CALTANISSETTA – Dopo le prime due udienze per i ricorsi al Tribunale del Riesame sono 13 gli indagati, finiti in carcere il 9 ottobre scorso nel blitz “Les jeux sont faits 2”, che hanno ottenuto gli arresti domiciliari, uno è stato rimesso in libertà a seguito dell’annullamento dell’ordinanza, mentre altri due sono rimasti in carcere. Chiude il cerchio Matteo Lombardo (difeso dall’avv. Massimiliano Bellini), che si è visto annullare il reato di peculato, ma è rimasto ai domiciliari già applicatigli dal gip quando ha emesso l’ordinanza. Il Tribunale del Riesame ha infatti “cassato” le accuse di peculato, confermando solo quella di frode informatica, concedendo i domiciliari ad alcuni gestori e impiegati di locali in cui erano installate le slot machines taroccate. Si tratta dell’allenatore della Sancataldese Lirio Torregrossa (difeso dagli avvocati Gianluca Amico e Salvatore Pirrello), dell’ex giocatore Salvatore Cataldi (avv. Sergio Iacona), e poi di Luigi Allegro (avv. Danilo Tipo, Sergio Iacona e Margherita Genco) – per il quale sono state dichiarate decadute anche le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e peculato – Alfonso Martorana (avv. Giuseppe Panepinto), Vincenzo Martorana (avv. Michele Ambra), Maria Grazia Amico (avv. Salvatore Daniele, Walter Tesauro ed Ernesto Brivido), Stefano Cristiano (avv. Michele Micalizzi, Francesco Augello ed Onofrio Fioretto), Aldo Foglietto (avv. Dino Milazzo). Ai domiciliari anche il gelese Giuseppe Vinci (avv. Flavio Sinatra), accusato di illecita concorrenza e minaccia, dato che avrebbe imposto le macchinette degli Allegro ad alcuni locali di Gela, ma al quale i giudici hanno tolto l’aggravante del metodo mafioso.
E’ invece tornato libero, dopo che il Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, l’assistente capo di Polizia Penitenziaria Giuseppe Messina, considerato dagli inquirenti l’uomo che avrebbe comunicato a presunti affiliati di Cosa Nostra la notizia che il giovane Elia Di Gati aveva manifestato l’intenzione di collaborare con la giustizia. Sul punto gli avvocati difensori Giuseppe Dacquì, Angela Bertolino e Pietro Pistone avevano prodotto diversi documenti – relativi allo stato di servizio ed ai turni del loro cliente – dai quali emergerebbero circostanze contrarie a quelle riferite dal collaborante Di Gati.
Sostituita la detenzione in carcere con gli arresti domiciliari per gli altri quattro appartenenti delle forze dell’ordine arrestati dalla Mobile e ritenuti colpevoli a vario titolo di corruzione, concussione, concorso omissivo in frode informatica, ovvero i marescialli della Guardia di Finanza Francesco Nardulli (avv. Danilo Tipo), Matteo Saracino (avv. Giuseppe Dacquì, Angela Bertolino e Pietro Pistone), il sostituto commissario di Polizia Michele Campione (accusato di concussione per avere imposto agli Allegro l’assunzione del figlio in una loro sala giochi) e l’assistente capo di Polizia Agostino Longo (entrambi difesi dall’avv. Sergio Iacona). Restano in carcere Giuseppe Di Marca e Marco Angotti, accusati di associazione mafiosa. Ad assisterli gli avvocati Dino Milazzo e Cristian Morgana.
Martedì verranno esaminati i ricorsi presentati dai legali di Matteo Allegro, Salvatore Allegro, Alfredo D’Anna e Biagio Mangiavillano, gli avvocati Salvatore Daniele, Danilo Tipo, Walter Tesauro, Margherita Genco ed Ernesto Brivido. A novembre si passerà alle udienze dedicate ai ricorsi dei gestori dei bar indagati a piede libero per peculato e frode informatica per i quali è stata chiesta l’interdizione dall’esercizio di impresa. Ad assistere altri indagati a piede libero sono anche gli avvocati Giacomo Butera, Rosario Di Proietto, Raffaele Palermo e Boris Pastorello.
“Les jeux sont faits 2”, 13 indagati vanno ai domiciliari
Sab, 27/10/2012 - 12:24
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