Salute

Corruzione alla Regione Sicilia, indagata anche l’assessora Elvira Amata: si allarga l’inchiesta di Palermo

Redazione

Corruzione alla Regione Sicilia, indagata anche l’assessora Elvira Amata: si allarga l’inchiesta di Palermo

Lun, 30/06/2025 - 18:02

Condividi su:

L’inchiesta della Procura di Palermo sulla presunta rete di corruzione all’interno della Regione Siciliana si allarga e coinvolge anche l’assessora regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, Elvira Amata. L’esponente di Fratelli d’Italia, in carica nella giunta Schifani, risulta ufficialmente indagata da mesi, ma la notizia è emersa soltanto adesso, a seguito degli sviluppi dell’indagine che ha già travolto il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno.

L’indagine ruota attorno ad alcuni presunti episodi di favoritismo nella concessione di finanziamenti pubblici per eventi culturali e manifestazioni, tra cui la kermesse “Magico Natale”, organizzata dalla Fondazione Dragotto, che si sarebbe dovuta svolgere in diverse città siciliane, tra cui Palermo, Messina e Catania. Al centro dell’inchiesta, in particolare, ci sono le intercettazioni telefoniche tra Giuseppe Martino, capo di gabinetto vicario dell’assessora Amata, e Marcella Cannariato, vicepresidente della fondazione. Le conversazioni intercettate dagli inquirenti farebbero riferimento a un finanziamento regionale da centomila euro, alla promessa di una consulenza professionale da diecimila euro e a contatti diretti con l’assessora per velocizzare alcune pratiche. In una delle telefonate, Cannariato avrebbe chiesto ad Amata la possibilità di anticipare i fondi previsti grazie a una fideiussione, ottenendo un’apertura di massima da parte dell’assessora. In un’altra conversazione, sempre registrata, la stessa Amata si sarebbe espressa in termini preoccupati per la gestione dell’evento, suggerendo persino l’annullamento delle tappe catanesi e la restituzione dei contributi.

Il nome dell’assessora è stato iscritto nel registro degli indagati a settembre 2024, con una proroga delle indagini concessa fino al marzo di quest’anno. Fonti vicine alla difesa sottolineano come la notifica non sia stata seguita da alcun interrogatorio né da ulteriori atti, facendo supporre che il suo coinvolgimento potrebbe essere marginale o addirittura oggetto di archiviazione. L’avvocato di Amata, Sebastiano Campanella, ha dichiarato che la sua assistita è “totalmente estranea” ai fatti contestati e che potrebbe trattarsi di un’indagine già conclusa e in via di archiviazione, di cui ancora non si conoscono gli esiti.

La stessa Amata, contattata dai giornalisti, si è detta “serena e fiduciosa” e ha precisato di non essere a conoscenza dei dettagli specifici dell’indagine. La vicenda, tuttavia, ha già creato un forte impatto politico. Alcuni esponenti dell’opposizione, come il deputato regionale Ismaele La Vardera, hanno parlato del “punto più basso di questa legislatura”, chiedendo le dimissioni precauzionali da parte di chi è coinvolto nell’inchiesta, per salvaguardare l’istituzione e la credibilità dell’amministrazione regionale.

Quella che inizialmente era un’indagine limitata all’acquisto di una mostra a Cannes – operazione da 2 milioni di euro bloccata in autotutela dal presidente Schifani – si è dunque ampliata, investendo una rete più vasta di relazioni tra politica, fondazioni culturali e incarichi professionali. L’inchiesta è tuttora in corso e il fascicolo resta secretato nei dettagli. Ma la sensazione è che, nei prossimi mesi, l’attenzione dell’opinione pubblica e dei magistrati non farà che crescere, mentre la politica regionale resta in uno stato di crescente fibrillazione.