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Ville, palazzi nobiliari e il museo mineralogico: a Caltanissetta il secondo week-end de ‘Le vie dei Tesori’

Redazione

Ville, palazzi nobiliari e il museo mineralogico: a Caltanissetta il secondo week-end de ‘Le vie dei Tesori’

Gio, 21/09/2017 - 09:40

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14 luoghi da scoprire ad 1 euro con visita guidata, 22-24 settembre

CALTANISSETTA -Abbazie, musei minerari e palazzi nobiliari, magari di solito serrati e senza possibilità di visita. E’ un mondo a parte quello che si è mostrato nel primo weekend de Le Vie dei Tesori, e che replicherà il prossimo; il festival è sbarcato a Caltanissetta, e a Messina, Agrigento e Siracusa, per un progetto pilota che ha aperto un’ottantina di luoghi in tutto, oltre ai 110 che aspettano Palermo, dal 29 settembre e per cinque fine settimana. Caltanissetta è il cuore fattivo dell’Isola e non meraviglia che un sito tra i più visitati, dei 14 disponibili, sia stato proprio l’azienda che brevettò l’amaro Averna, mentre il pubblico si è riversato anche a Palazzo Lanzirotti, aperto al pubblico per la prima volta. Ma non ci si deve far scappare piccoli gioielli privati come Villa Barile, con la sua sontuosa facciata rosso pompeiano, lo stemma di famiglia realizzato dallo scultore nisseno Giuseppe Frattallone o le decorazioni ad affresco delle volte delle sale al primo piano; o Palazzo Calefati di Canalotti, uno dei più antichi della città, che oggi ospita la Banca “San Michele”, ma custodisce anche tre affascinanti stanze affrescate. Merita una visita approfondita anche Palazzo Moncada che ospita la Galleria Civica d’Arte e un corposo numero di opere in gesso, in bronzo e in marmo dello scultore nisseno Michele Tripisciano; fino al Museo mineralogico che racconta la storia delle zolfare, attraverso una collezione di 5 mila reperti.

Questo e molto altro: abbazie, musei e palazzi nobiliari, persino un rifugio antiaereo trasformato in centro di arte contemporanea che apre solo per il festival. Le Vie dei Tesori li racconta anche questo week end – da domani, venerdì 22 settembre, a domenica – in quella maniera inedita che è ormai il segno distintivo del Festival palermitano. Uno storytelling approfondito, affidato a guide e volontari, con il supporto del Comune di Caltanissetta che ha voluto includere la manifestazione nel palinsesto del “Settembre nisseno”; e della Rete museale e culturale del Centro Sicilia, e in collaborazione con le istituzioni del territorio.

 Caltanissetta dunque replica da domani, con visite guidate con un contributo da 1 a 2 euro: in parecchi dei siti sono state organizzate iniziative collaterali, danze storiche e mostre di abiti d’epoca. E c’è pure Le Vie dei Tesori Card, per chi vuole sostenere il Festival e non perdersi nulla in tutte le città del circuito. Un passaporto per l’arte, con cui visitare la Sicilia come non l’avete mai vista.

LE VIE DEI TESORI | I LUOGHI DI CALTANISSETTA

  1. Abbazia di Santo Spirito

Costruita nel XII secolo, l’abbazia è immersa nella verde campagna, a pochi passi dal nuovo Museo archeologico regionale che espone i reperti provenienti dai principali siti archeologici dell’area. Il complesso venne edificato probabilmente nel sito di un casale romano, ipotesi avvalorata dall’urna funeraria di età flavia reimpiegata all’interno dell’edificio. È ipotizzabile anche la presenza di un piccolo luogo di culto di età bizantina e una successiva rifondazione in epoca normanna presumibilmente nel 1086, mentre è certa la data di consacrazione del 1153, come attesta una lapide. La chiesa a unica navata presenta esternamente geometrie semplici. Nell’interno colpisce la bellezza del Crocifisso dipinto su tavola – detto dello Staglio – posto sopra il fonte battesimale a conca del XII secolo. Via di Santo Spirito 57 | Orario: venerdì e sabato 9.30 > 12; domenica 16.45 >17.30.

