Salute

Multe elevate a Bologna per infrazioni mai commesse notificate a Mussomeli (Intervista video)

Carmelo Barba

Multe elevate a Bologna per infrazioni mai commesse notificate a Mussomeli (Intervista video)

Gio, 16/02/2017 - 09:40

Condividi su:

MUSSOMELI – Succede anche questo nell’Italia dei paradossi e dei furbetti dal cartellino facile: che un dipendente pubblico regolarmente in servizio a Mussomeli il 10 e 13 novembre scorsi, sia chiamato a dimostrare di non essere stato in quei giorni a Bologna, né lui né il suo scooter, dove avrebbe commesso infrazioni stradali.
Protagonista suo malgrado di un’Italia che viaggia al contrario dove l’innocente accusato e multato da un ente pubblico è costretto a dimostrare di non avere commesso il fatto, è Osvaldo Barba, segretario provinciale Nursind e dipendente di Sala operatoria presso l’ospedale “Maria Immacolata-Longo”.
Barba s’è visto notificare ben due multe dal Comando di polizia municipale di Bologna, che gli contesta due infrazioni immortalate con foto dai sistemi di controlli cittadini, ovvero che avrebbe viaggiato su corsie riservate ai mezzi pubblici. E per ogni multa, spese di notifica comprese, gli viene presentato il conto: 71,33 euro cadauna. Se paga entro 5 giorni, in caso contrario le sanzioni lievitano. Vengono anche accluse le foto dello scooter immortalato col suo guidatore (di cui ovviamente non si vede la faccia) e la targa.
“L’errore è evidente –racconta Osvaldo Barba, possessore di uno scooter 125- perché la targa del mio scooter è DF04531, mentre quella dello scooter in questione è DT04531. Qualcuno insomma ha confuso la seconda lettera, una T con la F, che è quella del mio scooter, un errore banalissimo e marchiano, tant’è che ho subito contestato le multe in questione al Comando di polizia di Bologna. Ho fatto presente che in quei giorni ero regolarmente in servizio come dimostrano i cartellini timbrati in entrati e in uscita. Ci sono le testimonianze dei colleghi, ma non basta. Siamo al paradosso che al cittadino vittima di un errore evidente spetta dimostrare la sua  innocenza e dovrò verosimilmente ricorrere al prefetto di Bologna o al giudice di pace, tant’è che mi sono rivolto ad un legale. Loro insomma non identificano chi era alla guida dello scooter e tocca a me dimostrare che non ero io né che era il mio scooter a Bologna in uso a qualcuno. La mia riflessione è amara: quando come le cronache raccontano nei Pronto soccorso medici e infermieri sono aggrediti, nessuno si chiede quali sono i motivi reali alla base di tali aggressioni, quando invece il cittadino comune viene aggredito dalla istituzioni e tremo al pensiero se quello scooter fosse stato coinvolto in una rapina, ad esempio, sta al cittadino mettere mano al portafoglio e doversi difendere. E questo a riprova che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel sistema”. (FONTE: “La Sicilia”  Roberto Mistretta)

Pubblicità Elettorale