Nella giornata dedicata ai Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, l’associazione don Bosco 2000 accende i riflettori su una delle emergenze umanitarie più gravi e spesso dimenticate: la condizione dei bambini africani, in particolare dei talibé, i minori di strada che vivono in situazioni di estrema vulnerabilità in molti paesi dell’Africa subsahariana.
“In un mondo sempre più opulento e ricco, assistiamo a una forbice che si allarga drammaticamente – dichiara Agostino Sella, Presidente di Don Bosco 2000 – e chi ne fa le spese sono i bambini. In Africa, ci sono ancora milioni di minori che non hanno accesso all’istruzione, alla salute, al cibo. Vivono per strada, senza protezione. In questa Giornata penso ai talibé, bambini spesso obbligati a chiedere l’elemosina per sopravvivere, senza diritti, senza scuola, senza un futuro”.
Secondo i dati dell’UNICEF, oltre 50 milioni di bambini in Africa non vanno a scuola, e in alcune regioni come il Senegal, più del 50% dei bambini abbandona la scuola primaria . In quelle stesse aree, il 68% delle famiglie vive in povertà estrema e l’accesso alle cure mediche è limitato a un medico ogni 20.000 abitanti
“Quando un bambino non studia, quando non ha cibo o cure, quel peso non lo porta solo oggi: se lo porterà sulle spalle per tutta la vita – prosegue Sella –. E quel peso, domani, sarà una disuguaglianza ancora più grande da abbattere”.
Don Bosco 2000 è attiva in Senegal, Gambia e Mali, dove gestisce progetti di cooperazione circolare e sviluppo comunitario, con un’attenzione particolare alla tutela dei minori.
“Oggi si celebrano i diritti di tutti i ragazzi e le ragazze del mondo, ma è inaccettabile che nel 2025 ci siano bambini che vivono come se fossimo nel Medioevo. Noi a Don Bosco 2000 vogliamo dire una cosa chiara: non esiste sviluppo senza tutela dei diritti dei più piccoli” aggiunge ancora Agostino Sella.
Nel sud del Senegal, l’associazione ha costruito un oratorio e un dispensario che accoglie quotidianamente centinaia di bambini.
In conclusione, Agostino Sella lancia un appello: “I bambini non possono aspettare. Perché ogni giorno in strada, ogni pasto saltato, ogni lezione non ricevuta, è un’occasione perduta per sempre. Noi ci siamo. Ma serve una mobilitazione più ampia”.

