CALTANISSETTA – Una proposta di legge innovativa e dall’alto profilo umano e culturale arriva dal cuore della Sicilia, dove l’avvocato Ernesto Brivido e il praticante avvocato Mattia Saia, entrambi del Foro di Caltanissetta, si fanno promotori di una visione nuova della giustizia: una giustizia che rieduca attraverso la cultura e, in particolare, attraverso la lettura.
I due legali, ispirandosi al modello “Redenzione attraverso la lettura” già attuato da alcuni anni nella Repubblica Federale del Brasile, propongono l’introduzione in Italia di una norma che consenta una riduzione della pena detentiva per i detenuti che decidano di impegnarsi in un percorso di lettura e riflessione. L’iniziativa è promossa all’interno delle attività dell’Associazione Argomenti, presieduta dallo stesso avvocato Brivido.

Nel dettaglio, il programma prevede la riduzione di quattro giorni di pena per ogni libro letto, a patto che venga redatto un elaborato scritto che dimostri la comprensione e l’interiorizzazione del contenuto. Il limite massimo sarà di dodici libri all’anno, per una riduzione complessiva non superiore a 48 giorni. Un incentivo concreto, ma anche e soprattutto una possibilità di trasformare la detenzione in tempo utile, attivo, dedicato alla crescita personale.
I testi da assegnare saranno previamente selezionati da commissioni interne agli istituti penitenziari, formate da educatori, bibliotecari e operatori culturali. Il programma prevede inoltre l’inclusione di audiolibri e testi in Braille, per garantire l’accesso anche a detenuti con disabilità visive o difficoltà cognitive. L’obiettivo è che nessuno venga escluso da questo percorso di emancipazione culturale e consapevolezza interiore.
“Non si tratta di un premio – spiegano Brivido e Saia – ma di uno strumento per ridare valore e dignità al tempo della pena, offrendo a chi lo desidera una possibilità concreta di riscatto. È una misura che si fonda sul principio costituzionale secondo cui le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. E quale strumento più rieducativo della letteratura, che allena il pensiero, stimola la riflessione e apre alla comprensione dell’altro?”
La proposta si inserisce anche in un momento storico in cui il sovraffollamento carcerario è tornato con forza al centro del dibattito pubblico, non solo per i numeri, ma per le condizioni di vita difficili che tale fenomeno comporta, spesso in contrasto con la dignità della persona. L’Italia, più volte richiamata e condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, deve affrontare il problema con strumenti nuovi e visioni lungimiranti.
Modelli simili sono stati già adottati anche in Russia, Kazakistan e Uzbekistan, dimostrando che il valore rieducativo della lettura è riconosciuto e applicato in contesti giuridici e culturali diversi. “L’Italia – concludono i promotori – storicamente culla del diritto, ha oggi il dovere morale e culturale di non restare indietro, ma anzi di porsi come guida nell’adozione di una normativa dal forte valore civico e sociale.”
Chi volesse sostenere l’iniziativa può sottoscrivere la petizione pubblica disponibile online, come segno di adesione a una giustizia che punta al recupero e alla dignità della persona. Link per firmare la petizione https://chng.it/7vhgFF4rzL