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Trent’anni dall’elezione di Peppino Mancuso Sindaco. Quella figura è ancora troppo ingombrante per essere considerata

di Michele Giarratana - Caltanissetta Protagonista

Trent’anni dall’elezione di Peppino Mancuso Sindaco. Quella figura è ancora troppo ingombrante per essere considerata

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Sono passati trent’anni da quel 5 dicembre del 1993 quando Caltanissetta si svegliò. Si svegliò dal suo torpore ed elesse Peppino Mancuso Sindaco della nostra Città.
Si veniva da un potere democristiano esagerato che poi miseramente aveva portato al lungo commissariamento del Comune; da una deriva negativa della società peraltro scioccata dall’operazione Leopardo. Ci fù una scossa. Incredibile ma vero, la sonnecchiante Caltanissetta diede una lezione incredibile ai baronati politici e non solo, fu perfino il laboratorio primordiale che da li a poco avrebbe visto ribaltare il vecchio sistema politico in tutto il territorio italiano.


Peppino Mancuso e la sua giunta furono i condottieri di quella svolta. Oltre al sottoscritto vorrei ricordare Gianfranco Fuschi, Arcangelo Pirrello, Elio Cigna, Luigi Gattuso, Elisa Ingala, Giovanna Candura, Riccardo Longo e poi Angela Amico ed Eros Di Prima, questa squadra di assessori lavorò a tempo pieno per Caltanissetta mettendo a disposizione tempo, capacità, esperienza e professionalità dimostrando che la “gente di destra” poteva e sapeva come amministrare. Peppino non fu soltanto il condottiero del riscatto della nostra Città ma un esempio di come si amministra, riuscendo a coinvolgere tutti i dipendenti del Comune, facendoli sentire squadra, dando carta bianca agli assessori la cui fiducia era ricambiata con un impegno fuori dal normale, dialogando con l’intero Consiglio Comunale dove poteva contare soltanto su 4 consiglieri su 30. Fu interlocutore credibile con il Coreco, organo di controllo di ogni atto amministrativo che fra bocciature e richieste di chiarimento rallentava oltre il 90 per cento di delibere e determine.
Eppure i quattro anni di Peppino Mancuso Sindaco segnarono una vera svolta a Caltanissetta che non vide soltanto riaprire, giusto per citare soltanto qualche opera, il Teatro Margherita, lo stadio, le ville, la biblioteca, ma anche mille altre iniziative e risvegliare l’orgoglio nisseno.

Da allora purtroppo si è assistito ad un declino inesorabile, ad un degrado malinconico, ad una gestione della Cosa Pubblica superficiale e approssimativa. E’ mancata la visione ed il progetto che i nisseni hanno poi voluto affidare a chi evidentemente non aveva capacità ed idee.
Il 30 giugno del 2021 Peppino ci ha lasciati. Abbiamo chiesto già a settembre di quell’anno di intitolargli la parte alta di Via Maddalena Calafato, li dove lui abitava e svolgeva la sua attività professionale. Abbiamo fornito tutte le indicazioni topografiche e le notizie storiche. Abbiamo consegnato al Sindaco anche la relazione necessaria affinché la Prefettura chiedesse al Ministero la deroga per poter intitolargli quella via visto che autonomamente è possibile determinarla per coloro che sono scomparsi da almeno dieci anni; cosa peraltro che avviene regolarmente in centinaia di casi in Italia. Questa Amministrazione non ha fatto nulla! Non ha nemmeno trasmesso gli atti alla Prefettura e la risposta all’interrogazione che Caltanissetta Protagonista ha presentato da mesi non trova ovviamente risposta.
Evidentemente quella grande Figura è ancora troppo ingombrante e quell’Amministrazione e soprattutto quell’area politica non merita alcuna visibilità poiché il confronto con le figurine attuali sarebbe impietoso.

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