  1. Biblioteca comunale “Scarabelli”

Cinquecentine, incunaboli, manoscritti, una “Biblia polyglotta”, un prezioso Psalterium del XVII secolo riccamente miniato, gli atti originali del processo di beatificazione del frate cappuccino San Bernardo da Corleone beatificato nel 1768. Sono tanti i tesori della Biblioteca comunale di Caltanissetta, fondata nel 1862 negli ambienti dell’ex Collegio dei Gesuiti annesso alla chiesa di Sant’Agata. Deve il nome all’intellettuale piacentino Luciano Scarabelli che con magnanimità accolse l’appello delle autorità locali donando ben 2.500 libri alla nuova biblioteca. Gli ambienti dedicati allo studio sono arricchiti dalla presenza di opere d’arte, quali il busto di Dante dello scultore nisseno Giuseppe Frattallone, il busto di Scarabelli realizzato dall’artista locale Michele Tripisciano e i dipinti di alcuni illustri personaggi nisseni del XIX secolo.

Via Gravina 88 | orari: venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 12 e dalle 17 alle 20.

  1. Cattedrale di Santa Maria la Nova

Con la sua imponente facciata – realizzata tra il XVIII e il XIX secolo – la Cattedrale domina piazza Garibaldi, cuore religioso, amministrativo e culturale della città. L’interno, diviso in tre navate, è ricco di opere d’arte. Tra tutte risaltano per bellezza gli affreschi realizzati tra il 1718 e il 1720 dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans (1672-1744) che decorano la navata centrale. Gli altari delle navate laterali sono decorati da statue e dipinti, tra i quali il simulacro dell’Immacolata rivestito d’argento, le pale dipinte dal pittore nisseno Vincenzo Roggeri (1634/35-1713) e, alla sinistra del transetto, la Madonna del Carmine del pittore toscano Filippo Paladini (1544-1614). L’altare maggiore è decorato da una grande pala del Borremans mentre alla destra del transetto si apre la cappella di San Michele Arcangelo.

Piazza Garibaldi | Orario: venerdì, sabato 10.30 >12.30 e 17 > 18.30, domenica 17 > 18.30

  1. Chiesa di San Sebastiano

Tra le chiese del centro storico merita una visita quella di San Sebastiano, di fondazione cinquecentesca ma ampiamente rimaneggiata nel XVIII secolo. Presenta una curiosa facciata eclettica realizzata su progetto di Pasquale Saetta e decorata dalle sculture del napoletano Francesco Biangardi, autore insieme al figlio Vincenzo delle “Vare”, i grandi gruppi sacri raffiguranti le scene della Passione di Cristo che sfilano nel centro storico la sera del Giovedì Santo.  All’interno della chiesa si possono ammirare molte opere d’arte, tra cui altre sculture di Biangardi, nonché il grande dipinto delle Anime del Purgatorio realizzato dal pittore nisseno Vincenzo Roggeri. Davanti all’altare maggiore si apre l’ingresso della cripta, recentemente restaurata, all’interno della quale si notano i colatoi utilizzati per l’essiccazione dei cadaveri.

Piazza Garibaldi | Orario: venerdì 10.30 > 12.30 e 17 > 18; Sabato  10.30 > 12.

domenica 10,30> 12,30

  1. Chiesa di Sant’Agata al Collegio

La chiesa a croce greca fu costruita per volontà della famiglia Moncada alla fine del XVI secolo. L’interno fu riccamente decorato tra la prima metà del Seicento e la seconda del Settecento per volontà dei Gesuiti dell’annesso Collegio. Fu realizzato l’altare dedicato al fondatore dell’ordine Sant’Ignazio di Loyola su progetto dell’architetto Giovanni Amico, decorato con colorati marmi mischi, opera di marmorari messinesi, raffiguranti motivi vegetali e uccelli esotici; ai cui disegni attese Francesco Juvara. La vicina cappella di Sant’Anna è stata affrescata da Luigi Borremans mentre la pala dell’altare maggiore, raffigurante il martirio di Sant’Agata, è stata dipinta dal pittore messinese Agostino Scilla.

