SERRADIFALCO – “La riqualificazione delle miniere e la salvaguardia del nostro territorio è possibile con il coinvolgimento degli enti pubblici preposti a tale incarico senza creare allarmismi nella popolazione, la quale dev’essere opportunamente e adeguatamente informata attraverso la divulgazione di dati scientifici comprovati”. Con questa introduzione il sindaco Giuseppe Maria Dacquì ha aperto il convegno “Siti minerari inquinati e/o contaminati. Cosa fare?”, organizzato dal Comune di Serradifalco e moderato dal giornalista Michele Bruccheri, che si è svolto ieri pomeriggio nell’affollata sala conferenze di Palazzo Mifsud.
I dati scientifici sono stati illustrati dal direttore del servizio territoriale ARPA Sicilia di Caltanissetta Antonio Carbone, il quale ha presentato la relazione di sintesi sul controllo ambientale effettuato nei dismessi siti minerari di Borgo Palo e Bosco in due sopralluoghi, avvenuti il primo il 16 febbraio 2012 ed il secondo il 6 marzo 2012. Il controllo era finalizzato a verificare eventuali radioattività ambientali, presenza di fibre d’amianto aerodipserse, o possibili contaminazioni da metalli pesanti, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e PCB (policlorobifenili). Dai risultati ottenuti non è stata riscontrata la presenza di fibre d’amianto nell’aria, così come è stata registrata l’assenza di radioattività nei campioni di acque e suoli superficiali prelevati. Inoltre, nei campioni d’acqua non sono stati rilevati né PCB né IPA, e la concentrazione di metalli è risultata inferiore ai limiti previsti, ad eccezione del Boro di poco superiore ai limiti prefissati.

(Un'immagine della Relazione di sintesi sul controllo ambientale effettuata dall'ARPA di Caltanissetta)
Il dottore Carbone dell’ARPA di Caltanissetta ha, inoltre, aggiunto che i dati del 2012 in merito ai rilevamenti radioattivi sono risultati pressocché simili agli studi effettuati nel 1999 dall’ex LIP (Laboratorio d’igiene e profilassi) di Palermo e nel 2006 dall’ARPA di Catania, tranne che nel 2006 i valori del Potassio 40 (K40) erano risultati leggermente superiori alla norma.
Ad inizio convegno ha preso parola il geologo Michele Ninfa che ha spiegato brevemente le scorie nucleari e i rifiuti radioattivi, raccontando come già negli anni ’40 del secolo scorso sorse nella comunità scientifica la necessità di studiare la gestione dei rifiuti radioattivi. Inoltre, il dottore Ninfa ha esposto i suoi dubbi circa l’ipotesi che siano stati immessi rifiuti radioattivi nelle miniere di Borgo Palo e Bosco, sia durante lo stato di attività che dopo la chiusura, e per questo si è auspicato che venga fatta al più presto chiarezza. Nel corso del convegno il geologo Ninfa ha mostrato una serie di fotografie per illustrare com’erano le miniere ai tempi del loro funzionamento, e in che stato di degradazione si trovano attualmente.
Subito dopo è intervenuto l’ex direttore della miniera Bosco Pasquale Burgio, che ha proposto un interessante excursus storico sull’origine e lo sviluppo dei siti minerari nel nostro territorio, sottolineando come la miniera Stincone risulti da documenti storici attiva fin dai tempi degli arabi in Sicilia (I secolo d.c.), e come dal 1941 in poi le nostre miniere divennero fra le più moderne in Italia, con la costruzione successivamente anche del villaggio per i minatori. Burgio, inoltre, ha espresso il proprio rammarico su come il mancato risanamento da parte della Regione Siciliana abbia portato ad un degrado del sito minerario, a differenza di altri Paesi del mondo in cui le istituzioni hanno salvaguardato i siti a scopi storico, culturali e turistici. E in merito al rischio di contaminazione, l’ex direttore della miniera Bosco ha sottolineato che sarebbe meglio che venissero fatti degli esami concreti prima di avanzare delle accuse così allarmanti.
