Salute

Fisco: sigilli a impero del turismo a Marsala, sequestrato patrimonio da 127 milioni di euro

Redazione

Fisco: sigilli a impero del turismo a Marsala, sequestrato patrimonio da 127 milioni di euro

Gio, 26/11/2015 - 13:07

Condividi su:

guardia-di-finanzaTRAPANI – Sigilli all’impero dell’imprenditore marsalese del settore alberghiero e della ristorazione Michele Angelo Licata. Un patrimonio da 127 milioni di euro sequestrato dalla Guardia di finanza, frutto, secondo gli investigatori di una gigantesca evasione fiscale e di un consolidato meccanismo di truffe che aveva come obiettivo le risorse comunitarie. Il provvedimento e’ stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani su richiesta della procura di Marsala diretta da Alberto Di Pisa, secondo cui quella enorme ricchezza e’ stata prodotta grazie a un sistema basato su “una colossale e continuata frode fiscale” e su innumerevoli raggiri tesi a intercettare i fondi europei, facendo leva, tra l’altro, sulla violazione di norme in tema di edilizia e sanita’ pubblica. Un sistema che ha consentito a Licata, 52 anni, di “imporsi prepotentemente”, sbaragliando i concorrenti e “drogando l’economia locale”. Sotto sequestro, nell’ambito di una delle piu’ poderose operazioni in Italia di contrasto alla “pericolosita’ fiscale”, dieci societa’, tre ditte individuali, comprendenti alberghi, resort, ristoranti, centri benessere e sale ricevimenti tra Marsala e Pantelleria, 275 terreni, 75 fabbricati, 23 automezzi, 71 conti correnti dove erano depositati 6 milioni di euro, partecipazioni societarie e polizze vita per 4,6 milioni di euro.

In questo modo Licata e’ riuscito, negli ultimi 20 anni, secondo quanto emerso dall’operazione battezzata “Scacco al re”, eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria di Trapani e dalla Sezione di polizia giudiziaria di Marsala, ad “alterare i normali processi economici, creando intorno a se’ un vero e proprio impero economico, fatto di lussuose sale ricevimento, ristoranti, piscine e centri benessere”. Ricostruito e mappato l’enorme patrimonio mobiliare e immobiliare, il cui possesso, peraltro, “non era assolutamente giustificabile con i redditi dichiarati dall’intero nucleo familiare”. Singolare e’ stato anche il tentativo dell’imprenditore di svuotare i propri conti correnti poco prima il precedente sequestro avvenuto nell’aprile scorso. I finanzieri, monitorando tutti i flussi finanziari dei conti correnti intestati alla famiglia Licata e alle varie societa’ a loro riconducibili, si sono accorti delle rilevanti operazioni di disinvestimento di titoli e fondi, seguite da svariati e ingenti bonifici nei confronti di parenti non coinvolti nelle indagini o dall’emissione di assegni circolari per rilevanti importi mai negoziati dai beneficiari.

banner italpress istituzionale banner italpress tv