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Presentato all’istituto Gramsci “Piccola Atene” di Salvatore Falzone. Il Procuratore Messineo: “Caltanissetta immobile, noiosa e priva d’anima”

Michele Spena

Presentato all’istituto Gramsci “Piccola Atene” di Salvatore Falzone. Il Procuratore Messineo: “Caltanissetta immobile, noiosa e priva d’anima”

Mer, 26/03/2014 - 13:16

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imageCALTANISSETTA – E’ stato presentato ieri all’Istituto Gramsci di Palermo, presso i Cantieri culturali della Zisa, il giallo di Salvatore Falzone, “Piccola Atene” (Barion), ambientato a Caltanissetta. All’incontro, cui hanno preso parte numerosi nisseni che vivono e lavorano nel capoluogo siciliano, sono intervenuti Salvatore Nicosia, Nenè Giarrizzo, Giuseppe Ayala e Francesco Messineo. Tutti nisseni, tranne quest’ultimo, che però ha lavorato per molti anni a Caltanissetta. Ed è stato proprio il procuratore di Palermo a rivendicare uno “sguardo distaccato” sulla città e i suoi abitanti(Ayala ha confessato in apertura il suo totale e incondizionato amore per Caltanissetta). Discutendo delle tematiche più significative che emergono dalle pagine del romanzo, del valore letterario dell’opera, della trama e dei personaggi, il procuratore Messineo si è lanciato in una fredda, impietosa e a tratti ironica analisi del capoluogo nisseno. “Ho svolto una parte notevole della mia carriera a Caltanissetta – ha detto Messineo – e con varie funzioni. In tutto, ho trascorso nel capoluogo nisseno quindici anni. Vi ho lavorato, ma non vissuto, per esigenze familiari. Non mi sono dunque inserito nel contesto sociale; del resto un magistrato non dovrebbe incoraggiare relazioni esterne. Per questo motivo ho potuto cogliere i pregi e i difetti di questa città.

imageTra i pregi – ha continuato – annovero una certa dignità sociale, il passato culturale importante, la civiltà e la cortesia della popolazione. Per il resto, Caltanissetta è una città immobile. Una città mortalmente noiosa, priva di anima. Ricordo che una sera d’inverno, insieme a cinque colleghi, decidemmo di andare al cinema. Ci accolse il cassiere e ci disse un po’ imbarazzato che in sala non c’era nessuno e che avrebbe dovuto proiettare il film solo per noi. Allora abbiamo detto: no, non è il caso… E ci siamo accontentati di una pizza, il massimo dello sballo nisseno… E ancora: “Non so come sia cambiata la città negli ultimi anni, ma a quel tempo ero impressionato dal fatto che non vi fosse un luogo raccolto dove passeggiare. I ragazzi si ritrovavano in Viale della Regione sotto il distributore dell’Agip. A fronte di questa noia,però, ho riscontrato una intensa vita privata delle persone”.

 Il procuratore ha poi aggiunto: “L’economia è asfittica. Caltanissetta è una città esclusivamente impiegatizia. Penso soprattutto allaCorte d’Appello, che poi non avrebbe motivo di esistere (se non ricordo male, la sua istituzione fu un regalo di Giuseppe Alessi). Insomma, Caltanissetta potrebbe essere definita come la non città dove le cose non avvengono. In verità non è così, e anche il giallo di Salvatore Falzone lo dimostra. Sotto la sua apparente immobilità, si agitano molte cose”. Il procuratore ha apprezzato ilgiallo di Falzone, cogliendo le atmosfere, le suggestioni letterariee anche gli aspetti di denuncia. Ha sottolineato anche i “temi più sensibili” presenti nelle pagine del romanzo: il potere ecclesiale, l’antimafia, il ruolo della magistratura. A proposito, ha precisato: “Penso che i magistrati facciano il loro lavoro e non abbiano amici da proteggere o coprire. Semmai, noi magistrati siamo vittime di millantato credito”.