Nel corso del convegno è intervenuto anche l’ingegnere capo del Distretto Minerario di Caltanissetta Michele Brescia, che ha fatto rilevare come quest’anno si celebri il 150° anniversario della fondazione del distretto e come lo zolfo estratto nelle miniere siciliane contribuì all’annessione della nostra isola all’Italia unita, perché lo zolfo veniva molto utilizzato per la produzione di polvere da sparo. L’ingegnere Brescia ha evidenziato come spesso il cemento amianto presente nelle costruzioni delle miniere abbia provocato inquinamento nei siti minerari, come per esempio a Pasquasia ad Enna che è stata inserita in un progetto di bonifica da parte della Regione Sicilia. E su questa scia, l’ingegner Brescia ha comunicato che anche la miniera di San Cataldo sarà inserita dall’ente regionale in un programma di risanamento. Inoltre, l’ingegnere Brescia ha proposto di trasmettere periodicamente tutte le informazioni a disposizione del Distretto Minerario di Caltanissetta, con la possibilità che vengano pubblicate sul sito web del Comune di Serradifalco, e invogliando chiunque abbia informazioni rilevanti a fare lo stesso.
Al tavolo dei relatori di questo intenso seminario sulle condizioni del sito minerario dismesso di Borgo Palo e Bosco è intervenuto anche il dirigente del dipartimento regionale della Protezione Civile – servizio di Caltanissetta Sergio Morgana, che ha dichiarato come la Protezione Civile si occupi principalmente di garantire aiuto alla popolazione in caso di emergenze, ma anche di studiare le possibili cause di rischio di un territorio, sottolineando che se nei siti minerari siano stati depositati rifiuti nucleari è compito della Procura combattere eventuali reati.
Al termine delle relazioni è iniziato il dibattito aperto al pubblico, dove per primi hanno preso parola due rappresentanti dell’Asp 2 di Caltanissetta: il dottore Antonio Bonura, direttore del Dipartimento di Prevenzione, e il dottor Francesco Iacono, responsabile dell’U.O. Sanità Pubblica Epidemiologia e Medicina Preventiva.
Il dottore Iacono ha voluto smentire la notizia che l’azienda sanitaria avesse declinato l’invito a partecipare al seminario, sostenendo di non aver ricevuto alcun invito. Dopo questa precisazione, il dottor Iacono ha fatto riferimento all’ “Atlante collettivo della mortalità dei tumori in Italia” pubblicato lo scorso aprile, dal quale si evince che nel distretto di San Cataldo non sono stati registrati incrementi di neoplasie o eccessi di mortalità rispetto la media nazionale.
Il dottore Bonura, dopo essersi complimentato con gli organizzatori per aver realizzato un convegno interessante, ha sottolineato che negli ultimi tempi il distretto di San Cataldo non ha registrato picchi di mortalità tumorale, e ha garantito l’impegno del Dipartimento di Prevenzione a lavorare assieme alle istituzioni e la disponibilità di partecipazione a tavoli tecnici.
Molto interessanti anche le domande poste dal pubblico, tra le quali è stato chiesto che se si dovesse scoprire la presenza di rifiuti radioattivi nel sottosuolo, se rischieremmo quanto vissuto in Campania con la contaminazione dei terreni adibiti all’agricoltura nel cui sottosuolo erano stati deposti tonnellate di rifiuti. Inoltre, è stato chiesto se nello specifico i dati relativi alla popolazione serradifalchese risultano più elevati rispetto ad altri centri del distretto di San Cataldo, ed anche se rispetto agli studi sull’incidenza di mortalità tumorale svolti negli anni precedenti siano stati riscontrati tendenziali aumenti.
A queste ultime due domande hanno risposto in particolare i due dirigenti dell’Asp 2 di Caltanissetta, sostenendo che negli ultimi 16 anni i dati sono rimasti pressocché gli stessi, e che in Sicilia la media di morte tumorale è inferiore rispetto al Nord Italia. Inoltre, hanno sottolineato che è possibile accedere ai dati relativi a Serradifalco inseriti nell’ “Atlante collettivo della mortalità dei tumori in Italia” tramite il sito web della Regione sicilia, ma che non è possibile fare una media fra i dati del solo centro di Serradifalco riferiti alla media nazionale perché è costituito da un numero di abitanti non sufficiente per una stima relazionabile alla media nazionale.
Il sindaco Giuseppe Maria Dacquì ha colto l’occasione per annunicare la volontà di organizzare nei prossimi mesi un convegno sull’incidenza tumorale a Serradifalco, allo scopo di valutare tutti i possibili fattori di rischio e d’incidenza.
Il seminario di ieri è riuscito nell’intento di chiarire alcuni aspetti di questa complessa vicenda grazie alla presentazione dei dati sul controllo ambientale. Si spera che funga da apripista verso un percorso di collaborazione attiva fra le istituzioni, allo scopo di fare chiarezza sullo stato di salute del nostro territorio e fornire risposte e soluzioni esaustive alla cittadinanza serradifalchese.
Laura Spitali