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Grande Vallone, 28 arresti e sequestro di beni per oltre 5 milioni di euro

Redazione

Grande Vallone, 28 arresti e sequestro di beni per oltre 5 milioni di euro

Mar, 05/04/2011 - 13:10

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28 ordinanze di custodia cautelare in carcere, il sequestro di società e beni per oltre cinque milioni di euro, un’organizzazione mafiosa con interessi in tantissimi settori, che fa capo al mandamento mafioso di Mussomeli, decapitata. E’ il risultato dell’operazione antimafia “Grande Vallone”, condotta dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale tra Serradifalco, Campofranco, Montedoro, Bompensiere, Sutera, Venticano (AV) e Palmi (RC), che costituisce il culmine di complesse indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, avviate nel 2007 e finalizzate all’individuazione della struttura di vertice nissena di Cosa nostra. Circa 200 i Carabinieri impegnati nell’operazione, con il supporto del Comando Provinciale di Caltanissetta e di unità aeree del 9° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Palermo e delle squadre cinofile dei Carabinieri. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dall’Ufficio del G.I.P. di Caltanissetta, a firma del Dott. Lirio Conti su richiesta della D.D.A. di Caltanissetta. 22 le persone arrestate e tradotte in carcere e 6 agli arresti domiciliari.
Numerose le perquisizioni personali e domiciliari per la ricerca di armi, esplosivi, stupefacenti e di ulteriori elementi di prova a carico degli indagati e dell’organizzazione criminale di appartenenza. Il provvedimento si fonda sugli elementi di responsabilità documentati nell’ambito delle indagini “Falco” e “Castello”, in ordine ai reati di partecipazione all’associazione mafiosa, frode informatica, intestazione fittizia di beni e favoreggiamento, gran parte dei quali commessi al fine di agevolare le attività del gruppo mafiosa e di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione, trattandosi di soggetti già condannati con il 416 bis.
I risultati dell’operazione sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il procuratore capo della Procura nissena Sergio Lari, il generale dei Ros Giampaolo Ganzer, il procuratore aggiunto della DDA Amedeo Bertone, il comandante del Comando provinciale nisseno dell’Arma Roberto Zuliani, il tenente colonnello Stefano Romano.
“L’impegno dei Carabinieri – ha detto il generale Ganzer – non conosce soste ed è assolutamente continuativo nell’individuare le articolazioni di Cosa Nostra e colpirle con interventi che sono necessariamente programmati. Proprio questa continuità in oltre un decennio di indagini ci ha consentito di verificare l’evoluzione di Cosa Nostra nissena da mafia rurale a mafia imprenditrice proiettata a controllare il mercato, ad infiltrarsi nelle opere pubbliche e a condizionare quindi l’economia e la società”. Le indagini si sono avvalse del contributo iniziale di collaboratori di giustizia, come ha precisato il procuratore capo Sergio Lari, per poi svilupparsi nel territorio attraverso articolate e difficili attività di intercettazione telefonica ed ambientale su un territorio vastissimo dove, ha ricordato Lari, “ è difficile per gli investigatori agire senza essere riconosciuti”.” Tuttavia – ribadisce – i risultati che si sono raggiunti sono stati veramente cospicui ed oggi noi esprimiamo il nostro apprezzamento per questa importante operazione condotta fondamentalmente da forze dei Carabinieri anche con la collaborazione della compagnia locale dell’Arma. In relazione al mandamento di Mussomeli, cioè uno dei mandamenti storici di Cosa Nostra a livello regionale, sono stati individuati capi e promotori dell’organizzazione criminale che aveva interessi nel settore delle opere pubbliche, della fornitura di calcestruzzi, nel settore dei mercati ortofrutticoli, a dimostrazione del fatto che Cosa Nostra non tralascia nulla pur di arricchirsi e di controllare attraverso le estorsioni e le opere pubbliche anche il territorio”. Il sostituto Amedeo Bertone, su una precisa domanda dei giornalisti, ha ribadito che, “parlando della mafia del Vallone non si può prescindere dal ruolo che Madonia ricopre anche se è detenuto e tutta la vicenda relativa alla leadership del mandamento di Mussomeli ne è una conferma. Tutti i personaggi che si sono succeduti hanno ovviamente un legame con Madonia, tutte le vicende, che sono oggetto anche del presente procedimento, esprimono il ruolo che alla fine Madonia continua a svolgere”.

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