Salute

”Tutto sarà meglio di quello che abbiamo adesso”

Sergio Cirlinci

”Tutto sarà meglio di quello che abbiamo adesso”

Sab, 16/03/2024 - 09:49

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Dopo la chiusura di una miniera di zolfo, un gruppo di minatori siciliani, capitanati da Saro Cammarata, decide di tentare la fortuna emigrando clandestinamente in Francia.
Il cammino della speranza, tratto dal romanzo di Nino Di Maria, nato a Sommatino nel 1904, divenne un film drammatico nel 1950, diretto da Pietro Germi e con la sceneggiatore scritta anche da Federico Fellini.
I minatori disperati, dovettero arrendersi ed abbandonare la propria terra per andare in Francia, dove avevano avuto notizia che lì il lavoro c’era per tutti e con ottime paghe.
Questo succedeva nella prima metà del secolo scorso ma, anche se in maniera diversa, succede ancora oggi; sono infatti molte le famiglie ed anche giovani, costretti a dover andar via, spesso non facendo più ritorno.
Ma “c’è sempre qualcuno più a sud”, che deve soffrire o morire nella speranza di poter ottenere un posto dignitoso dove vivere…così come hanno fatto tanti siciliani, questo sarebbe bene non dimenticarlo mai.


Li chiamano i disperati del mare, sono le migliaia e migliaia di ESSERI UMANI, che giornalmente si avventurano, molti perdendo la vita, su imbarcazioni poco sicure, sfidando il mare.
Anche loro, come i nostri emigrati, cercano un riscatto, un lavoro, alcuni scappano da guerre ma, come avvenne ai nostri, trovano sul loro cammino personaggi senza scrupoli.
Quando approdano alcuni baciano terra, consci di aver scampato un grosso pericolo e felici di aver raggiunto, vivi, la tanta desiderata terra ferma.
I nostri emigrati quando arrivavano o arrivano nelle destinazioni scelte, anche se tra mille difficoltà, enormi sacrifici, alcune volte subendo soprusi, sono riusciti e riescono a ben sistemarsi, alcuni a diventare benestanti o a ricoprire, socialmente parlando, posizioni importanti.
Per coloro che invece vivono “più a sud di noi”, certamente non si può dire lo stesso.
Venendo da un altro continente, spesso privi di documenti, il loro percorso di inserimento diventa più lungo e difficile.


Se a queste difficoltà burocratiche aggiungiamo anche una certa mentalità con cui devono fare i conti, pregiudizi molto più diffusi di quello che si possa pensare, per molti di loro il viaggio della disperazione non finisce una volta posato il piede in Italia o in Europa.
E pensare che in Italia, come anche in Europa, servono nuovi lavoratori, come servono anche giovani, visto il forte calo demografico.
Sappiamo bene che l’Italia è un paese anziano e che lo diventerà ancor di più essendo, tra le nazioni europee, quella a più bassa natalità.
I contrari all’immigrazione mai ammetteranno che con il passar degli anni avremo sempre più pensionati e meno lavoratori, come si evince da tantissimi studi.
Ciò costringerà molte aziende, edili ed agricole in primis, a chiudere i battenti, non riuscendo a reperire manodopera.
Avremo anche forti ripercussioni sul sistema sociale, pensioni e sanità.
Chi verserà i contributi per pagare i pensionati, che insieme ai dipendenti, sappiamo contribuiscono a più del 70% del gettito fiscale, che serve poi a pagare i vari servizi, tra cui sanità, scuole, sicurezza e infrastrutture varie ?
La mancanza di nuove generazione porterà, come già sta avvenendo, alla chiusura o all’accorpamento di parecchie scuole, con conseguenze sotto l’aspetto occupazionale.
Le vie da percorrere per evitare che tutto ciò non accada sono sostanzialmente due.
O gli italiani cominciano a fare tanti figli o bisogna accettare che coloro che arrivano da altri continenti colmino questo vuoto.
Ma, come sempre, c’è un mah…
«Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica…se gli italiani fanno meno figli non possiamo sostituirli con qualcun altro: non è quella la strada»


Questa “infelice” espressione insieme alla teoria del complotto citata dal ministro Lollobrigida è ahimè molto popolare nella destra italiana e non solo. Si arriva addirittura a sostenere che vi sia una cospirazione per sostituire i bianchi.
A pensarla così sono purtroppo in tanti, non solo in quella parte politica.
Questi signori dovrebbero spiegarci chiaramente come intendano affrontare sia il problema dell’immigrazione, visti i tentativi fatti, risultati del tutto fallimentari, che il problema demografico e quindi sociale.
Fermare l’immigrazione, ma come ? Fare più figli, ma con quali soldi ?
La Francia è in Europa il paese dove si fanno più figli, non è un caso; probabilmente i francesi hanno saputo negli anni affrontare, risolvendole, le domande poste sopra.
Sempre in Europa risulta essere uno dei paesi più multiculturale e più multirazziale, aiuta economicamente le famiglie che fanno figli, grazie a contributi ed assistenza; moltissimi sono gli asili e molte aziende li hanno al proprio interno, dando la possibilità alle lavoratrici madri di non dover rinunciare al lavoro o addirittura alla maternità.
Servono politici e politiche che vadano oltre gli slogan, buoni solo per farsi votare da chi continua ipocritamente a dire “non sono razzista ma”, e comincino a mettere in campo azioni volte ad una giusta accoglienza, accompagnata da una seria ed efficace formazione professionale e ad un migliore sistema sociale, necessari sia ai vecchi che ai nuovi italiani.
Ad Maiora

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