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Sacerdote eritreo chiede aiuto a Maroni:”A Caltanissetta è emergenza rifugiati”

Redazione

Sacerdote eritreo chiede aiuto a Maroni:”A Caltanissetta è emergenza rifugiati”

Sab, 20/08/2011 - 03:01

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don Mussie Zerai

CALTANISSETTA – “Rivedere l’attuale procedura e i trattamenti riservati ai richiedenti asilo politico nei Centri di accoglienza richiedenti asilo (Cara) come quello di Caltanissetta”, perché “non venga chiesto di pagare il rilascio del primo permesso a chi non possiede neanche un euro”. E’ la richiesta di don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia, contenuta in una lettera inviata al ministro dell’interno Roberto Maroni. Stando alle testimonianze raccolte da don Zerai, “ai profughi viene chiesto il pagamento di € 106,00 per il permesso di soggiorno”. “Come Lei sa bene – scrive il sacerdote eritreo -, queste persone, sono state letteralmente ‘pescate in mare’, cioè senza un euro in tasca. Dal loro arrivo fino ad ora sono ospiti della struttura, quindi non hanno nessuna possibilità di lavorare, di conseguenza nessun guadagno, e non sono in grado di pagare la somma richiesta”. Don Zerai chiede al ministro di “rivedere questa richiesta”, anche perché “in tutti i Paesi europei il rilascio del primo permesso e il documento di viaggio e a carico dello Stato che accoglie”. Don Zerai descrive il dramma di questi profughi: senza denaro, cibo, né alloggio, nonostante il parere positivo della Commissione territoriale. “Si ritrovano per strada senza nessun documento valido – precisa -, se non il cedolino e la ricevuta del pagamento effettuato”.
Rifugiati “costretti” o “messi nella condizione di mendicare un piatto di minestra, e costretti a dormire per le strade di Caltanissetta”. Don Zerai chiede che ”venga garantita a questi richiedenti asilo e rifugiati tutto l’iter previsto per la loro integrazione nella società italiana”. “Normalmente – ricorda – dopo il riconoscimento da parte della Commissione territoriale al richiedente lo status di rifugiato o pure la protezione sussidiaria, dovrebbe avvenire il loro trasferimento nei circuiti dello Sprar o altri centri simili che accompagnano il cammino di integrazione del rifugiato, verso il pieno inserimento. Quello che sta accadendo in questi giorni a Caltanissetta è l’esatto contrario: le persone, ricevuto l’esito della decisione della Commissione territoriale, senza neppure ricevere tutti i documenti, si ritrovano fuori dal Cara, senza nessuno che si preoccupi di cosa mangeranno o dove alloggeranno, esposti ad ogni pericolo e sfruttamento”.