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Caltanissetta, sistema Montante: niente … media show, i giornalisti non potranno assistere a processo

Redazione

Caltanissetta, sistema Montante: niente … media show, i giornalisti non potranno assistere a processo

Sab, 29/01/2022 - 13:12

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Il processo d’appello all’ex presidente degli industriali Antonello Montante, alla sbarra per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico, resta a porte chiuse. 

Lo ha deciso la Corte d’appello di Caltanissetta, dopo una breve camera di consiglio. Il dibattimento si celebra a porte chiuse perché è con il rito abbreviato. A chiedere l’ingresso dei cronisti è stato, a inizio udienza, l’avvocato Giuseppe Dacquì, ma il pg Giuseppe Lombardo si è opposto. Così a decidere è stata la Presidente della Corte Andreina Occhipinti che ha rigettato la richiesta della difesa. Oggi tocca alle difese degli imputati. Oltre a Montante, condannato in primo grado a quattordici anni di carcere per corruzione, perché accusato di essere stato lui al centro del cosiddetto “Sistema Montante”, una rete spionistica utilizzata per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari, alla sbarra ci sono l’ ex comandante della Guardia di Finanza di Caltanissetta Gianfranco Ardizzone, condannato questo primo grado a tre anni, il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis, condannato a 4 anni, il responsabile della sicurezza di Confindustria ed ex poliziotto Diego Di Simone, condannato a 6 anni e 4 mesi e ilre Andrea Grassi , condannato a un anno e 4 mesi.

 “Montante è stato il motore immobile di un meccanismo perverso di conquista e gestione occulta del potere che, sotto le insegne di un’antimafia iconografica, ha sostanzialmente occupato, mediante la corruzione sistematica e le raffinate operazioni di dossieraggio, molte istituzioni regionali e nazionali” , aveva scritto la Gup Luparello, nelle motivazioni della sentenza che il 14 maggio di due anni fa ha condannato a 14 anni di carcere Montante.

 L’ex capo di Confindustria Sicilia, scriveva il giudice, aveva dato vita “a un fenomeno che può definirsi plasticamente non quale già quale mafia bianca, ma mafia trasparente, apparentemente priva di consistenza tattile e visiva e perciò in grado di infiltrarsi eludendo la resistenza delle misure comuni”. Alla fine della richiestaria il pg aveva chiesto per Montante la riduzione della pena da 14 anni a 11 anni e 4 mesi di carcere”.

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