L’Esecutivo del Partito Democratico di Caltanissetta mediante il segretario Giancarlo La Rocca interviene in merito ai beni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati al Comune, affermando in una nota che l’Esecutivo ha preso atto della risposta fornita dall’Assessore Guido Del Popolo all’interrogazione presentata dal Consigliere Comunale Carlo Vagginelli, in merito alla gestione dei beni confiscati alle mafie e assegnati al Comune di Caltanissetta. “È motivo di preoccupazione constatare che, a fronte di ben 62 assegnazioni riguardanti 37 immobili e aree del territorio comunale, non sia stato ancora elaborato un piano strategico di gestione che definisca obiettivi sociali, economici e urbanistici chiari – dichiara -. Dall’analisi dei documenti pubblici e dalla risposta fornita, emerge che oltre il 40% dei beni confiscati risultano ancora privi di destinazione, non utilizzati o in attesa di bandi.
Inoltre, si legge nella nota che le risposte dell’Assessore alle domande poste dal nostro Consigliere hanno evidenziato: l’assenza di un piano pluriennale; la mancanza di una valutazione concreta sull’impatto sociale ed urbanistico degli affidamenti; un report pubblico parziale e impreciso; una visione strategica ancora da definire, nonostante la responsabilità già in capo all’attuale Amministrazione da oltre un anno.
L’esecutivo del Pd scrive ancora: “Per superare le criticità che rallentano – o addirittura ostacolano – la destinazione di questi beni e la loro restituzione alla collettività, è necessario un deciso cambio di passo. I beni confiscati devono diventare risorse capaci di attivare processi di sviluppo locale e rafforzare la coesione sociale. Non solo come simbolo della vittoria dello Stato contro le mafie, ma come strumenti concreti per dare nuova energia ai nostri territori.”
L’Esecutivo del Partito Democratico chiede all’Amministrazione Tesauro di farsi parte attiva di questo processo concreto di legalità, trasparenza e sviluppo, coinvolgendo i soggetti del terzo settore del nostro territorio. In un percorso non solo economico, ma sociale e culturale per attuare le finalità sancite da tempo della legge 109/96 (riutilizzo sociale dei beni confiscati).
“Siamo pronti a offrire il nostro contributo – conclude – anche dall’opposizione, per un confronto pubblico e costruttivo su questo tema strategico per la nostra comunità.”

