Il buono digitale nazionale per i celiaci – previsto dalla Legge di Bilancio 2026 – rappresenta un primo passo per gestire in modo efficiente e uniforme l’erogazione dei prodotti senza glutine, ma è necessario un confronto articolato con i rappresentanti del settore. Lo afferma l’Associazione Italiana Negozi Celiachia (AINC ETS) riferendosi alle norme che affidano al Servizio Sanitario Nazionale, e non più a quelli Regionali, la gestione dei buoni digitali.
“È fondamentale che il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia – sottolinea il Presidente dell’Associazione, Fabio Ramaroli, – coinvolgano gli operatori che quotidianamente assistono i celiaci, ovvero i negozi specializzati. Siamo noi il punto di contatto diretto con i pazienti, conosciamo le loro esigenze, le criticità delle piattaforme regionali e le reali condizioni operative. È impensabile disegnare un sistema nazionale senza ascoltare chi, da anni, garantisce qualità, consulenza e vicinanza sul territorio”.
AINC rappresenta una rete di punti vendita indipendenti che da oltre vent’anni offrono prodotti certificati, consulenze personalizzate e supporto informativo gratuito ai celiaci, contribuendo a creare una filiera di qualità oggi messa alla prova dalla concorrenza della grande distribuzione e da processi decisionali che non sempre tengono conto delle realtà più competenti.
“Accogliamo con favore qualsiasi misura che semplifichi la vita del celiaco – aggiunge Michele Mendola, portavoce dell’AINC, – ma chiediamo che la circolarità dei buoni non diventi uno strumento nelle mani di pochi, bensì una vera opportunità di equità e libertà di scelta per i pazienti. La nostra Associazione è pronta a collaborare con le Istituzioni per garantire trasparenza, inclusione e qualità nel percorso di dematerializzazione. Inoltre, in qualità di Ente del Terzo Settore, conferma la propria disponibilità a partecipare ai tavoli tecnici e a condividere l’esperienza maturata sul campo, a tutela sia dei consumatori che dei professionisti del settore”.