Corso Umberto I | Orario: venerdì 10 > 11 e 12 > 13; Sabato 17 > 18. Domenica 17 > 18.30

 

6 . Chiesa e cripta di San Domenico

Fondata nella seconda metà del XV secolo nel cuore antico della città, la chiesa già nel 1480 fu scelta dal conte Antonio Moncada come mausoleo di famiglia. Subì diversi lavori di ricostruzione fino all’edificazione della caratteristica facciata concava ai lati e convessa al centro alla fine del XVIII secolo. La chiesa, annessa al Convento dei Domenicani, è a tre navate e presenta decorazioni in stucco della prima metà del XIX secolo. Delle sepolture moncadiane non resta più nulla, distrutte negli anni successivi all’Unità d’Italia, ma si conserva ancora la cripta della chiesa, anticamente accessibile dalla navata centrale e oggi solo dall’esterno. In questi ambienti, che saranno presto restaurati, si possono notare i colatoi utilizzati per l’essiccazione dei cadaveri.

Piazza S. Domenico | Orario: venerdì, sabato, domenica 9 > 13 e 16 > 18

  1. Ex Rifugio antiaereo – Centro espositivo d’arte contemporanea

Durante la Seconda Guerra mondiale fu allestito un rifugio antiaereo sotto l’attuale Salita Matteotti. Probabilmente esisteva già un ambiente ipogeo più antico, caratterizzato da mura spesse e collegato con l’antico Convento del Carmine annesso alla Chiesa dell’Annunziata, oggi Palazzo municipale. Durante i lavori di ristrutturazione di questi ambienti sotterranei, destinati ad accogliere un centro espositivo per l’arte contemporanea, sono state rinvenute due lastre di marmo appartenenti ai basamenti delle statue di Ferdinando I e del figlio Francesco I di Borbone, opera dello scultore Valerio Villareale e distrutte a metà Ottocento. Sono stati ripristinati tutti gli ambienti, dieci in totale affacciati su un corridoio centrale, e perfino i bagni, ripristinati secondo l’uso originario.

Salita Matteotti | Orario: venerdì, sabato e domenica 9 > 12 e 17 > 20

  1. Museo Aziendale Averna

L’edificio si affaccia lungo la via Xiboli in direzione del Villaggio Santa Barbara. Fu costruito dopo il 1859 sui resti dell’antico convento dei Cappuccini, risalente al 1545. La fondazione della distilleria si ebbe nel 1868 a opera di Salvatore Averna, appartenente a una famiglia di commercianti di tessuti e intimo frequentatore dei Cappuccini che officiavano nella vicina Abbazia di Santo Spirito. Furono loro, in segno di riconoscenza per la sua opera di benefattore, a consegnargli la ricetta segreta di un infuso di erbe. L’elisir fu convertito in prodotto industriale su larga scala e ottenne da Vittorio Emanuele III, nel 1912, il “Brevetto della Real Casa”. All’interno della fabbrica è possibile visitare grandi saloni decorati da archi a tutto sesto e ammirare gli antichi utensili della distilleria nelle varie fasi di lavorazione del liquore.

Via Xiboli | Venerdì, sabato e domenica 10.30 > 16.30

9 . Museo Diocesano del Seminario Vescovile

Il Museo Diocesano di Caltanissetta è stato fondato nel 1983 da monsignor Giovanni Speciale, al quale oggi è dedicato, che con passione raccolse le opere dalle chiese abbandonate e dalle sacrestie incustodite. In dieci sale e due gallerie al piano terra del Seminario vescovile sono esposte circa cinquecento opere d’arte che vanno dal XV al XXI secolo: dipinti, sculture, oggetti e manufatti liturgici provenienti dalle varie chiese della Diocesi nissena. Tra di esse spiccano per pregio una copia cinquecentesca dello Spasimo di Sicilia di Raffaello, probabilmente opera di Polidoro da Caravaggio, due reliquiari argentei del XVI secolo di Nibilio Gagini, una cassetta eburnea della bottega degli Embriachi e un nucleo di dipinti realizzati dal nisseno Vincenzo Roggeri tra il XVII e il XVIII secolo.

Viale Regina Margherita, 29 | Orario: venerdì 09 > 12 e 16 > 19; sabato 16 > 19 e  domenica 9 > 12

  1. Museo Mineralogico

Il Museo mineralogico, paleontologico e delle zolfare è stato qui recentemente allestito: in passato era ospitato nel limitrofo Istituto minerario “Mottura” che si occupa della sua gestione. Espone 5000 minerali da ogni parte del mondo, tra i quali spicca una preziosa aragonite. La raccolta è stata creata a scopi didattici per la Regia Scuola Mineraria fondata da Sebastiano Mottura, nella quale è ambientato il romanzo “Il nipote del Negus” di Andrea Camilleri. Proprio l’imperatore d’Etiopia regalò al museo un meteorite. È presente anche una collezione di fossili e alcuni modellini, plastici, miniature e reperti legati alle miniere di zolfo e alla civiltà mineraria. Il museo documenta la straordinaria storia di Caltanissetta nei secoli XIX e XX, quando fu considerata la capitale mondiale dello zolfo.

