Salute

Maxisequestro di oltre 10mila pupazzetti Labubu falsi a Palermo

Redazione 3

Maxisequestro di oltre 10mila pupazzetti Labubu falsi a Palermo

Lun, 10/11/2025 - 08:53

Condividi su:

Un giro d’affari chea vrebbe sfiorato i 500mila euro: a Palermo, la Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 10mila falsi Labubu, pupazzetti da collezione, creati da Pop Mart, di cui, alcuni modelli erano la copia di un esemplare venduto all’asta a Pechino per 130mila euro. In sette sono stati denunciati, tutti venditori e tra loro anche il titolare di un negozio di giocattoli all’interno di un centro commerciale. I peluche, originariamente disegnati da un artista di Hong Kong e venduti in tutto il mondo dal colosso nella produzione e vendita di giocattoli Pop Mart, sono diventati in poco tempo una tendenza, creando una corsa all’acquisto dopo essere stati indossati sui social da star internazionali della musica e del cinema. I Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, attraverso un’analisi sulla distribuzione e vendita di giocattoli a Palermo hanno individuato sette esercizi commerciali che disponevano anche degli iconici peluche, focalizzando l’attenzione soprattutto sul prezzo di vendita, considerando che gli originali, a seconda della tipologia e della dimensione vengono venduti con un prezzo di partenza di circa 35 euro fino ad arrivare a diverse migliaia di euro per i pezzi meno diffusi o a tiratura limitata. A seguito dei preliminari sopralluoghi effettuati all’interno dei negozi di giocattoli individuati, i finanzieri ne hanno selezionati sette, i quali, per prezzi praticati, fattura e packaging dei prodotti destavano particolari sospetti circa la loro originalità e provenienza. I controlli eseguiti presso i sette esercizi commerciali hanno fatto emergere come nella quasi totalità dei casi i Labubu fossero imitazioni perfette degli originali, realizzati con materiali di qualità inferiore, ma riprodotti con una cura tale da rendere difficile per un comune acquirente distinguere gli esemplari autentici da quelli falsi. I prodotti, acquistati senza fattura da canali non ufficiali o da piattaforme e-commerce, perlopiù facenti parte della grande distribuzione, venivano venduti a prezzi di poco inferiori a quelli praticati per gli originali e riportavano loghi, colori e confezioni del tutto simili a questi ultimi, spesso corredati da etichette e codici identificativi non conformi o del tutto falsificati.Questi elementi, uniti alla circostanza che, in alcuni casi, i negozi che li ponevano in vendita fossero specializzati in giocattoli originali di ogni tipo e delle più note marche, potevano indurre il potenziale acquirente a pensare che si trattasse di prodotti genuini venduti a prezzi vantaggiosi.In un caso, l’intervento dei Baschi Verdi è stato effettuato in un negozio di giocattoli appartenente a una nota catena di distribuzione e posto all’interno di un centro commerciale cittadino. Proprio in questo esercizio commerciale è stato rinvenuto il maggior numero di pupazzetti falsi, 3000 tra negozio e magazzino, dove sono stati trovati molti cartoni colmi sia di Labubu imbustati che di scatole per il confezionamento, segno evidente che gli addetti al negozio provvedevano anche a creare i pacchetti sorpresa, diventati molto popolari proprio grazie alla loro distribuzione tramite blind box, ossia scatole a sorpresa, che hanno finito per creare una vera e propria dipendenza dall’acquisto per i collezionisti di tutto il mondo. Tra gli esemplari sequestrati anche alcune copie più piccole di un modello, in teoria introvabile, venduto nel mese di giugno a un’asta di Pechino al prezzo di 130.000 euro.Soprattutto in questo caso la collocazione all’interno di un punto vendita regolare e inserito in un contesto commerciale di fiducia, unita alla cura nella realizzazione delle confezioni, avrebbe potuto facilmente indurre in errore i consumatori convinti di acquistare un prodotto ufficiale.I sette titolari degli esercizi commerciali ispezionati e destinatari dei sequestri degli oltre 10.000 Labubu falsi che, qualora immessi sul mercato, avrebbero potuto fruttare oltre 500.000 euro, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per vendita di prodotti recanti marchi contraffatti. 

banner italpress istituzionale banner italpress tv