Certe storie sembrano scritte dal destino, altre invece sono il frutto di sacrifici, scelte difficili e di un amore che supera ogni ostacolo. È il caso di Jennifer Pirrello, insegnante di danza classica, moderna e contemporanea, e di suo figlio Gabriel, oggi ballerino professionista al Teatro dell’Opera di Varna, in Bulgaria.
Il percorso di Jennifer comincia da bambina, a soli otto anni, quando nella piccola sala di danza del suo paese scopre un mondo che diventerà parte di lei. «Per me la danza non era un passatempo, ma una ragione di vita, l’unico modo in cui riuscivo a esprimere pienamente la mia anima», racconta. Cresce coltivando quella passione, studia con impegno e si diploma con il massimo dei voti, mentre parallelamente continua la formazione artistica con maestri dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma e collaborando con artisti di livello nazionale e internazionale.

Il suo sogno era diventare una ballerina professionista, ma la vita le riserva un’altra sfida: a 19 anni scopre di essere incinta. Nasce Gabriel e, con lui, cambia ogni prospettiva. «Era l’unica ragione al mondo per cui avrei rinunciato alla danza, almeno per un periodo», ricorda Jennifer. Non abbandona però la sua passione: la trasforma, fondando una scuola di danza e diventando coreografa apprezzata a livello nazionale, capace di portare sul palco centinaia di allievi e di ricevere riconoscimenti importanti.
Gabriel cresce dentro quell’ambiente. All’inizio sembra restio: a cinque anni lascia la sala prove convinto che la danza sia “da femminucce”. Ma presto la curiosità prende il sopravvento: osserva di nascosto le lezioni della madre, si appassiona, fino a chiedere con voce timida: «Mamma, posso venire a danza?». Da quel momento non si fermerà più.

Il talento del giovane emerge subito. A soli otto anni partecipa al suo primo concorso, viene notato a Catania e, poco dopo, persino dalla storica direttrice del Balletto Nazionale di Cuba, Alicia Alonso. Le occasioni si ripetono, ma Jennifer non se la sente di mandare lontano un bambino così piccolo. A 12 anni, però, arriva la svolta: Gabriel conquista l’attenzione di Laura Comi, allora direttrice del Teatro dell’Opera di Roma. Supera le audizioni e viene ammesso alla prestigiosa Scuola di danza della capitale.

Per Jennifer è un salto nel vuoto. Economicamente non è facile, e affrontare la separazione da un figlio così giovane è doloroso. Dopo un anno prende una decisione radicale: chiude la sua scuola a San Cataldo, si trasferisce a Roma insieme al secondogenito Gioele e si dedica interamente ai ragazzi dell’Opera, diventando per molti una seconda madre. «Ho lasciato la cosa più importante che avevo dopo i miei figli, la mia scuola, per qualcosa di ancora più grande: il sogno di Gabriel», confessa.
Gli anni scorrono tra sacrifici, rinunce, difficoltà economiche, ma anche successi. Gabriel si diploma con onore al Teatro dell’Opera di Roma e inizia una carriera internazionale che lo porta a calcare i palcoscenici di mezzo mondo. Dopo esperienze prestigiose, partecipa alla International Dance Competition di Spoleto, dove viene scelto dal direttore del Teatro di Varna. Oggi lavora stabilmente in Bulgaria, realizzando quel sogno che sua madre aveva dovuto accantonare.

La storia di Jennifer e Gabriel è molto più di un percorso artistico: è il racconto di una madre che ha fatto della danza un’eredità d’amore, trasformando la propria rinuncia in una vittoria più grande. «Rifarei tutto da capo – dice oggi Jennifer con orgoglio – perché ne è valsa la pena. La danza ti insegna la disciplina, la fermezza, il rigore. Ti chiede sacrifici enormi, ma ti restituisce un mondo magico. Sono felice che questo mondo sia diventato anche quello di mio figlio».
La danza chiede , rinunce, costanza; costringe a misurarsi ogni giorno con i propri limiti, a sfidare se stessi e a non arrendersi mai. È rigore, determinazione, fermezza. Ti toglie tanto sul piano personale, ma ti restituisce valori che restano impressi per sempre: la forza interiore, la resilienza, la voglia di migliorarsi.
Ed è proprio in questa visione che si racchiude il senso ultimo della sua storia: un percorso di amore, sacrificio e passione che ha condotto un talento partito da San Cataldo fino ai palcoscenici internazionali. «Per me – conclude Jennifer – la danza è l’arte più bella che esista al mondo».
Una storia che emoziona, che parla di sogni e sacrifici, ma soprattutto di un talento che da San Cataldo è arrivato a conquistare i palcoscenici internazionali.

