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Salute, scatta l’allarme: boom di psicofarmaci tra i ragazzi per “sballarsi”

Redazione

Salute, scatta l’allarme: boom di psicofarmaci tra i ragazzi per “sballarsi”

Mer, 25/01/2023 - 14:31

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Le cure farmacologiche nel campo della salute mentale, anche dei bambini e degli adolescenti, sono fondamentali. La ricerca ha compiuto passi straordinari in tutti i campi per questa fascia d’eta’. Diverso e’ il problema dell’uso di psicofarmaci sottratti e utilizzati senza alcun controllo, per uso ricreativo, un nuovo modo di superare i limiti ma che mette a rischio la propria salute e la propria vita.

Un fenomeno in crescita costante, tra il 15 e il 20 per cento negli ultimi 5 anni, grazie anche alla loro facilita’ di reperimento: secondo lo studio ESPAD dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), infatti, questi farmaci sono troppo spesso disponibili in casa (42%), acquistati facilmente su Internet (28%), recuperati per strada (22%), sfuggendo cosi’ al controllo di adulti e medici. Consumi che, nell’ultimo periodo a seguito anche dell’effetto pandemia, avrebbero superato abbondantemente il 6%, almeno nel 10% dei giovani, alimentando la dipendenza associata anche agli effetti collaterali di altre sostanze psicoattive (tabacco, energy drink, benzodiazepine e sostanze stupefacenti), e lo sviluppo di comportamenti pericolosi.

Questi numeri hanno quindi portato gli esperti della Societa’ Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (SINPF), in congresso da oggi a Milano e Venezia, non solo a lanciare l’allarme ma anche a fornire una serie di consigli attraverso un vademecum dedicato a cittadini, genitori, ragazzi e anche medici: 1. No al ‘fai da te’, no alla cosiddetta ‘assunzione per opportunita”: rivolgersi sempre al medico; 2. Non sottovalutarne la potenza terapeutica e le importanti ricadute collaterali; 3. Tenerli fuori dalla portata di chiunque possa approfittarsene o fare un cattivo uso; 4. Avviare campagne di sensibilizzazione e counselling mirati a pazienti, ai giovani in particolare e alla cittadinanza in generale; 5. In caso di disturbi come ansia, depressione, disturbi dell’umore, seguire sempre le indicazioni dello specialista.

 “Questi psicofarmaci rappresentano per molti un’ancora di rassicurazione per aumentare le performance scolastiche e i livelli di attenzione, per migliorare l’aspetto fisico quando combinati a farmaci dietetici, per potenziare i livelli di autostima, per sentirsi in forma, migliorando sonno e umore – spiega Matteo Balestrieri, Ordinario di Psichiatria all’Universita’ di Udine e co-presidente della SINPF – e spingono quindi i giovani ad assumerli sfuggendo al controllo in famiglia, reperiti in luoghi sicuri, come la casa in caso di familiari che gia’ ne facciano uso, o in altri molto piu’ insidiosi, come il web e la strada, sedi di un nuovo e piu’ moderno spaccio, con reali rischi di overdose. Un trend, purtroppo, sempre piu’ generalizzato tra i giovani e da cui non sono esenti neppure i ragazzi italiani, come dimostrano i dati dello studio ESPAD e le motivazioni che nei giovani alimentano il fenomeno”.

“Detto questo gli psicofarmaci, insieme ad un percorso terapeutico a 360 gradi, sono fondamentali per curare le malattie mentali anche nei giovani e nei giovanissimi – prosegue Claudio Mencacci direttore emerito di psichiatria all’ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente SINPF -. Non bisogna averne paura, non ce n’e’ alcun motivo. Molte patologie curate per tempo nei giovani, garantiscono loro un futuro. Se invece queste cure vengono usate con modalita’ e intenzioni diverse non aiutano e soprattutto possono avere ripercussioni negative”.

La tipologia di psicofarmaci SPM maggiormente utilizzata nel corso dell’ultimo anno e’ quella dei farmaci per dormire (5%). Seguono quelli per l’umore e le diete (1,7% per entrambe le tipologie) e quelli per l’attenzione (1,2%). Le studentesse utilizzano in percentuale maggiore tutte le tipologie di psicofarmaci analizzate, con un rapporto di genere minimo pari a 1,8 in relazione ai farmaci per l’attenzione e un rapporto massimo piu’ che triplo (3,4) quando si analizzano quelli per le diete. In generale il Rapporto riferisce inoltre che il 18% degli studenti ha

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