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I Misteri Dell’Overlook Hotel

Francesca Russo

I Misteri Dell’Overlook Hotel

Sab, 02/12/2017 - 10:59

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Tutti noi conosciamo Shining il film di Stanley Kubrick uscito nelle sale nel 1980, tratto dall’omonimo libro di Stephen King che lo definì” una macchina di lusso senza motore” deluso dal lavoro del regista, ammettendone tuttavia la grande potenza visiva. Rodney Ascher, noto regista statunitense ed autore del documentario Room 237 nel quale analizza ogni singola parte del film, parla di simboli e teorie nascoste, dettagli che appaiono nelle inquadrature e velocemente scompaiono e che vengono interpretati come una confessione di Kubrick, secondo congetture complottistiche smentite e riprese in considerazione più volte, di aver girato in studio l’atterraggio sulla luna dell’Apollo 11 nel 1969 su incarico del governo americano.

Queste sono rese ‘credibili’ dalle liti sul set di Jack Torrance con la moglie, che rappresenterebbero le giustificazioni del regista sull’obbedienza verso gli ordini presi dal governo, così, n una scena, Danny gioca da solo con le figure geometriche che tappezzano la moquette dell’hotel quando, lentamente, sollevandosi da terra rivela la scritta Apollo USA sulla sua maglia di lana. Non appena si avvicina alla fatidica stanza numero 237, i cospiratori trovano l’attesa conferma: le parole sono intercambiabili, “moon” e”room”.

E ancora, si fa largo un’altra interpretazione per cui Shining sarebbe una metafora dell’Olocausto. Nel film si menziona in modo ricorrente il numero 42. Il 1942 è appunto l’anno della Soluzione Finale della questione ebraica (Endlösung der Judenfrage). Lo stesso Jack Nicholson avrebbe un ruolo centrale nel veicolare il messaggio: la vecchia macchina per scrivere con cui digita maniacalmente la frase “il mattino ha l’oro in bocca” ammiccherebbe ai metodi meccanici con cui si assassinavano gli innocenti durante il Terzo Reich e all’ossessione per le liste da parte dei nazisti. La macchina è fabbricata da un’industria manifatturiera tedesca, di nome Adler, che a sua volta, nella traduzione inglese, significa ‘aquila’. Il simbolo dell’aquila torna sulla t-shirt di Nicholson/Torrance quando la moglie entra in camera e lo sveglia per colazione. C’è chi, invece come il reporter di ABC Bill Blakemore è convinto che Shining rappresenti un apologo sul genocidio degli indiani d’America. 

Si tratta solo di coincidenze? Forse non lo sapremo mai, ma ciò che è certo è che Stanley Kubrick, è sempre stato noto per per essere un ossessivo compulsivo e maniacale della perfezione, è infatti risaputo, che pretese addirittura che la scena dell’omicidio di Hallorann fosse girata settanta volte, lo stesso Jack Nicholson chiese al regista di considerare l’età del cameraman Crother (69 anni) e fermarsi a quaranta ciak, così ad un certo punto quest’ultimo, sfinito dalla compulsività di Kubrick, scoppiò a piangere chiedendo “Cosa vuoi da me, Kubrick?”.

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