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Caltanissetta, illuminazione Bivio Minichelli. Angelo Sole, lettera aperta a Campisi che riproponiamo a Ruvolo

Redazione

Caltanissetta, illuminazione Bivio Minichelli. Angelo Sole, lettera aperta a Campisi che riproponiamo a Ruvolo

Lun, 26/01/2015 - 09:45

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MinichelliCALTANISSETTA – Rinascita di una lettera aperta rivolta al Sindaco della precedente Amministrazione Comunale. Spero venga letta, ora, dall’attuale Sindaco. La presente nota è stata trasmessa, oltre al nostro Sindaco anche al Signor Prefetto di Caltanissetta

Signor Sindaco Giovanni Ruvolo, ho letto per puro caso una lettera del 02 giugno 2011, inviata al Sindaco di Caltanissetta, Dott. Michele Campisi, che ha gestito prima di Lei  l’’Amministrazione comunale. Ritengo che la lettera, che di seguito allego, non avrà avuto alcun riscontro, com’era prassi consolidata al tempo. Io ne condivido pienamente il contenuto, unitamente ad altri cittadini, e Le rinnovo la richiesta limitatamente alla fattibilità di illuminare solamente il tratto di strada provinciale che unisce il bivio Minichelli fino al centro di accoglienza. E’ accaduto che gli immigrati che vanno e vengono dal centro abitato vengono investiti dalle auto in transito perché il tratto di strada è completamente al buio. Ritengo che l’opera si potrà fare anche con i fondi del Ministero dell’Interno, con l’interessamento del nostro Prefetto, cui la presente nota è inviata per conoscenza. Allego foto del tratto di strada al buio.  CL – 19/01/2015       Con osservanza        Angelo Sole

  Lettera aperta al sindaco di Caltanissetta Michele Campisi sulla sicurezza per gli immigrati di Angelo Lo Verme, giovedì 2 giugno 2011

Egregio Sig. Sindaco Michele Campisi, pur non essendo un cittadino nisseno, per vari motivi mi capita spesso di dovermi recare nella città che Lei ha l’onore e l’onere di amministrare e quindi di notare ogniqualvolta una situazione di pericolo che attraverso codesta mia missiva a Lei indirizzata voglio segnalarLe.

 Immettendomi con l’auto nel bivio di Caltanissetta Sud e attraversando poi il lungo rettilineo dove è sito il CIE di Pian del Lago (Centro di Identificazione ed Espulsione, mentre prima si chiamava Centro di prima Accoglienza), noto ogni volta, specie di sera, quanto sia pericoloso per gli immigrati ospiti di tale struttura transitare a piedi e a frotte in questo lungo tratto di strada per recarsi in città.

Con la ridotta visibilità dei fari anabbaglianti (difficile trovarsi sempre con gli abbaglianti dato l’intenso traffico veicolare nei due sensi di marcia) all’ultimo istante dal buio pesto – penso che sia capitato anche a Lei – a chi si trova ad attraversare tale tratto accade sovente di vedersi sbucare con sgomento delle sagome umane sul ciglio della strada, che tranquillamente in fila indiana camminano privi di illuminazione e di un marciapiede sicuro che evitino loro la continua esposizione al rischio di venire travolti da qualche veicolo. Per tutto quanto detto prima, per scongiurare tale rischio Le chiedo di far predisporre un progetto e di trovare la necessaria somma per costruire un marciapiede di adeguate dimensioni sul lato destro della strada in questione (rispetto alla direzione di marcia verso Caltanissetta, lo stesso lato dove sorge il Centro prima detto), munito di apposita ringhiera di sicurezza e della sufficiente illuminazione notturna. Cominciando prima possibile si potrebbe fare in modo che il prossimo autunno, quando le giornate si accorceranno per effetto della stagione e dell’ora solare, questi nostri fratelli meno fortunati possano transitare in sicurezza. Credo che un’Amministrazione a cui è assegnato il compito di mantenere una struttura di accoglienza per gli immigrati che, a causa delle recenti rivolte avvenute nei loro rispettivi Paesi di provenienza per ottenere maggiori diritti e libertà, sopraggiungono da noi sempre più numerosi per sfuggire alle persecuzioni e alla miseria, oltre a dare loro umana e civile ospitalità debba prontamente attrezzarsi per salvaguardare anche la loro incolumità durante la loro momentanea permanenza come ospiti, nell’attesa dell’espulsione, ora che i CIE sono diventati questo.

In attesa di un Suo sollecito riscontro alla mia segnalazione che per il suo contenuto umanitario riveste senza alcun dubbio il carattere di urgenza, Le porgo i miei più cordiali saluti.

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