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Caltanissetta. “En plein” di premi per il Liceo Scientifico “Volta” al concorso “Nuccia Grosso”

Redazione 1

Caltanissetta. “En plein” di premi per il Liceo Scientifico “Volta” al concorso “Nuccia Grosso”

Mer, 15/06/2022 - 08:03

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CALTANISSETTA. Un vero “en plein” di premi quello conseguito dall’Istituto “A. Volta” alla IX edizione del concorso “Nuccia Grosso”, nell’ambito del quale lo “studio legale” dell’istituto ha assunto la difesa della Monaca di Monza, ottenendone l’assoluzione: ben quattro i trofei che il gruppo del “Volta” si è aggiudicato durante la cerimonia di premiazione, svoltasi mercoledì 8 giugno, presso il Teatro Margherita di Caltanissetta e presentata dal “patron” della manifestazione Tony Maganuco.

I quattro riconoscimenti, tutti ex aequo, nello specifico hanno premiato la migliore arringa difensiva, la migliore performance dell’imputata e quella del miglior testimone, e infine, il premio più significativo, il miglior “collegio difensivo”. La squadra del “Volta”, composta dagli studenti della classe II sez. I, i più giovani tra quelli partecipanti alla manifestazione, nella fase di preparazione al processo, ha svolto un intenso percorso formativo, coordinato dalla prof.ssa Maria Giulia Palermo e guidato dalla preziosa consulenza giuridica offerta dagli avvocati Claudio Vitellaro (ex allievo del “Volta”), e Manfredi Manuele.

 La prima parte dell’attività ha riguardato la lettura e l’analisi approfondita dei due capitoli (IX e X) de “I promessi sposi”, con particolare riferimento al profilo psicologico della Gertrude manzoniana e dell’ambiente storico-sociale in cui si svolge la sua drammatica vicenda biografica. In seguito i due avvocati hanno impartito ai giovani studenti alcune nozioni basilari per illustrare le fasi e le dinamiche principali del processo penale, sia dal punto di vista puramente normativo, sia soprattutto da quello processuale, approfondendo gli aspetti più rilevanti della professione forense.

Concordata la strategia difensiva dell’imputata, consistente nella sua incapacità di intendere e di volere, gli studenti, divisi per gruppi, hanno svolto un intenso lavoro di ricerca su Internet, consultando un consistente numero di siti tra quelli, numerosissimi, dedicati alla Monaca di Monza. Dalla vasta sitografia è stata ricavata un’ingente quantità di elementi atti a comprovare l’imposta monacazione e l’infermità mentale dell’imputata: dati autentici storici e biografici, documenti e atti ufficiali del famoso processo celebrato contro Suor Virginia ( al secolo Marianna De Leyva,  vero nome del personaggio storico a cui si ispirò Manzoni), “gossip” popolari, carteggi epistolari, biografia delle amiche consorelle della Monaca e di Gian Paolo Osio, l’Egidio manzoniano, suo amante.

Ne è emersa un’autentica e appassionante “crime- story”, non priva di particolari scabrosi, come quello della presunta coprofagia praticata da Suor Virginia, della sua scandalosa relazione con l’amante Paolo Osio, vissuta come un’instabile altalena di devastanti sensi di colpa e di travolgente passione, il cui frutto furono due gravidanze. Parimenti impressionante l’ambiente del monastero, descritto in alcune fonti come luogo di abiezione e di illegalità, in un quadro storico che evidenzia il clima cupo del Seicento lombardo, nonché le inadempienze e la corruzione del governo spagnolo.

Completata la fase di ricerca, gli studenti sono stati avviati alla redazione degli interrogatori dei testimoni, dell’esame dell’imputata, alla stesura dell’arringa finale e, in generale,di tutto l’occorrente per il lungo e articolato processo celebrato il 21 maggio nell’aula consiliare di Palazzo del Carmine, processo in cui l’accusa è stata sostenuta dall’Istituto Rapisardi.

Nutritissima la quantità di prove presentata dalla squadra del “Volta” alla Corte, presieduta dall’avvocato Boris Pastorello: una perizia grafologica, realmente svolta su un atto feudale firmato da Suor Virginia, una bambola vestita da suora, documenti epistolari citati nel romanzo manzoniano o nella biografia storica di Suor Virginia, prodotti e ricostruiti dagli allievi, un’esauriente perizia psichiatrica, un testamento olografo del padre di Marianna De Leyva e infine giudizi formulati da famosi critici letterari, quali Arnaldo Momigliano e Luigi Russo.

Tutti elementi atti a comprovare la monacazione forzata e l’incapacità di intendere e di volere dell’imputata e di conseguenza la sua non punibilità; tesi accolta dalla Corte che, con tale motivazione, ha assolto Suor Virginia dall’accusa di concorso nell’omicidio della conversa Caterina De’ Meda e ne ha dichiarato la completa innocenza per l’altro capo di imputazione, il concorso nel rapimento di Lucia Mondella,poiché il fatto non sussiste.

Un’esperienza formativa molto significativa dunque, coronata dal successo per l’assoluzione dell’imputata e dai premi ricevuti dai due studenti, che hanno assunto il ruolo degli avvocati Thomas Guadagnino e Chiara Vasapolli, dalla studentessa Vittoria Pioggia, che ha interpretato in modo magistrale la parte dell’imputata e dal testimone Federico La Tona, perito psichiatrico della difesa. Notevoli anche le performance degli studenti Alberto Polito e Miriam Lo Monaco, che hanno interpretato rispettivamente il ruolo del paggio innamorato di Marianna adolescente e dell’amica consorella Suor Ottavia Ricci.

Un successo ottenuto grazie al coinvolgimento di tutti gli studenti della classe: Aprile Claudia, Bonsignore Laura, Briglia Emanuela, Ciralli Matteo, Collura Francesca, Dell’uomini Sabrina, Giannavola Dario, Giuliano Amedeo, Guarneri Kristel, La Bua Giacomo, Leto Andrea, Parisi Loris, Stassi Aurora, Zhou Michi. Come hanno sottolineato la prof.ssa Palermo ed il Dirigente Vito Parisi, ogni allievo, con ruoli e contributi diversi, ha partecipato intensamente all’attività, come dimostra l’ottenimento del premio più importante, quello conferito al miglior “lavoro di gruppo”.

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