Salute

San Cataldo. Padre Giambra: “I giovani non vengono a messa e vanno via, come contribuire alla rinascita del Paese”?

Walter Gruttadauria - La Sicilia

San Cataldo. Padre Giambra: “I giovani non vengono a messa e vanno via, come contribuire alla rinascita del Paese”?

Mer, 31/08/2022 - 12:06

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I parroci delle maggiori parrocchie sancataldesi domani si accomiatano dalle comunità che hanno guidato per 14 mesi, quelle di Sant’Alberto Magno e della Madrice.

Si tratta il padre Alessandro Giambra e di Padre Angelo Spilla, che hanno guidato le due parrocchie dal primo luglio dello scorso anno e che sono destinati il primo come Arciprete della stessa Madrice e il secondo come parroco di San Giuseppe e Provvidenza a Caltanissetta, nel novero delle recenti nomine disposte al vescovo Monsignor Russotto.

Nel congedarsi dalle comunità parrocchiali, i due sacerdoti tracciano un bilancio dell’attività nel territorio di competenza, rimarcando al contempo le situazioni di grande disagio che ancora vi permangono.

“Il tragico problema della pandemia – ha rimarcato padre Giambra – ha lasciato un grande vuoto nella comunità perché i fedeli non vengono a messa: lo fanno solo gli anziani ma ma mancano le famiglie, i ragazzi.

Con la visita alle famiglie ho riscontrato proprio l’abbandono della vita religiosa da parte dei giovani, molti dei quali tra l’altro stanno andando via, per cui mancheranno quelli che avrebbero dovuto invece contribuire alla rinascita di questo paese sia culturalmente, sia politicamente e, per quanto ci riguarda, anche religiosamente: non abbiamo adesso neanche una vocazione proveniente da San Cataldo. La cosa più importante per una comunità – prosegue il sacerdote – è creare relazioni relazioni. Una comunità che è divisa è di scandalo. A che vale avere tante chiese e parrocchie se poi non c’è un’unità pastorale nè la presenza di giovani?

Io ne ho mandati 30 a un campo scuola di Collevanza, esperienza molto formativa da cui sono tornati in entusiasti: ma è un numero esiguo rispetto a una popolazione di 10.000 parrocchiani. Potranno essere futuri catechisti, a rimpiazzare gli attuali che sono tutti anziani e non adeguati alle esigenze relazionali con i ragazzi di oggi”. Pertanto l’impegno maggiormente profuso in questo arco di tempo è stato proprio quello di creare relazioni prima per riappropriarsi della parrocchia come struttura poi, perchè è venuta meno la formazione dei gruppi. Qui si fa più vita notturna che diurna. Di giorno dove si vivono i momenti culturali, formativi o di attenzione al territorio? Oggi c’è una realtà di povertà spirituale, economica, culturali, sono in crisi anche il laicato cattolico, i gruppi, i vari movimenti ecclesiali. È la domanda da fare nuovi politici dopo le prossime elezioni, e questa: Come fare a risollevare questa terra così bella ma che sembra così maledetta?”.

Don Angelo Spilla, nella sua lettera di saluto ai parrocchiani, a sua volta rimarca: “porterò nel cuore particolarmente le esperienze dall’azione pastorale congiunta con la valorizzazione del consiglio pastorale parrocchiale, alle cui scelte ci siamo attenuti. Da qui la vita liturgica con le celebrazioni ben guidate e partecipate, la formazione e la crescita spirituale dei vari gruppi ecclesiali, particolarmente delle due congregazioni, quella del Santissimo Sacramento e di San Cataldo. Anche l’attività catechistica è stata condotta con debita preparazione, così pure la formazione dei catechisti”.

Sul fronte della sofferenza del bisogno ha agigunto: “Abbiamo assistito spiritualmente con cura gli ammalati che ho visitato più volte, insieme ai poveri che si appoggiavano ai servizi al centro di ascolto e della Caritas mediante la distribuzione degli aiuti alimentare”. Inoltre il religioso ricorda la costruzione del gruppo culturale “Arbor Vitae” con le numerose iniziative e la nascita dell’associazione “Albero alla vita” con la finalità di portare avanti iniziative attività culturali, religiose, ricreative, dando precedenza all’apertura del centro di assistenza medica nei locali sanitari già predisposti.

Nella lettera del sacerdote fa cenno, tra l’altro, anche all’impegno rivolto agli interventi strutturali eseguiti sia alla Madrice che alla chiesa San Giuseppe, le iniziative nel salone “U Ratò” e nei locali del collegio di Maria e l’avvio dei lavori (ora sospesi) per la ricostruzione della chiesa della Madonna delle Grazie in contrada Giganna.

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