salvo il settimanale passaggio di una psichiatra proveniente dal carcere di CALTANISSETTA da cui il dottor Montante è stato trasferito”. E denuncia “l’assenza di controlli rispetto ai pericoli di autolesionismo cui è esposto”, oltre che una “infermeria carente e desueta”. L’avvocato parla anche del “timore per la incolumità del dottor Montante per la presenza di parecchi detenuti anche per reati associativi del comprensorio di Favara”. L’avvocato Carlo Taormina ricorda al ministro Bonafede che “lo stesso Provveditorato Regionale della Sicilia, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, evidentemente consapevole delle condizioni di salute del dottor Montante, avuta notizia dell’ordinanza del 7 gennaio 2019, dava assicurazione al Tribunale che nella struttura era ‘assicurata la presenza di specialista psichiatra e psicologo’ specificando che ‘salvo diverso avviso di codesta Autorità giudiziaria’ non riteneva di adottare alcun provvedimento di trasferimento”. Ma alla nota ha fatto seguito, come specifica l’avvocato di Montante, “il nulla osta al trasferimento del dottor Montante presso un istituto penitenziario dotato di presidio psicologico e psichiatrico da individuarsi a cura del Dap”, scegliendolo “un poco estemporaneamente – dice Taormina – in luogo legato ‘da un rapporto di maggiore prossimità al luogo di svolgimento del processo e ove possibile di residenza familiare del detenuto. Non una parola, invece, sulla ribadita adeguatezza del carcere di CALTANISSETTA come sa da lì il dottor Montante dovesse comunque essere allontanato, nonostante lo svolgimento del processo a CALTANISSETTA e la riaffermata appropriatezza della struttura”. E conclude: “Valuteranno le autorità in indirizzo come debba essere considerata la complessa vicenda e scegliere gli interventi più adeguati”.

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