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Cena di fine anno per la redazione del Fatto Nisseno: una famiglia che cresce

Redazione

Cena di fine anno per la redazione del Fatto Nisseno: una famiglia che cresce

Ven, 15/12/2017 - 14:17

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CALTANISSETTA – “Ci ritroviamo dopo un anno, gradevole, ad essere ancora qui insieme, è un grande traguardo. Ognuno svolge il proprio lavoro, talvolta anche in ‘remoto’, sotto la mirabile guida del nostro editore che funge da collante. Siamo una “piccola” voce che però ormai esiste da sette anni, che non smette mai di crescere, abbiamo iniziato in pochi ed adesso siamo davvero tanti. Una redazione di amici, di rapporti umani veri e di numeri, che comunque sono importanti. In Sicilia per quanto riguarda l’editoria le cose non vanno bene, noi siamo una piacevole e professionale eccezione. Noi ci siamo! Sarà un 2018 proficuo e speriamo il prossimo anno quando ci ritroveremo, di essere ancora di più”. Il direttore Marco Benanti ha tracciato un mini bilancio nella consueta cena di fine anno de “Il Fatto Nisseno” che si è ritrovato presso il noto ristorante nisseno “Giufà”. Clima festoso, la possibilità di mettere da parte penne, taccuini e smartphone per godere del momento e celebrare degnamente una delle qualità che rende “unica” la nostra numerosa redazione: il lavoro di squadra.

Una serata di festa e relax, senza mai fare mancare “l’informazione” nelle discussioni che hanno animato la tavolata.

L’amore per l’informazione, nel rispetto di voi cari lettori: le vostre attenzioni, le migliaia di visualizzazioni del sito, la responsabilità ogni mese di mettere in stampa un mensile cartaceo che raccoglie frammenti della storia siciliane e nissena, sono un carico di responsabilità che “portiamo” con onore. Senza mai dimenticare o tralasciare l’amore per Caltanissetta ed il territorio nisseno.

Emozionato, l’infaticabile editore Michele Spena che nel suo breve discorso ha voluto sottolineare e rimarcare: “Questa è una bella famiglia, vi ringrazio tutti. Speriamo in un 2018 pieno di soddisfazioni e che si possano raccontare cose carine, non solo quelle brutte”.

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