Viale della Regione 71 | Orario: venerdì, sabato 9 > 12.30 e 16 > 18. Domenica 9 > 12.30.

  1. Palazzo Calefati di Canalotti

Palazzo Calefati di Canalotti, edificato nel XVIII secolo, è uno dei palazzi nobiliari più antichi della città. Presenta una facciata sobria ma al suo interno, dove hanno sede gli uffici della Banca di Credito Cooperativo “San Michele”, custodisce tre stanze tra le più affascinanti del Settecento nisseno. Affrescata nel 1747 da Luigi Borremans (figlio del più noto pittore Guglielmo Borremans, autore degli affreschi della Cattedrale) la prima sala mostra al centro una grande rappresentazione del Noli me tangere. Nella seconda sala si trova l’affresco Rebecca al pozzo ed Eliazar, mentre sui sopraporta sono dipinte scene e personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento. L’affresco della terza sala è ormai perduto ma rimangono i dipinti dei sopraporta che raffigurano ancora una volta scene bibliche.

Corso Umberto I |  Orario: venerdì e sabato 10.30 > 13.30 e 15.30 > 18.

  1. Palazzo Lanzirotti

Apre eccezionalmente alle visite questo palazzo, che appartenne a una delle famiglie più ricche e influenti dell’Ottocento nisseno, sensibile all’arte e al gusto del bello, tanto da diventare mecenate dello scultore locale Michele Tripisciano. L’architetto Giuseppe Di Bartolo, nella metà dell’Ottocento, si occupò del rifacimento della facciata, reimpostata secondo un modello neoclassico sviluppato su tre livelli: arcate, lesene e tondi al piano terra; aperture timpanate, lesene ioniche e nicchie al primo piano; semplice con un balcone continuo al secondo piano. Gli ambienti del palazzo, adibiti a uso privato, sono riccamente affrescati e una sala in particolare è decorata da quattro tondi dipinti che rappresentano i luoghi simbolo della città, tra cui il Castello di Pietrarossa.

Via Barone Lanzirotti, angolo Corso Umberto I | Orari: domenica dalle 11  alle 12.30

  1. Palazzo Moncada e Galleria Civica d’Arte

La Galleria Civica d’Arte è ospitata nel seicentesco Palazzo Moncada, imponente dimora barocca voluta dai principi Moncada e rimasta incompiuta alla fine del XVII secolo. Del palazzo si notano per la particolare bellezza i mensoloni antropomorfi e zoomorfi dei balconi del piano nobile. Qui è esposto un corposo numero di opere in gesso, in bronzo e in marmo dello scultore nisseno Michele Tripisciano (1860-1913). La prima sala è dedicata alle opere di carattere religioso espressione della profonda spiritualità dello scultore nisseno, tra cui domina la bellissima Madonna in trono col Bambino. La sala successiva espone l’Orfeo, autentico capolavoro in marmo recentemente esposto a Reggio Emilia per una mostra sul Liberty. Altre due sale sono dedicate all’attività romana dell’artista.

Largo Barile 5. Orario: 10 > 13 e 17 > 20

 

  1. Villa Barile

Edificata nel XVIII secolo per volontà della nobile famiglia Barile e ampliata nel corso del XIX secolo, la villa sorge secondo la tradizione sul luogo dell’antico monastero per pellegrini di età medievale dei “Tre Re”. È di stile eclettico: classicheggiante nella costruzione principale, presenta una facciata rosso pompeiano, neogotico nel baglio occidentale. Il prospetto principale ha due ali laterali e una loggetta centrale in corrispondenza della quale si trova un balcone in marmo con lo stemma dei Barile realizzato dallo scultore nisseno Giuseppe Frattallone (1833-1874), artista protetto dai baroni. Circondata da un muro di cinta in parte merlato, conserva raffinate decorazioni ad affresco delle volte delle sale al primo piano.

Via delle Calcare | Venerdì 17 > 20 – sabato e domenica 10 > 13 e 17 > 20

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