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La relazione della Dia al Parlamento fa emergere che estorsioni, gioco d’azzardo e droga sono tra i proventi di Cosa Nostra nissena.

Redazione 1

La relazione della Dia al Parlamento fa emergere che estorsioni, gioco d’azzardo e droga sono tra i proventi di Cosa Nostra nissena.

Mer, 09/09/2015 - 08:07

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dia-3 Nonostante la recessione economica e gli arresti, Cosa Nostra continua a dire la sua sul fronte del racket delle estorsioni con il “pizzo” che è tra le pratiche criminali più tristemente diffuse nel territorio del nisseno. E’ questo uno degli aspetti che emerge dalla seconda relazione semestrale per il 2014 che il Centro operativo della Direzione investigativa antimafia ha recentemente trasmesso al Parlamento. Duecentosedici pagine dalle quali emerge anche il dato geografico legato all’esistenza di quattro mandamenti: Vallelunga Pratameno, Mussomeli, Riesi e Gela. In provincia, per il resto, Cosa Nostra continua a mantenere la sua influenza su quasi tutto il territorio eccezion fatta per Gela e Niscemi dove invece continua a far registrare la sua sinistra influenza la Stidda anche se, a parere della Dia, “la convivenza tra le due organizzazioni sembra ormai stabilizzata in un’equa ripartizione degli illeciti guadagni e resiste l’antico accoro operativo che consente di conservare, malgrado i successi conseguiti dallo Stato e le defezioni tra le fila degli associati, un alto tasso di pressione e di criminale influenza su tutte le attività economiche del territorio”. E se le estorsioni restano la voce principale in entrata per le cosche, c’è da dire che “le linee strategiche dei programmi perseguiti dalle varie “famiglie” sono orientate verso il controllo delle attività imprenditoriali, ma anche la ricerca di figure di riferimenti nei settori politici, amministrativi e professionali, il condizionamento della Pubblica Amministrazione, l’utilizzazione di prestanome quali apparenti intestatari di patrimoni illeciti, l’intercettazioni di provvidenze della mafia nel settore agroalimentare dove si manifesta, in aggiunta alle truffe messe in atto in danno della Comunità Europea, attraverso l’infiltrazione della filiera commerciale e nella catena di distribuzione dei prodotti”. C’è poi un nuovo bussines che si sta facendo spazio, ed è il gioco d’azzardo. “Permane l’interesse della criminalità associata verso i settori tradizionali del controllo del gioco d’azzardo e dei videogiochi, la gestione delle sale scommesse e il sempre redditizio traffico illegale degli stupefacenti. In relazione al narcotraffico, emerge che i canali di rifornimento sono collegati ad altre aree territoriali e organizzati da personaggi non necessariamente e direttamente riconducibili ai gruppi criminali presenti sul territorio”. Riguardo alle estorsioni, nella relazione è stato evidenziato che “Pur con i limiti di una congiuntura sfavorevole che ridimensiona fortemente tutte le attività economiche pubbliche e private, continua, la vessazione del settore industriale, delle attività artigianali e del comparto del commercio, colpiti da estorsioni, danneggiamenti e svariate altre forme di coartazione, spesso camuffate da offerte di forniture, di servizi e di manodopera. Quello delle estorsioni rimane l’ambito criminale in cui Cosa Nostra nissena persegue i propri illeciti guadagni ed esercita il controllo del territorio”. In un contesto economicamente depresso come quello nisseno, poi, secondo la Dia, anche il fenomeno dell’usura diventa un aspetto da attenzionare al massimo: “l’usura è la forma più infida di contaminazione dell’economia legale, la cui persistenza è favorita dall’esposizione finanziaria di piccole e medie imprese a causa della crisi economica, accanto all’azione di contrasto, sono in atto nella provincia importanti progetti di informazione e sensibilizzazione”. Inoltre, sempre secondo la Dia, “Resta comunque alto il rischio di pressioni da parte delle locali famiglie mafiose per le dimostrate capacità d’infiltrazione nei pubblici appalti e la propensione ad imporre il controllo su talune amministrazioni”. Infine, “Si confermano sempre attivi i collegamenti tra le associazioni mafiose locali e le ramificazioni malavitose presenti sul territorio peninsulare costituite da cittadini originari dei comuni del Nisseno a più alta densità mafiosa che, mantenendo i consolidati legami con le terre di origine e rispettando l’autorità dei capi locali, svolgono altrove le loro attività delinquenziali”.

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